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RIONE - TREVI

Mappa del Rione Trevi
Mappa del Rione Trevi
Nome Completo Indirizzo Tipo

Piazza Barberini

Piazza del Quirinale



Basilica dei Ss. Apostoli

piazza ss. XII apostoli

Chiesa

Chiesa dei S.S Vincenzo e Anastasio

piazza di trevi

Chiesa

Chiesa dei S.S. Andrea e Claudio dei Borgognoni

via del pozzetto, 160

Chiesa

Chiesa del Ss Nome di Maria

foro traiano

Chiesa

Chiesa di San Basilio agli Orti Sallustiani

via s. basilio, 51

Chiesa

Chiesa di San Bonaventura alla Pilotta

via dei lucchesi

Chiesa

Chiesa di San Marcello al Corso

via del corso

Chiesa

Chiesa di San Nicola da Tolentino

salita di s. nicola da tolentino

Chiesa

Chiesa di San Silvestro Papa al Quirinale

via 24 maggio

Chiesa

Chiesa di Sant'Andrea degli Scozzesi

via delle Quattro Fontane

Chiesa

Chiesa di Santa Maria di Loreto

foro traiano

Chiesa

Chiesa di Santa Maria del Carmine

via delle tre cannelle

Chiesa

Chiesa di Santa Maria dell'Umiltà

via dell Umiltà

Chiesa

Chiesa di Santa Maria della Vittoria

via XX settembre

Chiesa

Chiesa di Santa Maria in Trivio

piazza dei crociferi

Chiesa

Chiesa di Santa Maria in Via

via del mortaro, 24

Chiesa

Chiesa di Santa Rita da Cascia alle Vergini

via delle vergini

Chiesa

Chiesa di Santa Susanna

via XX settembre

Chiesa

Oratorio del Ss. Crocifisso

piazza dell Oratorio

Edificio Religioso

Oratorio del Ss. Sacramento a Trevi

piazza Poli

Edificio Religioso

Santuario alla Madonna dell'Archetto

via dell'Archetto

Edificio Religioso

Fontana del Tritone

piazza barberini

Fontana

Fontana di Piazza del Quirinale

Piazza del Quirinale

Fontana

Fontana di Trevi

piazza di trevi

Fontana

Acquedotto dell'Acqua Vergine

via del Nazareno 2 e 9/a

Monumento

Orti Sallustiani

via Sallustiana

Monumento

Sepolcro di Quinto Sulpicio Massimo

Porta Salaria

Monumento

Obelisco del Quirinale

piazza del quirinale

Obelisco

Palazzo Alli Maccarani

Via dell' Umiltà

Palazzo

Palazzo Antamoro

via della Panetteria, 15

Palazzo

Palazzo Barberini

via Barberini, 18

Palazzo

Palazzo Carpegna

piazza dell'Accademia di San Luca, 77

Palazzo

Palazzo Celani

piazza Scanderbeg, 85

Palazzo

Palazzo Colonna

piazza dei Ss. Apostoli, 66

Palazzo

Palazzo Del Bufalo

Piazza Colonna 355

Palazzo

Palazzo del Quirinale

piazza del Quirinale

Palazzo

Palazzo del Segretario della Cifra

Via del Quirinale

Palazzo

Palazzo della Dataria Apostolica

via della dataria, 94-95

Palazzo

Palazzo della Panetteria

via della Dataria, 96

Palazzo

Palazzo della Stamperia

via della Stamperia, 7

Palazzo

Palazzo delle Assicurazioni Generali

piazza Venezia

Palazzo

Palazzo Gentili Del Drago

Via in Arcione

Palazzo

Palazzo Maccarani Di Brazzà

largo Pietro di Brazzà, 86

Palazzo

Palazzo Mancini

Via del Corso 270

Palazzo

Palazzo Mellini

Via dell' Umiltà 43

Palazzo

Palazzo Muti

Piazza della Pilotta 33

Palazzo

Palazzo Odescalchi Chigi

piazza dei Ss. Apostoli, 80

Palazzo

Palazzo Piccolomini Testa

via della Dataria, 22

Palazzo

Palazzo Poli Conti

piazza dei Crociferi

Palazzo

Palazzo Sciarra Colonna

via del Corso, 239

Palazzo

Palazzo Valentini (o Spinelli)

piazza dei Ss. Apostoli, 119

Palazzo

Scuderie Papali

Via XXIV Maggio 16

Palazzo

Porta Salaria

Porta Salaria

Porta

Torre Colonna

Via Quattro Novembre

Torre

Giardini del Quirinale

Piazza del Quirinale

Villa

Giardino Colonnese

Via XXIV Maggio

Villa

1. Confinando con la Colonna. Dalla Porta Salaria inclusivamente (1) si stende per breve tratto in linea retta, piegando subito a destra per la lunga Via Salara: e passa di continuo avanti ai Recinti delle Vigne, finché giunge a voltare sulla sinistra, lasciando a destra il Portone di Villa Ludovisi. Continua girando alquanto sulla destra, finché entra per la Via di S. Basilio. Passa innanzi a questa Chiesa (2); e prosegue includendo la Piazza Barberini. S'inoltra per la Via del Tritone, e giunge poi avanti alla Chiesa dell'Angelo Custode (3). Volta subito sulla destra per la Via del Nazareno, poi rivolta a sinistra a ed entra per la Via della Chiavica del Bufalo, proseguendo direttamente finché perviene al fianco della Chiesa di S. Claudio, e sino al prossimo Capocroce, includendo questa Piazza. Volta subito a sinistra, seguitando ad includere la stessa Piazza di S. Claudio (4): continua direttamente avanti alla Chiesa di S. Maria in Via; e si stende finché penetra nella Via delle Muratte. Volta a destra per questa Via, e perviene sotto all' Arco di Carbognano. Volta a sinistra, passando in mezzo alla Piazza di Sciarra sulla Via del Corso (5), finché lascia la Via dell' Oratorio Caravita a destra.

2. Con la Pigna. Continuando per la stessa Via del Corso, include la Piazza di S. Marcello; e passa nel dritto limite dalla Piazza di Venezia, finché arriva al Capocroce della Ripresa de' Barbari (6): lasciando la Via di S. Marco, ove trovasi un solo Cantone di Campitelli: e qui lascia ancora la Via di Macel de' Corvi.

3. Coi Monti. Volge sulla sinistra per la Via di Colonna Trajana; e passa in mezzo a questa Piazza, esclusa la Colonna medesima di Trajano. Continua per la Salita di Monte Magnaliapoli sino al Capocroce, dove volta a sinistra per la Via di Monte Cavallo (7); e perviene innanzi alla Chiesa di S. Silvestro (8). Include la Piazza di Monte Cavallo; prosiegue alle Quattro Fontane; passa nel dritto limite dalla Piazza delle Terme sulla Stessa Via diritta, finché giunge a Porta Pia inclusivamente, dove volta a sinistra.

4. Per le Mura della Città . Da Porta Pia prosiegue sino a Porta Salara inclusa parimenti in questo Rione di Trevi: E quì finisce l'intiero suo giro.

Stemma del Rione Trevi
Stemma del Rione Trevi

Il Rione di Trevi contiene quasi due terzi di fabbricato verso Ponente; essendo il resto quasi tutto occupato dalle Vigne e dagli Orti, con alcune Ville e Giardini, quali sono principalmente, Villa Barberini, e Villa Sciarra, ambedue presso Porta Pia. Il Giardino Colonna presso S. Silvestro a Monte Cavallo; il Giardino del Palazzo Quirinale; e il Barberini alle Quattro Fontane. Comprende il Rione medesimo una parte del Monte Quirinale, e parte di due antiche Regioni, che sono dell'Alta Semita, e della Via Lata. Convien dire che riceve il nome dalla fontana dell'Acqua Vergine, detta volgarmente di Trevi, situata vicino ai limiti dello stesso Rione verso Ponente (9); benché poi sia incerta la vera origine del vocabolo Trevi; credendosi soltanto da qualcuno, che derivi dal Latino Trivio, significante un luogo dove fanno capo tre vie; e che appunto tre solamente fossero una volta le strade, che riuscivano allo sbocco dell'Acqua Vergine.

Parte occidentale del II Rione, in cui sono il Palazzo del Papa a Monte Cavallo, la piazza de' Santi apostoli, e la Fontana di Trevi.

Questa parte del secondo Rione comprende ciò che è al Ponente d'inverno della strada Felice. Sulla piazza della Colonna Trajana, dove noi abbiam terminato la descrizione del primo Rione, si veggono ancora le Chiese della Madonna di Loreto e del Nome di Maria, le di cui facciate sono di una molto buona architettura.

La MADONNA DI LORETO è un ottagono, fatto a volta a somiglianza di cupola, che la Università de' Fornaj, a cui ella appartiene, fece fabbricare nel 1507, col disegno di Antonio da S. Gallo. È ornata di pilastri Corintj, di statue degne di stima, e di una cupola doppia come quella della Basilica di S. Pietro. La proporzione delle arcate è molto buona, e grandemente maschia l'architettura. In questa Chiesa si osservano belle pitture, due Angioli di marmo, fatti dal Maderno e posti ai lati dell'Altar maggiore, il quale è di buon gusto e riccamente decorato; una statua di S. Cecilia di Giuliano Finelli; e soprattutto una statua di marmo di S. Susanna, il di cui contorno è pieno di grazia ed è molto rinomata; questa è un'eccellente opera di Francesco Fiamingo, il quale ha rappresentato la Santa che tiene in mano la palma, con una corona ai piedi.

La Chiesa del NOME DI MARIA, situata verso la parte orientale della Madonna di Loreto, è una piccola rotonda, che appartiene alla Confraternita dell'istesso nome, fondata dal Papa Innocenzo XI in memoria della liberazione di Vienna, assediata dai Turchi nel 1683. Questa era una piccola Chiesa, dedicata alla Madonna e a S. Bernardo, che fu rifabbricata nel 1738 col disegno di M. Derizet, Architetto Francese, e decorata di un ordine Corintio, sopra cui evvi un attico che sostiene la cupola. L'architettura è generalmente magra. Il quadro di S. Bernardo è stato dipinto da Niccola Ricciolini, e gli altri da differenti maestri.

Il Palazzo Imperiali, prima Bonelli, è dietro la Chiesa del Nome di Maria. Questo è un grande edifizio, in cui si trovò già una buona Biblioteca pubblica, e la facciata è sulla piazza de' SS. Apostoli.

Questa PIAZZA DEI SS. APOSTOLI è ancora decorata dalle facciate del Palazzo Ruffo, di quello del Duca di Bracciano a ponente; del Palazzo Muti-Papazurri al settentrione; ed all'oriente, della Chiesa de' SS. XII Apostoli, e del Palazzo del Principe Colonna.

Il PALAZZO DEL DUCA DI BRACCIANO è dirimpetto la Chiesa de' SS. Apostoli. Fu fabbricato sotto Alessandro VII per la Casa Chigi, col disegno di Carlo Maderno, ma la facciata è architettura del Bernino. Questa è decorata di un grand'ordine Composito, posto sopra un imbasamento in cui sono delle finestre. Fra quest'ordine, che è tutto in pilastri, sono due fila di finestre accomodate di un gusto un pò troppo svelto. La decorazione della parte inferiore non è cattiva, ma tutta la parte superiore ha troppe divisioni ed eguaglianza. Il portico del cortile è tutto in archi, da colonne Doriche sostenuti. L'alto parimente ha degli archi con pilastri Jonici. Sembra il prim'ordine troppo pesante, ed il secondo un po' meschino. Sotto il portico si veggono delle statue di Apollo, di Cerere, e di Claudio e Massimiano Imperatori.

Negli appartamenti terreni si trovano più colonne di bei marmi, ed un gran numero di belle antichità. Nella prima camera, una statua rara di Cleopatra, ed altre di Giulio Cesare, di Augusto, di Adone e di un Fauno. Nella seconda i busti de' dodici Cesari, posti sopra colonne di giallo antico. Nella stanza seguente, due colonne di verde antico, e la bella statua di Clizia, in girasole da Apollo cangiata. Nella quarta stanza, ov'era prima un bel gruppo di Castore e Polluce, si veggono i busti di Alessandro Magno, di Antinoo e del Re Pirro, due colonne di alabastro, ed una bella statua di Venere. Nella quinta, una statua di Cesare, il corpo della quale è di agata antica, il paludamento di alabastro e la testa di bronzo dorato; un'altra di Augusto, il di cui corpo è di alabastro orientale; due colonne di agata; un sepolcro antico di pietra egizia, che serve di fontana; delle statue di Venere, del Re Tolomeo, di Seneca, ed un busto di Cristina Regina di Svezia, fatto dal Bernino. Nella Galleria che segue, si osserva sopratutto una testa di Alessandro Magno in bronzo, ed un'antica ara con un basso rilievo, che rappresenta de' Baccanali.

Ne' superiori appartamenti si trovano dei quadri di Tiziano, di Rubens, del Correggio, di Vandick e di Paolo Veronese; un ricco Museo di medaglie antiche e moderne, che una volta apparteneva alla Regina Cristina; delle pietre incise, e particolarmente un grande e magnifico Cameo di agata orientale, che ha sei pollici di lunghezza e quattro di larghezza, rappresentante in profilo le teste di Alessandro Magno e di Olimpia sua Madre. Di queste ultime cose poche ora ne restano.

Il Palazzo Muti Papazurri, che è nel fondo della piazza, dalla parte del Settentrione, è coronato di statue antiche di marmi. Egli ha servito lungo tempo di abitazione al Re Giacomo III, che vi morì nel 1767.

La CHIESA DE' SS. XII APOSTOLI, che ha dato il nome alla piazza, è una delle più antiche e delle più celebri di Roma. Ella fu fabbricata a tempo di Costantino, e ceduta infine ai Minori Conventuali dal Papa Pio II. Martino V la fece rifabbricare da' fondamenti, e sul principio dello scorso secolo è stata con maggior magnificenza costruita di nuovo, sul disegno del Cavalier Francesco Fontana. Clemente XI nel 1702 ne gettò la prima pietra, e nell'istesso tempo dette tre mila scudi di limosina per l'edifizio. Entrando a destra si trova una bella aquila antica in bassorilievo nel mezzo di una corona di quercia, servita forse nel timpano di una qualche edicola. La figura sedente incontro parimente in bassorilievo, rappresenta l'Amicizia piangente sul sepolcro dell'Incisore Volpato, opera del Canova, fatta a sue spese in riconoscenza di avergli commesso il Deposito di Clemente XIV, che fu la prima opera publica da questo insigne sculture eseguita.

L'interiore resta diviso in tre navi, delle quali quella di mezzo è di una bella proporzione, ed ha 380 palmi di lunghezza e 80 di larghezza. Ella è decorata da un grande ordine di pilastri Corintj che son molto belli, e sostengono una volta coperta di varj ornamenti, nel mezzo della quale il Baciccio ha rappresentato il trionfo di S. Francesco. Gli archi che danno ingresso alle cappelle, e l'ordine Composito che regna ne' laterali, sono anche essi riguardo all'ordine grande ben proporzionati.

Il quadro dell'Altar maggiore, dove si onorano i corpi degli Apostoli Giacomo e Filippo, è stato dipinto da Domenico Muratori. La prima cappella nell'ingresso a destra, dedicata a S. Bonaventura, rappresentato nel quadro dell'altare è buona opera di Niccola La Piccola; questa cappella è stata rivestita tutta di bei marmi nel fine del passato secolo, ed ornata di colonne e di stucchi dorati. Nella seconda si vede una Concezione del Corrado, ove la Vergine s'inalza sopra l'abbattuto serpente. Questo quadro è ben composto, e al primo colpo d'occhio piace, ma perde di stima nell'esaminarlo, perchè non è di corretto disegno. La seguente cappella nella crociata è ragguardevole per la varietà de' marmi, e per un S. Antonio da Padova, di Benedetto Luti, in atto di adorare il Bambin Gesù, quadro d'un buon' accordo, ma un poco languido. Nella cappella dirimpetto, dedicata a S. Francesco, il quadro dell'altare è di Giuseppe Chiari; il S. Giuseppe da Copertino, che si vede nella seconda Cappella decorata di marmi, è stato eseguito da Giuseppe Cades. Si vedeva nell'ultima un Cristo morto del Sicciolante, eseguito dai disegni di Pierrino del Vaga, ma ora evvi una deposizione di Croce, fatta da Francesco Manni.

Si osserva sopra la porta della Sagrestia, il deposito di Clemente XIV eseguito, come si è accennato dal Canova in sua gioventù. Vi è rappresentato il Pontefice sopra la sedia pontificia, colla destra in atto di esercitare la sua potestà pontificale; le due figure nel basso sono l'Innocenza e la Temperanza. La volta della sagrestia, dipinta da Sebastiano Ricci, rappresenta un'Ascensione, che ha un buon sotto in su, ma è poco nobile la figura del Cristo.

Si conservano in questa Chiesa molte insigni Reliquie; ed evvi la Confraternita de' SS. XII. Apostoli, eretta sotto Clemente VIII, una delle più importanti di Roma, poichè somministra medici e medicamenti ai poveri malati, paga l'abitazione a dodici vedove in onore de' XII Apostoli, ajuta i poveri vergognosi, e distribuisce ogni anno delle doti ad un numero considerabile di povere zitelle.

Il PALAZZO COLONNA, uno de' più vasti e de' più ricchi che siano in Roma, è situato accanto la Chiesa de' SS. Apostoli, alle radici del Monte Quirinale; fu questo cominciato da Martino V, che era di questa illustre famiglia, ed è stato accresciuto in diversi tempi dai Cardinali e dai Principi Colonna. In quanto all'architettura non evvi cosa rimarchevole nell'esteriore, ma il cortile è il più vasto che vi sia nella Città appresso i particolari.

Nella strada, che è in faccia al palazzo Colonna, si trova un ospizio di Camaldolesi, con la piccola Chiesa di S. ROMUALDO, il di cui quadro, dipinto da Andrea Sacchi, annoverasi tra i più celebri che siano in Roma, esiste adesso nella Galleria o Pinacotheca Vaticana. Rappresenta il Santo in una deliziosa valle degli Appennini, ov'egli spiega ai suoi solitarj la ragione, che ha avuto di abbandonare il mondo, e mostra loro quella scala miracolosa, che aveva in sogno veduta, molto simile a quella di Giacobbe. Tutto respira in questa pittura la pace e le dolcezze della solitudine. La composizione è semplice, e l'attenzione è bene espressa sul volto de' Religiosi che ascoltano il Santo, la di cui testa è bellissima. Il quadro è pieno di grandissima armonia, e vi si ammira l'unione, l'accordo, il gusto del disegno, e la maniera con cui il pittore ha saputo degradare sei figure di Camaldolesi vestite di bianco, nelle quali, perchè facessero effetto, non avendo potuto ricevere soccorso dalla varietà de' colori, vi ha supplito con belle degradazioni di chiari scuri, che vi spargono un'ammirabile amenità. Il fondo però non è così felice.

Di là si passa alla strada del Corso, che comincia alla piazza di Venezia, la di cui parte orientale, sino al palazzo Sciarra, appartiene al secondo Rione, che noi descriviamo. Da questa parte vi è, sulla piazza di Venezia, il vasto palazzo Bolognetti, architettato da Carlo Fontana, ed ora dal nuovo possessore Signor Duca di Bracciano Torlonia ampliato ed abbellito; sono in esso molte sculture antiche e moderne con una buona raccolta di Quadri. Viene quindi quello de' Paracciani.

Andando avanti verso il settentrione si trova subito il fu già Palazzo dell'ACCADEMIA DI FRANCIA, situato sul Corso, dirimpetto al Palazzo Doria, fabbricato sul disegno del Cavalier Rainaldi, che ha seguitato nella sua decorazione uno stile mezzo Italiano e mezzo Francese: poichè la massa è di stile Italiano ed il gusto degli ornamenti è Francese, la qual cosa fa che il tutto insieme non è nè bello nè brutto, come sogliono essere quasi tutte le unioni. Luigi XV, Re di Francia, lo comprò nel 1725 dal Duca di Nivernois, e vi pose l'Accademia di Francia, stabilita in Roma da Luigi XIV nel 1666, composta allora di un Direttore e dodici pensionari, scelti fra gli scolari, che hanno riportato il premio della pittura, della scultura e dell'architettura a Parigi. Nel principio di questo secolo, essendosi trasportata l'Accademia di Francia alla Villa Medici sul Pincio, restò questo Palazzo in cambio al Gran Duca di Toscana, da cui fu venduto a Mr. Luigi Bonaparte, che vi ha fatto nell'interno de' miglioramenti e lo abita.

Un poco più alto è l'antica Chiesa di S. MARCELLO, oggigiorno ufiziata dai Frati Serviti, e decorata di una bella facciata facciata, che il Prelato Cataldi Buoncompagni fece fare col disegno del Cavalier Fontana. Era altre volte Collegiata e fu costruita sopra i fondamenti della casa di S. Lucina, Dama Romana, dove il Papa S. Marcello soffrì il martirio sotto il Tiranno Massenzio. Nel 1519 essendo rovinata, un Crocifisso, che era restato intatto, e che ancora vi si conserva, attirò la venerazione de' fedeli, ed il gran numero delle offerte, che vi produsse, fornì ben presto il bisognevole per rifabbricarla con magnificenza maggiore. I corpi di S. Marcello e di S. Foca Martiri sono posti sotto l'Altar maggiore in belle urne di marmo nero, e molte altre reliquie si conservano nella cappella del Crocifisso, dove sopratutto si osserva un reliquiario col legno della Croce di Nostro Signore con gran numero di pietre preziose arricchito. La Chiesa è ornata di molte pitture fatte da celebri maestri, d'iscrizioni sepolcrali, e di sepolcri in marmo, ove si veggono alcune teste, fatte dall'Algardi.

Accanto a S. Marcello si vede il gran palazzo Millini, prima Borromeo, la di cui architettura è di Tommaso de Marchis. Dietro questa Chiesa si trova una piccola piazza, con l'Oratorio della Confraternita del Crocifisso di S. Marcello, fabbricato nel 1561 da' Cardinali Alessandro e Ranuccio Farnesi, e decorato di una graziosa facciata del Vignola. In questa piccola Chiesa vi sono molte pitture di Cesare Nebbia e di Nicola Pomarancio.

La Piazza Sciarra è sul Corso, fra il palazzo Millini e la piazza Colonna. In questo luogo anticamente si univa la Via lata, con la Flaminia, di cui nel 1631, si trovò il selciato alla profondità di 23 palmi. Il sito preciso della riunione di queste vie non può determinarsi; più certo è però che l'aquedotto della Vergine traversava colla sua arcuazione questa piazza per terminare alla fronte de' Septi, presso la facciata della Chiesa di S. Ignazio, dove se ne rinvenne l'ultimo arco, il quale naturalmente trapassava una via; la forma di quest'Arco si può vedere, quale si rinvenne, inciso nella Roma vetus ac recens del P. Donato Lib. III. cap. 18. Il Palazzo Sciarra, che ha dato il nome alla piazza, fu architettato da Martino Longhi il vecchio; contiene una buona Libreria, e presentemente appartiene al Principe Sciarra Colonna.

Dietro questo palazzo è una piccola strada, ove si trova un monastero di Religiose di S. Agostino, con una piccola Chiesa dedicata alla Madonna delle Vergini. Ella è stata rifabbricata nel 1627, ed ornata di marmi, di stucchi dorati, di statue, e di varie pitture, fatte dal Geminiani, dal Mercati e da altri professori.

Al settentrione del palazzo Sciarra si passa sotto l'arco di Carbognano, e trovasi, nella prima strada a sinistra, la bella Chiesa de' Serviti, chiamata S. MARIA IN VIA; che fu costruita nel 1253, e rifabbricata nel 1594 col disegno di Martino Longhi: la facciata però è architettura del Cavaliere Rainaldi. Si osserva nella prima cappella a destra una imagine miracolosa della Madonna; e nella seconda alcune pitture del Caravaggio, fatte col disegno di Andrea Sacchi. Nella terza cappella evvi l'Annunziazione, la Natività del Signore, e l'adorazione de' Magi, dipinte dal Cavalier d'Arpino.

Un poco più alto è la piccola Chiesa di S. Claudio de' Borgognoni, con un ospizio fondato da un nazionale nel 1662. La facciata della Chiesa, in questo secolo rifabbricata col disegno di M. Deriset è ornata colle statue di S. Andrea e di S. Claudio, fatte da scultori Francesi. Il quadro dell'Altar maggiore è di Pietro Barberi, la Resurrezione, di M. de Troy, morto Direttore dell'Accademia di Francia in Roma, ed il S. Carlo è opera di Placido Costanzi.

Dietro questa Chiesa si trova la Piazza di Poli, dove vedesi da una parte l'Oratorio della Confraternita del SS. Sacramento di S. Maria in Via, fabbricato nel 1724, col disegno di Domenico Gregorini, e dall'altra parte, il gran PALAZZO CONTI, la di cui architettura è di Martino Longhi il vecchio, e che una volta apparteneva ai Duchi di Ceri, della famiglia Orsini, occupato poi dal Duca di Poli e Guadagnolo, erede dell'antica ed illustre casa Conti, che ha dato molti Papi alla Chiesa. Nella estinzione di questa Famiglia nel principio di questo secolo, passato alla Casa Cesarini è terminato in proprietà ora del Principe di Piombino, che ne ha fatto decorare la facciata a nuovo. Ora è abitato divisamente da varj particolari.

Avanti questo palazzo, vicino alla fontana di Trevi, evvi una piccola piazza, ove si trova la Chiesa di S. MARIA IN TRIVIO, accordata da Gregorio XIII alla casa del Noviziato de' Chierici Regolari Crociferi, che soppressi da Innocenzo X, fu confidata ai Ministri degli Infermi, che la ufiziano. Questa Chiesa fu fabbricata, o risarcita da Belisario in riparazione della colpa che aveva commesso deponendo, nel 537, Silverio Papa per far cosa grata all'imperatrice Teodora. Per assicurarsi che Belisario fosse il fondatore di questa Chiesa, si leggano nel fianco esterno della medesima, rivolto al palazzo Poli, scolpiti in marmo, forse servito per fregio della porta antica, i versi seguenti, che risentono dell'epoca contemporanea

Hanc Vir Patricius Vilisarius Urbis amicus

Ob culpe veniam, condidit ecclesiam

Hanc hic circo pedem sacram qui ponis in edem

Sepe precare Deum ut miseretur eum.

Janua hec est templi Domino defensa potenti.

Si chiamava allora S. Maria in Fornica a cagione degli antichi acquedotti dell'acqua Vergine, che là vicino passavano. Ella è stata ristorata sotto il Pontificato di Alessandro VII col disegno di Jacopo del Duca, ed ornata di pitture fatte da Gio. Francesco Grimaldi Bolognese, da Gasparo Serenari Siciliano, dal Gherardi di Rieti, da Luigi Scaramuccia Perugino, dal P. Bartolomeo Morelli, Frate di questo convento. Nel noviziato di questi Frati si vede un Cristo dipinto dal Palma, di cui se ne ha grande stima.

Dietro il medesimo Palazzo Conti, nel cortile di una casa, che è d'avanti la porta del Collegio Nazareno, vedesi un monumento dell'Imperatore Claudio, il quale è una parte dell'aquedotto dell'acqua Vergine. Questo è un cornicione di gran maniera, a fior di terra, sotto di cui compariscono due capitelli di pilastri d'ordine Dorico. Fra questi evvi senza dubbio un arco, sotto di cui nelli antichi tempi si passava, e che al presente è intieramente sepolto. Sopra dell'Arco si legge ancora l'antica Iscrizione.

Ti. Claudius Drusi F. Aug. German. Pont. Max.Tribunic. Potest. V. Imp. IX. P. P. Cos. Desig. IV. Arcus ductus Aquae Virginis disturbatos. per. C. Caesarem a fundamentis novos fecit ac restituit.

Al mezzo giorno dell'istesso Palazzo Conti si vede la magnifica FONTANA DI TREVI, formata da una porzione dell'acqua vergine, che è la migliore e la più gradita, che in Roma si beva. Ella nasce otto miglia distante dalla Città, fra la strada di Tivoli e quella di Palestrina, verso la tenuta di Salona. Aprippa, genero di Augusto, la condusse 19 anni prima della nascita di G. C. per mezzo di un aquedotto lungo 14 miglia, che entra nella Città vicino a Muro torto, ed arriva alle radici della Trinità de' Monti, ove si divide in due rami per condurre le acque lungo la strada Condotti, ed alla fontana di Trevi.

Questa fontana, che prima era molto semplice, fu da Clemente XII decorata di un grande edifizio, che attualmente vi si vede, fatto col disegno di Nicola Salvi. Questo è composto di tre corpi di architettura, e di un basamento che sopra una massa di scogli riposa, da cui esce l'acqua per cadere in una gran vasca, attorno la quale evvi un marciapiede di sei in sette gradini sotto il livello della strada scavato, ma chiuso da gran termini e da un'ampla barriera che occupa quasi tutta la piazza.

Il corpo di mezzo rappresenta un arco trionfale di quattro colonne, di bassirilievi e di statue decorato. Nella gran nicchia, ornata di quattro piccole colonne Joniche, evvi una statua di Nettuno posta sopra una conchiglia, tirata da cavalli marini dai Tritoni guidati. Questo pezzo di scultura, eseguito in marmo da Pietro Bracci, si avanza nel mezzo degli scogli e ne occupa quasi due terzi. Nelle nicchie laterali sono le statue in marmo della salubrità e della fecondità, e di sopra due bassi rilievi, de' quali uno rappresenta Agrippa, e l'altro la Vergine, di cui l'acqua porta il nome. Sopra la cornice si vedono ancora quattro statue dell'Abbondanza de' fiori, della Fertilità delle campagne, della Ricchezza dell'Autunno e della Vaghezza de' prati. I due corpi laterali non sono ornati che di pilastri Corintj, fra' quali sono delle finestre. Dispiace ai riguardanti, che una fontana sì bella non sia situata sopra una gran piazza, di cui farebbe il più bell' ornamento.

Lateralmente a questa fontana vedesi il palazzo Collicola, o de' Cavalieri, fabbricato col disegno del Borromini, dove si osserva una salita con dolce declivo, che serve di scala, e fino alla sommità dell'edifizio comodamente conduce.

Un poco più sotto, sulla piazza della Fontana di Trevi, è la Chiesa parrocchiale de' Santi VINCENZO ED ANASTASIO, la di cui bella facciata, adorna di due ordini di colonne Corintie e Composite, è stata fabbricata di travertini da Martino Longhi il giovane, a spese del famoso Cardinal Mazzarino, che n' era Titolare. Ella è ufiziata da' Chierici Minori e vi si conservano i cuori di 19 Papi morti nel Palazzo Quirinale, situato nel distretto di questa Parrocchia. Nel quadro dell'Altar maggiore è stato rappresentato il martirio di questi Santi.

Seguitando la strada diritta, che da questa Chiesa principia, si traversa quella che conduce a Monte Cavallo, della quale Paolo V fece addolcir la salita, ed è poco differente dall'antica strada chiamata Clivus salutis. Vi si vede a sinistra il Palazzo della Dataria, fabbricato da Urbano VIII, e a destra il Monastero delle Religiose di S. Domenico, la Chiesa delle quali, dedicata a S. Maria dell'Umiltà, è adorna di marmi, di stucchi dorati, di bassi rilievi, di statue e di varie pitture.

Avanzandosi verso mezzo giorno si trova a sinistra la Chiesa di S. CROCE DE' LUCCHESI, che prima era dedicata a S. Niccola di Bari, e nel 1575, fu rifabbricata in onore di S. Bonaventura per servire di Chiesa ad un Convento di Capuccini. Questi Frati essendo stati dipoi trasferiti nel convento, ove abitano presso la piazza Barberini, Urbano VIII, nel 1631, donò detta Chiesa ai Lucchesi, che la dedicarono al celebre Crocifisso di Lucca, chiamato il Volto Santo. Questi vi hanno fatto fare ancora una nuova facciata, ed hanno decorato l'interno di pitture, alcune delle quali sono state fatte da Giovanni Coli e da Filippo Gherardi, ambedue Cittadini Lucchesi.

Vicino a questa Chiesa era una volta il mercato de' porci, Forum suarium; il portico di Costantino, ed una superba scala che conduceva alle terme di questo Imperatore, situate sopra il Quirinale. Di poi si trova il palazzo Grimaldi, la piazza della Pilotta, dov'è l'ingresso del palazzo Muti, e si arriva alla strada Papale.

Seguitando questa strada a sinistra, si giunge alla Chiesa di S. SILVESTRO a Monte Cavallo, che è il Noviziato de' Teatini, con un bel Convento, giardini dilettevoli ed una Libreria. La Chiesa, ornata sotto il Pontificato di Gregorio XIII, contiene molte belle pitture. È stimatissimo il quadro fatto da Giacomo Palma, Veneziano. I quattro ovati de' peducci della cupola sono stati dipinti a fresco dal celebre Domenichino; essi rappresentano David che balla avanti l'arca; Giuditta che mostra la testa di Oloferne agli abitatori di Betulia; Ester che vien meno avanti Assuero; e la Regina Betsabea assisa a destra del suo figlio Salomone sotto il trono. Veggonsi nella cappella de' Bandini le statue di pietra di S. Giovanni Evangelista e di S. Maria Maddalena, fatte dall'Algardi, che sono ben ideate e piene d'espressione. La cappella dell'Assunta, decorata di buonissima architettura da Onorio Longhi, ha un quadro dipinto sopra la lavagna da Scipione Gaetani. Si osservano ancora nella seconda cappella a sinistra delle pitture di Polidoro da Caravaggio e del Cavalier d'Arpino.

Un poco più in sù di questa Chiesa trovasi la piazza di Monte Cavallo, in una bellissima situazione ed in varj punti delle più dilettevoli vedute. Ella è di una forma molto irregolare, ma benissimo decorata dal Palazzo del Papa, dalle Scuderie, dal Palazzo della Consulta, di cui abbiamo parlato, e dalle statue Colossali di Castore, e Polluce che tengono i lor Cavalli, le quali a questa parte del Quirinale hanno dato il nome.

Questi magnifici gruppi antichi di marmo, che si pretendono trasportati da Alessandria per ordine di Costantino a decorare le sue Terme, ed a tempo di Sisto V, con la direzione del Fontana, quì situati in faccia alla strada di Porta Pia, ed a tempo di Pio VI dall'architetto Antinori voltati in angolo, fanno in questa piazza bellissima comparsa. Uno di questi si attribuisce nella sottoposta iscrizione a Fidia, l'altro a Prassitele; ed alcuni moderni assegnarono queste figure ad Alessandro Magno, in atto di domare il suo cavallo Bucefalo; ma si è provato che questi due celebri Scultori avevano vissuto prima di questo Principe, e credono ancora gli stessi moderni che due cavalli non siano stati fatti nell'istesso tempo di coloro che gli stanno accanto. Comunque sia la cosa, queste figure sono bellissime, e benchè colossali, niente hanno di troppo risentito, e molto naturali sono i loro contorni, e perciò sembra probabile che richiamino i tempi di Augusto.

La Fontana abbondantissima di acqua, che tra questi due gruppi a piedi dell'Obelisco si ammira, fu fatta costruire recentemente dal gran Pontefice Pio VII, col disegno del Cav. Stern; essa è formata dalla gran tazza di granito esistente giá nel Campo Vaccino dove l'aveva posta Sisto V quando si rinvenne insieme colla statua di Marforio, presso l'angolo della Chiesa di S. Martina, incontro a S. Pietro in carcere, ove fu posta una piccola lapide per memoria.

Le Scuderie del Papa, cominciate sotto Innocenzo XIII, e da Clemente XII con disegno del Cavalier Fuga terminate, non fanno brutto ornamento alla piazza dalla parte di mezzo giorno. Evvi abbitazione per tutta la gente di servizio, e possono contenere 128 cavalli.

Il magnifico PALAZZO PONTIFICIO di Monte Cavallo o del Quirinale, in vantaggiosissima situazione fabbricato, la di cui veduta domina tutta la Città, ed ove l'aria più purgata respirasi, fu cominciato circa l'anno 1540 da Paolo III, e dipoi da Gregorio XIII ingrandito, col disegno di Flaminio Ponzio, e di Ottavio Mascherino, che fece la scala a lumaca, il grande appartamento, il portico e la galleria, sopra la quale è l'orologio. Sisto V e Clemente VIII fecero continuare la fabbrica, sotto la direzione del Cavalier Fontana. Paolo V, con la scorta di Carlo Maderno, vi fece aggiungere un grande appartamento e la Cappella. Urbano VIII isolò tutta la fabbrica, facendo circondare di mura tutti i giardini; ed Alessandro VII, col disegno del Bernini, dette principio ad una vasta fabbrica per gli ufiziali del palazzo Pontificio, la quale fu continuata da Innocenzo XIII e da Clemente XII, che oggigiorno lungo la strada di Porta Pia oltre 300 passi si estende.

La porta principale dell'ingresso, che riguarda la piazza, è ornata delle statue de' SS. Pietro e Paolo, e di due grandi colonne Joniche di marmo, che sostengono una loggia, alle pubbliche benedizioni del S. Padre destinata. Presentasi all'ingresso un cortile, lungo 150 passi e 75 largo, cinto da un'arcuazione che forma un gran portico, ove le carozze possono ricoverarsi. Sopra questo portico un primo piano s' inalza, il di cui muro è da molte finestre interrotto, e tutto l'edifizio da un cornicione con dei modiglioni vien coronato. La decorazione del fondo del cortile ha un ordine Jonico, che nelle altre parti non regna, e per questo accrescimento d'ornato il principale ingresso degli appartamenti perfettamente si decide. La forma generale di questo cortile è bella ed elegante; i portici, di cui è contornato, lo rendono maestoso; la decorazione è semplice e di buon gusto, ma con tuttociò sembra mancante di una certa magnificenza.

Dalla piazza di Monte Cavallo si entra nella strada di Porta Pia, che passa lungo l'abitazione degli Svizzeri, e si arriva alle Quattro Fontane, di dove si scende per la Via delle quattro fontane, nella quale si trova a sinistra il Collegio degli Scozzesi, fondato tra Urbano VIII, con una piccola Chiesa dedicata a S. Andrea Apostolo della medesima nazione. Il Martirio del Santo, che vedesi sull'Altar maggiore, è della scuola del Borgognone.

Nella strada Rosella, che è a lato di questo Collegio, in faccia al Palazzo Barberini, si trovava a destra la piccola Chiesa della Madonna della Neve, con un ospizio di Fogliantini, ove abitò il loro Procurator generale della congregazione di Francia; ora ridotta ad abitazioni particolari.

Un poco più basso è la Chiesa di S. NICOLA IN ARCIONE, da Benedetto XIII ceduta ai Frati Serviti, i quali l'hanno fatta ristorare ed abbellire col disegno del Marchese Girolamo Teodoli. Fra le pitture di cui è ornata, vi si osserveranno quelle del Cavalier d'Arpino ed alcune di altri buoni maestri.

Dirimpetto vedesi il palazzo Gentili, di poi l'Oratorio del Crocifisso, e la casa ove si tengono le ordinarie adunanze dell'Accademia degli Arcadi.

Quindi si entra nella Strada Nova, accanto a cui era la Chiesa di S. Giovanni del Collegio de' Maroniti, fondato nel 1584 da Gregorio XIII, per educare i giovani di questa nazione, che dopo ritornano al monte Libano, ov'è il loro principale stabilimento, e in cui conservano il deposito della Fede nella sua purità fra gli Scismatici, gli Eretici Nestoriani ed i Giacobiti, de' quali sono circondati. Vi si celebrava il Divino Ufizio secondo il rito Siriaco, la qual cosa allettava gli esteri, che avevano piacere di osservare le loro cerimonie tanto differenti da quelle de' Latini, e sopra tutto di sentire il canto loro, mescolato col suono di molti singolari strumenti, incogniti ai Musei Europei; ora è ridotta anche essa a particolari abitazioni.

La strada nuova conduce a quella della Madonna di Costantinopoli; ove vedesi a destra la Chiesa de' Santi Angeli Custodi, dalla Confraternita dell'istesso nome fabbricata, col disegno di Felice della Greca. L'altar maggiore, architettato dal Cavalier Rainaldi, è adorno di colonne di marmo, e di una pittura di Giacinto Brandi; ed il S. Antonio di Padova nell'altare laterale è opera di Luca Giardoni.

Accanto a questa Chiesa è il Palazzo Alberoni, ove si osserva una galleria dipinta dal Cavalier Gio. Paolo Pannini; e sul fine della strada trovasi la piazza Barberini, di cui siamo per parlare, nell'articolo seguente.

Parte Orientale del II Rione, ove sono il Palazzo Barberini, la Chiesa di S. Susanna, e quella di S. Nicola da Tolentino.

Questa parte del secondo Rione comprende ciò che è al Levante di estate dalla strada Felice, or delle Quattro Fontane.

La PIAZZA BARBERINI, prima detta Grimana, è fra il Convento de' Cappuccini ed il palazzo Barberini, da cui ella ha preso il nome. Ella è di buona forma, e decorata da due fontane disegnate dal Bernino, che fanno bellissima comparsa. Quella del Tritone, che è nel mezzo, rappresenta quattro delfini, che una gran conchiglia sostengono, dalla quale sorge un Tritone, che dalla conca che tiene in bocca getta l'acqua: l'idea è ingegnosissima, e molto bene eseguita. La fontana delle tre Api, posta sopra uno de' cantoni della piazza in fine di strada Felice, non ha minor merito, benchè composta di una semplice aperta conchiglia, sulla di cui commettitura sono tre api che gettano l'acqua.

Il PALAZZO BARBERINI, uno de' più belli e de' più vasti che siano in Roma, è a lato di questa piazza, sul Monte Quirinale, vicinissimo alla strada delle quattro fontane verso di cui è la porta principale. Fu fabbricato sotto Urbano VIII, che era della Famiglia Barberini, e siccome questo Papa regnò lungamente, così gli artefici più abili, che in Roma allora vivevano, gareggiando gli uni con gli altri, vi si sono impiegati, e di eccellenti opere in pittura ed in iscultura l'hanno arricchito. La fabbrica è composta di tre gran corpi di abitazione, la di cui facciata è architettura del Cavalier Bernino. Ella consiste in due padiglioni ed in un retro-corpo di tre piani di archi, ornati di colonne Doriche e Joniche, e di pilastri Corintj. Il portico, che in tutta la lunghezza di questo retro-corpo si estende, và ristrigendosi fino ad un arco, che è nel fondo della fabbrica, il quale ha per punto di vista i giardini ed una fontana, ornata di una statua di Apollo.

La strada, che è sul fine della piazza Barberini, dirimpetto alla fontana, passa dietro S. Basilio già Chiesa dell'Ospizio de' Monaci di Grottefarata e conduce alla bella Chiesa di S. NICOLA DA TOLENTINO, che appartenne ai Frati riformati dell'Ordine di S. Agostino, ed ora alle Monache Battistine. Ella è stata fabbricata dalla Casa Panfili nel 1614, col disegno di Gio. Battista Baratta, e decorata di una bella facciata, di molti marmi, di stucchi dorati, di bassi rilievi e di pitture. Quelle della Cupola sono di Giovanni Coli e del Gherardi, pittori Lucchesi. L'Altar maggiore, disegno dell'Algardi, è ornato di una statua in marmo della Madonna scolpita dal Guidi, e di quelle del Padre Eterno e di S. Nicola, fatte da Ercole Ferrata. Nella terza cappella a destra si osserva un quadro del Guercino; ed in quella della crociata, un S. Gio. Battista, del Baciccio. La bella cappella della casa Gavotti, che è la seconda a sinistra, è dedicata alla Madonna di Savona, la di cui architettura è di Pietro da Cortona, che ne ha dipinto in parte la volta e la piccola cupola. Vi si vede un gran bassorilievo rappresentante la Madonna, con le statue di S. Giuseppe e di S. Gio. Battista. Nelle altre cappelle si trovano delle pitture, che hanno qualche merito.

Di là si prende a destra, e si arriva alla strada di Porta Pia, ove a sinistra ritrovasi la bella Chiesa di S. SUSANNA, sulla piazza della Fontana di Termini. Ella occupa il medesimo luogo della casa di S. Gabrino, padre di S. Susanna, e fratello di S. Cajo Papa, il quale verso la fine del terzo secolo la consacrò. La moderna facciata, costruita di travertini circa l'anno 1600 dal Cardinal Rusticucci, col disegno di Carlo Maderno, è una delle più graziose che siano in Roma. È decorata di un ordine Composito sopra uno Corintio, e da un frontone coronata. L'interno è ornato di dorature, di pitture a fresco e sulla tela, e di statue di stucco. Gli stalli del Coro di queste Monache, che vivono sotto la regola di S. Bernardo, sono i più belli che si trovino nella Città, e Michel Angiolo con le proprie mani ornò di marmo la cisterna, che è nel giardino del Monastero.

Questo presso a poco è nel medesimo sito, in cui erano la casa e la piazza di Salustio, Forum Salustii. Confinavano queste due fabbriche con quei celebri giardini, che egli fece fare col danaro nella prefettura dell'Affrica acquistato, ne' quali andavano gl'Imperatori ancora, come in uno de' più deliziosi passeggi. Una porzione di questi era dietro S. Susanna e la Chiesa della Vittoria, l'altra, fra le porte Salara e Pinciana, sul Monte Pincio, il quale per questi giardini e per quelli di Lucullo Collis Hortulorum era in quel tempo chiamato.

Vicino al Monastero di S. Susanna, lateralmente alla fontana di Mosè, evvi il convento de' Carmelitani Scalzi, la Chiesa de' quali, dedicata alla MADONNA DELLA VITTORIA, è tutta incrostata di marmi, e di stucchi dorati, di belle pitture e di eccellenti sculture adorna. La facciata, costruita sul disegno di Gio. Ballista Soria, fu fatta dal Cardinale Scipione Borghese in benemerenza del regalo, che i Frati gli fecero del famoso Ermafrodito della Villa Borghese, che fu trovato scavando i fondamenti di questa facciata, insieme coll'altro consimile.

L'interiore, la di cui pianta è ben proporzionata, ha per decorazione una specie di ordine Corintio, i di cui pilastri sono rivestiti di alabastro di Sicilia, che è molto bello. Sull'Altar maggiore vedesi un'imagine della Madonna, che dalla Germania tu trasportata nel 1621, attorno di cui vi sono molte pietre preziose e considerabili offerte, fatte dagli Imperatori e da altri Principi, in occasione di diverse vittorie contro gli Eretici, i Turchi ed altri nemici della Fede principalmente riportate.

La Maddalena, nella prima cappella a destra, è di Gio. Batt. Mercati. Nella seguente vedesi un quadro del Domenichino, rappresentante S. Francesco, che riceve il Bambin Gesù dalle mani della Madonna. Il S. Francesco è molto bello; i due laterali sono ancora dello stesso autore. La terza cappella è ornata d'un'Assunzione in bassorilievo di Pompeo Ferrucci; di un Cristo in croce, di Guido; e di una Trinità, del Guercino, quadro in cui vi sono partitamente delle bellezze. La prima cappella a sinistra ha un Cristo morto, del Cavalier d'Arpino; e la seconda un S. Giovanni della Croce, di Nicola Lorenese. Nella terza sono S. Lucrezia e S. Geltrude, del Guercino, di un forte colorito, ove S. Geltrude è molto meglio dipinta di S. Lucrezia.

Nella crociata a sinistra evvi una cappella magnifica, ornata a spese del Cardinale Federico Cornaro, ove si vede la celebre statua di S. Teresa, che il Bernino medesimo come il suo capo d'opera riguardava. Ella è rappresentata nell'estasi del Divino amore, con la più viva espressione; ed un Angiolo, tenendo in una mano la freccia, e con l'altra sembrando scoprirle un poco il seno, sorridendo la riguarda. La testa di quest'Angiolo è di una finezza singolare, e quella della Santa perfettamente bella. Nella cappella opposta, Domenico Guidi ha voluto gareggiare col Bernino per mezzo di un'opera presso a poco del medesimo genere, rappresentando S. Giuseppe in atto di dormire, con l'Angiolo, che in sogno gli apparisce. Questo gruppo è ben trattato, ed il Guidi aveva del merito, non può mettersi però a confronto col capo d'opera del Bernino.

Andando avanti verso la Porta Pia si trova la villa Barberini, e la strada della Porta Salara, che passa fra la villa Valenti a destra, e la villa Mandosi a sinistra. In questa seconda si veggono le rovine credute senza fondamento un antico Tempio di Venere e del Circo di Flora. Fuori della Porta Salara trovasi la magnifica VILLA ALBANI, eretta pochi anni sono dal celebre Cardinale Alessandro Albani, ed ornata con gusto, e magnificenza tale, che l'eguagliano alle più belle case di campagna, che abbiano i Sovrani più potenti dell'Europa. Le bellezze moderne riunite vi sono con le ricchezze dell'antichità. Avanti il casino principale evvi una gran piazza semicircolare, i di cui punti di vista sono gradevoli estremamente. Questo palazzo è composto di un gran corpo di abitazione, sotto di cui, dalla parte del giardino, domina una spaziosa galleria aperta o portico grande; e di due portici laterali, sul fine de' quali sono due specie di piccoli Templi, sul gusto antico fabbricati, che fanno prospetto all'estremità del portico grande. Vi si entra per una piccola sala di forma ottagona, ornata di colonne, bassirilievi, di maschere sceniche, di statue antiche rappresentanti Cerere, Venere, ed altre due, che credonsi Bruto e G. Cesare.

Presentasi dipoi il gran portico aperto in archi, pavimentato tutto di marmo, e sostenuto da pilastri e da colonne di granito di Egitto del più bel pulimento. I punti di vista e la decorazione sono ammirabili ed oltrepassano tutto ciò che in questo genere si può altrove vedere.È decorato di una elegantissima architettura, di bassirilievi antichi molto belli, e delle statue Imperiali di Tiberio, di Lucio Vero, di Trajano, di Marc'Aurelio, di Antonino Pio, e di Adriano, e di una statua singolare di Giunone.

Dirimpetto ai due archi nelle estremità di questo superbo portico vi sono due specie di gabinetti, incrostati di bellissimi marmi ed adornati col più gran gusto. In quello a destra si veggono le Cariatidi, quella nel mezzo ha una iscrizione Greca co' nomi di Critone e Nicolao scultori Ateniesi che ne sono gli autori; vi sono ancora i busti di L. Vero, di Vespasiano e di Tito, con due vasi di marmo. Nella Galleria ben lunga che siegue sono da notarsi gli ermi di Annibale, di Scipione, di Alessandro, di Leonida, di Epicuro, di Amilcare e di Temistocle, e quello particolare di un Mercurio, insigne per la doppia iscrizione. Quì sono parimente le statue di due Veneri, di due Muse, di un Fauno, di una Iside; ed altra sedente creduta di Faustina.

Fra questo gabinetto descritto ed il vestibolo dell'ingresso evvi la Cappella domestica, ripiena di preziosi marmi e di ornamenti dorati. L'altare è formato da un'urna di granito rosso, in cui riposano i corpi di S. Anticolo e di S. Regina Martiri.

Ritornando al gran portico nel vestibolo dopo la porta, prima di salire la scala nobile, ornata nelle mura di molti bassirilievi, fra' quali si distinguono due Baccanti che dansano, una coi crotali l'altra col timpano; un Filottete che pel morso di un serpe in una gamba mostra sentire il più vivo dolore; benchè altri credanvi rappresentato il Genio di un monte; una maschera colossale di rosso antico, e quello grande in marmo di Leucotea nudrice di Bacco, dello stile de' primi tempi Greci, comunemente detto Etrusco; si trova al primo ingresso una Roma trionfante in bassorilievo, ed una pittura antica di due donne che fanno un sagrifizio a Marte.

Salite le scale si entra in una sala ovale, dove sono due colonne di giallo antico e fra queste la statuetta di un Fauno; e sopra la finestra un bassorilievo colle carceri di un Circo; ed incontro sopra la porta altro rappresentante un sagrifizio al Dio Mitra.

Si passano tre camere per giungere ad un Gabinetto, con volta dipinta dal La Piccola, e pavimento di mosaico; la decorazione consiste nelle statuette di Diana, di Pallade, d'Ercole in bronzo, di altra piccola Pallade di alabastro e da quelle di due Fauni, di un Diogene, di un Sileno, di Apollo, o Saurottono in bronzo, pezzo assai pregevole; è parimente ornata da un celebre Canopo in basalte, da un Osiride sedente, e da dieci busti di alabastro; il monumento però più interessante l'erudizione è il bassorilievino ovvero ectipo dell'Ercole in riposo, o dopo l'Apoteosi, illustrato da Greche epigrafi, denotanti le imprese della vita di quell'Eroe; ed un altro piccolo bassorilievo col ritratto di Persio il Satirico di eccellente lavoro. La camera appresso ha varj graziosi piccoli bassirilievi fra quali ve ne sono alcuni che rappresentano Ampelo, il Genio di Bacco; il contrasto di Ercole con Apollo pel tripode; uno scultore chiamato Alcamene alla cui memoria sagrifica o la moglie o la figlia; e la di lui figlia sta sedente con una testa scolpita in una mano e con lo stecco nell'altra, simboli dell'arte sua, ed il grande sopra del camino della mezza figura colossale di Antinoo celebratissimo bassorilievo, di un lavoro veramente singolare che si riguarda come uno de' pezzi più rari di questa Villa.

Si entra adesso nella nobile Galleria, decorata dalle belle statue di Giove e di Pallade, e da bassirilievi eccellenti, i principali de' quali rappresentano Ercole fra l'Esperidi, Icaro e Dedalo, Marc'Aurelio sedente, e Bellerofonte che tiene il Pegaso si distinguono ancora fra li minori bassirilievi quello di Faustina e l'altro con Ganimede e Giove trasformato in aquila. La volta di questa Galleria ha superbe pitture del Cav. Mengs, che ha figurato nel gran quadro di mezzo il Parnaso, con Apollo in mezzo alle Muse e la madre di esse Mnemosine, di una bellissima fisonomia, in cui si disse ritratta la moglie di questo celebre Pittore. Nulla vi è di più bello, che il vago ed eccellente colorito di questo fresco, e delle due figure che ne due lati l'accompagnano.

Discendendo dall'appartamento si passa a sinistra nel Gabinetto della Giunone, così detto per la statua di questa Dea fra quello di due Cariatidi, ed ivi sono ancora li busti di Marc'Aurelio, di L. Vero, e di Pertinace, una testa colossale dell'0ceano e un vaso di marmo. Di quì si passa ad una lunga galleria contenente molti ermi di poeti tanto uomini che donne, e di Platone, di Numa, di Apollonio Tianeo ed altri, colle statue di due Sacerdotesse Etrusche, di tre Fauni uno de' quali tiene un Bacco Bambino, di una Diana e di un Apollo.

Si passa quindi ad una stanza ornata da pavimento di mosaico antico, e da due colonne una di alabastro fiorito, l'altra di diaspro di Sicilia; dalle statue di due Fauni, e da un'urna creduta da moderni di marmo Pario per la sua lucidezza, ma in realtà di alabastro gessoso; sono scolpite nella parte anteriore di essa le nozze di Peleo e Tetide e ne lati Nettuno da una parte, e dall'altra Portunno, lo stesso che il Palemone de' Greci, divinitá preside dei porti, come era creduto Nettuno del Mare.

II primo de' quattro gabinetti che seguono è ornato con un busto in porfido, con testa in basalte verde di Berenice; altri due di Caracalla e di Pertinace, un quarto in rosso antico di Lucilla, e finalmente altro in basalte di Giove Serapide; le mura sono decorate di bassirilievi in terra cotta, e di una pittura antica rappresentante un paese.

Nel secondo gabinetto vi sono le statue di due Tolomei, di Venere, e di Pallade dello stile Greco antichissimo detto Etrusco; vi è nel mezzo la gran tazza di marmo del diametro di piedi 7 che è celebre pe' bassirilievi scolpitivi in giro, rappresentanti le dodici forze, o labores, di Ercole, accompagnata ciascuna da figure accessorie di molta erudizione e rarità. È decorato poi questo gabinetto da otto colonnette di pavonazzetto.

Nel terzo gabinetto ornato di sei colonne, si veggono due Ermi assai rari di alabastro fiorito, che hanno la testa di giallo antico, l'una di Fauno, l'altra di Priapo; una tazza di marmo Africano, ed una seconda di granito nero; un antico mosaico rappresentante una barca Egizia; e nelle mura vi sono incastrati alcuni bassirilievi.

Il quarto gabinetto finalmente ha l'ornamento di otto colonne; nel fondo evvi una statua di Apollo, assiso sopra del tripode, ed in un lato una statua di Leda; nelle mura vi sono al solito de' bassirilievi fra quali uno con quattro Deità, dello stile detto Etrusco.

Nelle mura esteriori di questi gabinetti veggonsi poi affisse delle iscrizioni e marmi antichi fra quaIi distinto è il bassorilievo, denotante il singolare combattimento fra Mennone, il figlio dell'Aurora, ed Achille. Poco lungi si entra in un grazioso edifizio chiamato il bigliardo, decorato da otto colonne di breccia e di verde antico; che contiene le statue di Bacco, di Giacinto, di Massimo, di Geta, e di Tolomeo. Contigua è una camera in cui evvi il bassorilievo della creduta Berenice; e nella piccola galleriola annessa vi sono quattordici colonne belle, una statua di Diana Efesia e un'altra di un Satiretto. Il portico per cui si sorte oltre la decorazione di quattordici colonne, ha molti ermi, un candelabro, ed un bassorilievo con qualcun altro minore ed un termine muliebre.

Di quà si scende al giardino inferiore dove in fondo è un portico nel cui mezzo è una statua di Roma sedente, che ha nel suo basamento il bassorilievo in cui è rappresentato Teseo in atto di alzare la pietra sotto cui Egeo suo padre aveva riposta la spada e le scarpe, secondo l'ordine che Etra sua madre ivi presente gli ha imposto. Vi sono ancora le statue di Claudio, di Augusto, di un sacerdote Etrusco, e di una Cariatide; ed un bel cratere o tazza di marmo, in cui sono scolpiti un ermafrodito, alcuni Satiri, Fauni, e Baccanti, e tutti in bassorilievo.

Risalendo si trova il gran portico semicircolare incontro al gran casino; è questo portico decorato da ventisei colonne di varj marmi; venti delle quali hanno sopra situate altrettante statuette antiche; fra queste colonne si veggono ventidue Ermi; dieci maschere antiche e ventidue busti Imperiali, di Adriano, Antonino Pio, Galba, Caligola etc. e le statue di Mercurio, di Marte, di Apollo, di Diana, di Saffo, di Ercole, di Achille, e di un Bacco pregevolissimo particolarmente per la sua testa, e di due Cariatidi: nel mezzo poi del portico, evvi una tazza di breccia d'Egitto, e nell'ingresso da una parte la statua di Livia in forma di Giunone, e dall'altra quella di un guerriero incognito.

Il vestibolo appresso, che pe' monumenti che una volta vi erano detto il Canopo, contiene ora due statue Egizie di marmo nero, due sfingi e sei altre statuette, fra quali una di Ermafrodito. Entrandosi nella galleria ultima trovasi a destra la statua di una Ninfa su di una base ornata di mosaico antico rappresentante Esione esposta al mostro marino, e liberata da Ercole; a sinistra la statua di una Giunone con altro mosaico antico nelle base che rappresenta una scuola di filosofi o medici. La volta di questa galleria fu dipinta dal Lapiccola con un Baccanale di Giulio Romano trasportato in grande; accompagnato da altre pitture del Bicchierari; anche i muri sono decorati da bassirilievi, composti però da frammenti.

I limiti che in quest'opera ci siamo proposti non ci permettono di estenderci di vantaggio sopra questa famosa e deliziosa Villa; celebre monumento del buon gusto e delle vaste cognizioni del Card. Alessandro Albani, che fu il primo a ridestare il genio per simili collezioni di antichità; tanto più che se ne trova un'esatta descrizione stampata, fatta dal Sig. Avvocato Fea Prefetto delle Antichità.

Rientrando nella città per la porta Salara si prende a destra la strada che conduce alla Villa Ludovisi, dalla quale noi daremo principio alla descrizione del terzo Rione.

Stefano Piale - La città di Roma - 1826 - fonte Avirel