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RIONE - CAMPO MARZIO

Mappa del Rione Campo Marzio
Mappa del Rione Campo Marzio

Nome Monumento

Indirizzo

Tipo

Periodo

All Saints

via del babuino, 153

Chiesa

Sette-Ottocento

Ara Pacis Augustae

lungotevere in Augusta

Monumento

Romano

Busti del Pincio

villa borghese

Statua

Casa Canova

Palazzo

Chiesa dei S.S Giuseppe e Orsola

Edificio Religioso

Chiesa dei S.S. Biagio e Cecilia

Chiesa

Chiesa della Ss Trinità degli Spagnoli

via condotti

Chiesa

Sette-Ottocento

Chiesa della Trinità dei Monti

piazza trinità dei monti

Chiesa

Rinascimentale

Chiesa di Gesù e Maria

via del corso

Chiesa

Barocco

Chiesa di San Carlo al Corso

via del corso, 437

Chiesa

Barocco

Chiesa di San Giacomo in Augusta

via del corso, 499

Chiesa

Rinascimentale

Chiesa di San Girolamo degli Illirici

via di ripetta

Chiesa

Rinascimentale

Chiesa di San Gregorio Nazianzeno

Chiesa

Medievale

Chiesa di San Nicola dei Prefetti

via dei prefetti

Chiesa

Sette-Ottocento

Chiesa di San Rocco all'Augusteo

porto di ripetta

Chiesa

Barocco

Chiesa di Sant'Antonio de' Portoghesi

via della scrofa via dei portoghesi, 2

Chiesa

Barocco

Chiesa di Sant'Atanasio dei Greci

via del babuino, 149

Chiesa

Rinascimentale

Chiesa di Sant'Ivo dei Brettoni

vicolo della campana

Chiesa

Chiesa di Santa Lucia della Tinta

via monte brianzo

Chiesa

Chiesa di Santa Maria dei Miracoli

piazza del popolo

Chiesa

Barocco

Chiesa di Santa Maria del Popolo

piazza del popolo, 12

Chiesa

Rinascimentale

Chiesa di Santa Maria in Campo Marzio

via di campo marzio

Chiesa

Barocco

Chiesa di Santa Maria in Montesanto

piazza del popolo

Chiesa

Barocco

Chiesa di Santa Maria in Porta Paradisi

Chiesa

Colle del Pincio

Colonna dell'Immacolata

piazza di spagna

Monumento

Romano

Conservatorio della Divina Provvidenza

Edificio Religioso

Fontana del Porto di Ripetta

Fontana

Fontana della Barcaccia

piazza di spagna

Fontana

Fontana della Botticella

Fontana

Fontana della Scrofa

Via della Scrofa

Fontana

Fontana di Piazza Nicosia

Piazza Nicosia

Fontana

Fontana di Villa Medici

Fontana

Fontane di Piazza del Popolo

Piazza del Popolo

Fontana

Giardini di Villa Medici

Indirizzo: via Salaria 275.

Villa

Mausoleo di Augusto

Monumento

Romano

Muro Torto

Monumento

Obelisco del Pincio

villa borghese

Monumento

Romano

Obelisco di Piazza del Popolo

Monumento

Romano

Obelisco Sallustiano

piazza trinità dei monti

Monumento

Romano

Oratorio del Ss. Sacramento a via Belsiana

Edificio Religioso

Palazzetto Ansellini

Palazzo

Palazzo Bernini Manfroni

via Borgognona, 47

Palazzo

Palazzo Boncompagni Cerasi

via del Babuino, 49

Palazzo

Palazzo Borghese

largo di fontanella borghese, 19

Palazzo

Palazzo Cardelli

piazza di Firenze, 27

Palazzo

Palazzo del Principe di Polonia

Palazzo

Palazzo dell'Ordine di Malta

via Condotti, 68

Palazzo

Palazzo di Spagna

piazza di Spagna, 57

Palazzo

Palazzo Gomez Lepri Gallo Silj

via della Croce, 78a

Palazzo

Palazzo Mignanelli Gabrielli

piazza Mignanelli, 22

Palazzo

Palazzo Nunez

via Bocca di leone, 79

Palazzo

Palazzo Patrizi Naro

via Margutta, 53a

Palazzo

Palazzo Ruspoli Caetani

largo goldoni, 6

Palazzo

Palazzo Sanseverino Rondanini

via del Corso, 518

Palazzo

Palazzo Zuccari

piazza Trinità dei Monti, 14

Palazzo

Piazza del Popolo

Piazza di Spagna

Porta del Popolo

Porta Pinciana

Rampa di San Sebastianello

Rampa Mignanelli

Scalinata di Trinità de' Monti

Monumento

Via dei Condotti

Via del Babuino

Via di Ripetta

Villa delle Rose

Villa

Panorami da Villa Medici

Villa

1. Confinando col Tevere. Dalla Riva del Fiume presso le Mura di Porta del Popolo (1) si stende fino al Porto di Ripetta (2), e quindi fino alla Cordonata, per cui si ascende incontro al Vicolo del Cancello, detto ancora di s. Lucia della Tinta.

2. Con Ponte. Qui volta a sinistra per la detta Cordonata (3); e passa direttamente a fianco della Chiesa di S. Lucia suddetta, e per tutto il Vicolo del Cancello. Indi rivolge a sinistra per la Via dell'Orso: lasciando poi a destra la Via de' Pianellari.

3. Con S. Eustachio. Continua in linea retta, passando avanti alla Chiesa, e in mezzo alta Piazza di S. Antonio; donde traversato il Capocroce della Scrofa, entra nella Via della Stelletta, detta ancora di Campo Marzo. Giunge al fine di questa Via, voltando sulla destra: passa innanzi alla Chiesa, ed include la Piazza di S. Maria in Campo Marzo; e rivolge a sinistra includendo sempre la stessa Piazza, finché lascia la Via della Maddalena sulla destra.

4. Con la Colonna. Quindi continua direttamente per la Via della Tribuna di detta Chiesa; e volta subito nuovamente a sinistra per l'altra Via di Campo Marzo (4), traversando poi il prossimo Capocroce, finché giunge alla Piazza di S. Lorenzo in Lucina. Qui volta a destra, passando in mezzo a questa Piazza (5); traversa la Via del Corso, e prosiegue per tutta la Via Frattina, includendo la Piazza di Spagna. Volta a destra per la Via Paolina (6); e continua sino al Capocroce appiè della Salita di S. Giuseppe a Capo le Case. Volta quivi a sinistra; si stende per tutta questa Salita: e volge nuovamente a sinistra, ascendendo per la Via di Porta Pinciana (7), finché passando per questa lunga Via, perviene alla Porta Pinciana esclusivamente, la quale spetta al detto Rione della Colonna; dove volta a sinistra.

5. Per le Mura della Città . Da Porta Pinciana esclusivamente prosiegue sino a Porta del Popolo, e quindi sino alla Riva del Tevere, ove giunge a terminare tutto il suo giro.

6. Di là dal Tevere confina colle Vigne e coi Prati, che sono fuori della Città verso il Castello S. Angelo.

Il Rione di Campo Marzo contiene due terzi in circa di fabbricato verso Ponente; e l'altro è tutto occupato dalle Vigne e dagli Orti, includendo altresì la Villa già Medici, ora dell'Accademia di Francia, presso la Chiesa della Trinità de' Monti. Abbraccia il Rione medesimo una parte del Monte Pincio, parte dell'antica Regione del Circo Flaminio, e parte del sito dell'antico Campo Marzio, da cui prende il suo nome.

Parte orientale del IV Rione, in cui sono la piazza di Spagna, quella del Popolo, e la Trinità de' Monti.

Questa parte del quarto Rione comprende ciò che a Levante della strada del Corso è situato.

La PIAZZA DI SPAGNA, dove noi abbiamo terminato la descrizione del terzo Rione, e dove credesi che anticamente fosse la Naumachia di Domiziano, riceve ornamento dalla facciata del palazzo dell'Ambasciatore di Spagna, da cui ha preso il nome. Ella è decorata ancora dal Collegio di Propaganda dal palazzo Mignanelli, e da molte altre buone abitazioni, ma soprattutto dalla magnifica Scala della Trinità de' Monti, e dalla bella fontana della Barcaccia, fatta costruire da Urbano VIII, col disegno del Bernino. Rappresenta questa una nave, e comparisce molto bella agli occhi de' riguardanti.

Da questa fontana appunto comincia la grande Scala della Trinità de' Monti, che dalla piazza sopra il monte Pincio conduce. Benchè la forma di questa scala non sia tanto regolare quanto essere lo poteva, ella è nondimeno nel genere suo la cosa più bella che si conosca. Fu cominciata d'Alessandro Specchi sotto Innocenzo XIII e compita sotto Benedetto XIII da Francesco De Sanctis per un legato di Stefano Gueffier Francese.

L'Obelisco di granito rosso, con geroglifici che in alto serve di decorazione avanti la Chiesa, fu quì eretto nel 1789 dall'architetto Antinori per ordine del gran Pontefice Pio VI. Appartenne già al Circo di Sallustio, d'onde fu tratto rotto, e ristaurato ora forma accompagnamento a quello di S. Maria Maggiore ed all'altro di Monte cavallo, parimente inalzato dallo stesso Antinori per ordine del medesimo Pio VI.

La TRINITÀ DE' MONTI, che in cima alla scala in una graziosissima situazione si vede, era un convento de' Minimi della nazione Francese, fondato nel 1494 da Carlo VIII Re di Francia, in riguardo di S. Francesco di Paola, di quest'Ordine istitutore. La Chiesa, la di cui volta fu rifatta nel 1774, era stata consacrata da Sisto V ai 9 Luglio 1585, che per titolo di un Cardinal Diacono la destinò.

La bella VILLA MEDICI, che al gran Duca di Toscana appartiene, è situata sul fine del giardino de' Minimi, ed alla medesima elevazione. Ella fu fondata dal Cardinale Ferdinando Medici, figlio di Cosimo gran Duca di Toscana che fece costruire il Casino, accresciuta poi ed abbellita dal Card. Alessandro Medici, poi Leone XI. Annibale Lippi ne fu il primo architetto, e venne di un gran numero di antichità arricchita. L'architettura del Palazzo dalla parte di Roma non ha cosa veruna di rimarcabile; ma la facciata interiore, che il giardino riguarda fu decorata sotto la direzione di Michelangelo con bella simetria di bassirilievi, di busti e di statue antiche; ma le statue, busti, bassirilievi e marmi de' quali era ricco questo casino, e giardino furono trasportati a Firenze nel fine dello scorso secolo. Nel primo appartamento, nel 1769 alloggiò l'Imperatore Giuseppe II; vi si osservano due soffitti di Sebastiano del Piombo, ciascun di essi in sette quadri diviso, che rappresentano differenti Divinità, il di cui disegno è buono, e vi si trovano alcuni graziosi caratteri di teste: osservasi ancora la battaglia di Lepanto del Tempesta, due Storie di Andrea del Sarto, sei quadri del Bassano, alcune tavole di pietre rare, ed altre cose degne d'esser vedute.

Alla fine di questa strada è la PIAZZA DEL POPOLO>, dove terminano ancora le strade del Corso e di Ripetta. Ella è decorata dalle facciate delle Chiese della Madonna del Popolo, di Santa Maria di Monte Santo, della Madonna de' Miracoli, da un grande obelisco Egizio, da una bella fontana e dalla porta del Popolo, che prima si chiamava porta Flaminia, e per cui gli Ambasciatori, i Cardinali ed i Principi Sovrani fanno il loro pubblico ingresso. Nessuna Città presenta un ingresso così sorprendente come quello della porta del Popolo. La veduta dell'obelisco, di tre grandi strade di prospetto, e delle due Chiese che vi sono in mezzo, forma un colpo d'occhio magnifico, e nella più brillante maniera annunzia la Città di Roma a coloro che vi giungono, provenienti dalla Francia e dalla Germania per la strada di Firenze. Pio IV., col disegno di Michel Angiolo, fece costruire questa porta dal Barozio da Vignola, che ne decorò la parte esteriore con due statue e quattro colonne di marmo di ordine Dorico, con un attico sopra il cornicione. La facciata interiore fu ornata dal Bernino sotto il Pontificato di Alessandro VII.

Trovasi fuori di questa porta la Via Flaminia, fatta anticamente da Cajo Flaminio, vincitore de' Liguri; la Villa Giustiniani, che in oggi è ridotta ad orto; il giardino Odescalchi, la di cui facciata è architettura di Onorio Longhi; la bella Villa di Papa Giulio III, ove i Cardinali e gli Ambasciatori si partono per cominciare la comparsa del lororo ingresso; il di cui palazzo fabbricato dal Vignola, è arricchito di varie pitture e di alcune antichità fralle quali evvi la morte della Regina delle Amazoni in bassorilievo. La graziosa e piccola Chiesa di S. Andrea Apostolo, decorata di pilastri Corintj dal medesimo Architetto; e finalmente Ponte Molle, chiamato prima Milvius dalla vicinanza del Monte Mario, anticamente detto Agger Milvius.

Ma il monumento principale fuori di questa porta, voltando a destra e la VILLA BORGHESE. Avanti però l'ingresso di essa si trova il MURO TORTO, che è uno spazio di alquante canne delle mura della città, inclinato come se fosse prossimo a cadere, il quale contuttociò si trovava in questo stato a tempo di Belisario nel 538. La sua costruzione è di forma reticolata, secondo la maniera delle antiche fabriche del tempo di Augusto, e servita per costruzione del monte Pincio in quell'angolo, su cui probabilmente fu la sepoltura della Famiglia Domizia dove fu chiuso il cadavere di Nerone.

Il Card. Scipione Borghese Nipote di Paolo V fece costruire questa Villa che ha circa tre miglia di giro. Una cancellata di ferro forma l'ingresso. Il Principe D. Marco Antonio Borghese si occupò molto verso il fine del secolo scorso dell'abbellimento di questa Villa; inalzandovi due tempietti uno ad Esculapio, altro tondo a Diana; formandovi un lago, un aquedotto, più fontane, una specie d'Ippodromo o Anfiteatro, altro tempietto semidiruto a Cerere, e bellissime passeggiate ornate di statue antice e moderne, ma più di tutto si occupò dell'ornamento del Casino, che aveva reso il più superbo di Roma.

Al mezzo giorno della piazza del Popolo veggonsi due belle Chiese di uniforme architettura, che accompagnano i laterali della grande strada del Corso. Quella della MADONNA DE' MIRACOLI, che alla destra, nel 1628 fu rifabbricata dal Cardinal Gastaldi sotto Alessandro VII, col disegno del Cavalier Rainaldi. La facciata di cui ne fu l'architetto il Cavalier Fontana, è ornata di colonne, che formano un portico aperto, coronato da otto statue, dietro le quali s'inalza una cupola, che termina l'edifizio. L'architettura interiore della Chiesa è buona. La cupola è di forma circolare, e l'ordine Corintio, che la decora, è di buona grandezza; ma l'arco del Coro è troppo stretto. Vi si osservano alcune statue e dei Sepolcri di marmo.

La Chiesa della MADONNA DI MONTE SANTO, fu dal Card. Gastaldi parimente rifabbricata sul medesimo disegno di quella della Madonna de' Miracoli, con la quale fa simetria: il di lei interno però non è così bello. E decorato d'un ordine Corintio, che divien piccolo in proporzione della cupola ovale, che gli sovrasta. L'altar maggiore è di marmi, di bronzi e di belle colonne ornato. Nella cappella del Crocifisso, che è la prima a destra, si osservano molte pitture di Salvator Rosa, delle quali la più stimata rappresenta Daniele in atto di esser gettato nel serraglio de' leoni. Nella terza cappella vedesi una Santa famiglia, quadro molto bello di Carlo Maratta, ben composto, con buona armonia di colori, e in cui l'aria de' volti è benissimo variata. Dirimpetto a questa evvi la cappella Montioni, di due colonne di verde antico e di preziosi marmi adorna, in cui il suddetto pittore ha espresso San Rocco e S. Francesco in atto di pregare la Madonna. Nella Sagrestia vedesi un bel quadro del Baciccio, in cui è rappresentata la Madonna col Bambin Gesù, della più bella maniera.

L'obelisco Egizio, che nel mezzo della piazza del Popolo esiste, in faccia alle grandi strade del Corso, del Babuino e di Ripetta le dà un magnifico aspetto. Questo ha 152 palmi e mezzo di altezza dal suolo della piazza sino alla sommità della Croce, e fu in questo luogo inalzato nel 1589 per ordine di Sisto V colla direzione di Domenico Fontana. Samneserte, Re di Egitto, 522 anni prima di G. C. lo aveva fatto lavorare in Elipoli, da dove l'Imperatore Augusto lo fece a Roma trasportare per decorarne il Circo Massimo. Quest'è di un granito singolare ed inciso tutto di geroglifici Egiziani.

La decorazione maestosa, che nè quattro angoli di questa piazza è ormai per ridursi al suo termine, co' disegni e direzione dell'Architetto Sig. Giuseppe Valadier ha reso presentemente quest'ingresso di Roma il più magnifico, e mediante li quattro edifizj consimili aggiunti negli angoli, regolare e commodo. I due semicircolari a destra e a sinistra coll'ornamento di una grandiosa fontana in mezzo a ciascuno di essi, hanno dato alla maestosa piazza la forma di Anfiteatro, ed hanno compito di renderla veramente singolare. Questa benchè non ancora perfezionata, mancandovi il compimento delle due grandi fontane e de' portici nella salita al Pincio e l'ornamento delle verzure tuttavia ne assicurano fin d'ora il bellissimo effetto e la sublimità del pensiero.

La magnifica strada del Corso, che nel mezzo della piazza del Popolo si presenta, ed al palazzo di Venezia finisce, è la strada principale di Roma, e serve di pubblico passeggio. In questa strada si fanno ancora le corse de' barberi, da Paolo II circa l'anno 1465 ordinate; ed in essa si adunano le maschere nel tempo del carnevale. Ella è decorata di bei palazzi e di alcune belle Chiese, ed occupa nella sua parte meridionale il sito dell'antica Via-Lata, che dalle radici del Campidoglio si estendeva fino almeno alla piazza di Sciarra, dove la Via Flaminia cominciava.

Si trova quasi subito in questa strada il palazzo Rondinini, ove si osservano buone pitture: dei disegni de' più abili maestri; quantità di busti; una statua di Alessandro Magno, che può stare in confronto delle più belle; molte altre statue antiche, con buoni bassirilievi, uno de' quali rappresenta Vulcano, che aspetta il momento di vedere nascere Pallade dal cervello di Giove ed altri; Ercole, che sacrifica a Silvano; Edipo condotto da' suoi figliuoli; Oreste furioso, sostenuto da Pilade suo amico, ed alcuni attori di Tragedia; molti de' quali monumenti antichi e di belle Arti sono stati dispersi presso gli Eredi.

Un poco più basso vedesi la bella Chiesa di GESÙ e MARIA, la quale agli Agostiniani scalzi appartiene. Fu fabbricata verso la metà dell'ultimo secolo col disegno di Carlo Milanese. La facciata, eretta dal Cavalier Rainaldi, è ornata di pilastri compositi. La di lei massa è buona, ed i corpi indietro sostengono bene il corpo, che sporge in fuori. L'intero è di una buona proporzione, e con magnificenza decorato da belli altari, sepolcri, statue, e stucchi dorati; ma l'ordine Dorico che vi regna, non corrisponde alla ricchezza della Chiesa. Il bel quadro dell'altar maggiore, rappresentante G. C. che corona la Madonna, è di Giacinto Brandi il quale ha parimente dipinto lo sfondo della gran volta, ed alcuni altri quadri. Nella Sagrestia vi è uno sfondo di tre quadri del Lanfranco, che rappresentano gli Apostoli riguardanti il transito della Madonna, l'istessa che sale al Cielo, e la Santissima Trinità che ve l'aspetta.

La Chiesa dello Spedale di S. GIACOMO DEGL'INCURABILI che ora è divenuta una delle 44. Parrochie di Roma; fu fondata circa l'anno 1339 dal Cardinal Pietro Colonna, è situata sul Corso, quasi dirimpetto a quella degl'Agostiniani. Ella fu rifabbricata nel 1600 dal Cardinale Antonio M. Salviati, col disegno di Francesco da Volterra; ma la di lei bella facciata è stata eretta da Carlo Maderno, e decorata di un ordine composito sopra un Dorico, che l'uno sull'altro producono una buona proporzione. L'interno, che è di forma ovale, è ornatissimo. Vi si osservano alcune buone pitture, ed un gran bassorilievo in marmo di Mr. le Gros, ed è posto nella seconda cappella a destra, e rappresenta S. Francesco di Paola sopra una nuvola, invocando la Madonna per la salute di una moltitudine di malati, che nel basso si veggono. Quest'opera non è esente da qualche errore, ma vi è molto merito in riguardo della esecuzione. Nello spedale vi sono 130 letti separati in due sale, una delle quali è per gli uomini, l'altra per le donne.

Un poco più verso mezzo giorno si prende a sinistra la strada Vittoria, dove trovasi il gran Monastero delle Orsoline, fondato dalla Principessa Camilla Orsini Borghese, nel 1684 dalla Duchessa Laura di Modena accresciuto, e quasi interamente rifabbricato nel 1760 co' donativi di Clemente XIII e di altri benefattori. La Chiesa dedicata a S. Giuseppe che era ornata di pitture del P. Pozzi Gesuita, ora è fabbricata nuovamente.

Di là si prende la via che a destra rimane e si arriva alla strada Condotti, dove vedesi, dalla parte della Trinità de' Monti, il palazzo Nunez, ornato di pitture a fresco e di stucchi di buonissimo gusto, ora venduto al Bonaparte; ed il palazzo dell'ordine di Malta, dove abita l'Ambasciatore del Gran Maestro, che a tale effetto dal dotto Antonio Bosio fu alla Religione di Malta donato.

Dalla parte del Corso, nella medesima strada Condotti è la bella Chiesa della Trinità, nel 1741 rifabbricata col disegno di Emmanuele Rodriquez, Portoghese, ed ufiziata da' Trinitarj Spagnuoli. La facciata è adorna di pilastri, di colonne e di statue. Nell'interno, che è di forma ovale veggonsi graziosi altari, molte dorature e varie pitture, fatte da Giuseppe Casale, Francesco Preziado Spagnuolo, Corrado Giaquinto, dal Cavalier Benefiali e da Gaetano Lapis.

L'oratorio di S. Lorenzo, che appartiene alla confraternita del Sacramento in S. Lorenzo in Lucina, si trova nella piccola strada, che rimane accanto al convento de' Trinitarj.

Parte occidentale del IV Rione, ove sono la Chiesa di S. Carlo, il Palazzo Borghese, ed il porto di Ripetta.

Questa parte del IV Rione comprende ciò che è a Ponente dalla strada del Corso.

Dal capocroce, formato dal Corso e dalla strada Condotti, chiamato piazza de' Gaetani, vedesi a destra la grande e bella Chiesa di S. CARLO, situata sul Corso ed uffiziata da alcuni Cappellani della nazione Milanese, la quale nel secolo XVII la fece con magnificenza fabbricare sul disegno di Onorio Longhi. La facciata, la di cui massa generale fa un buon effetto, è decorata da un ordine Corintio, il quale è un poco troppo grande e troppo tormentato dai risalti. L'interno, parimente ornato di un bell'ordine Corintio, è molto meglio proporzionato. Con tutto ciò trovasi che la nave è troppo alta tutto il gran piedistallo, il quale abbatte l'ordine. La cupola, che fu diretta da Pietro da Cortona, è un poco piccola; ma ella è ben decorata, e la mossa della sua pianta con le sue colonne fa buonissima comparsa. La gran volta è ancora molto bene ornata, e le pitture nelle volte delle navi laterali le fanno ricchissime comparire. Sull'Altar maggiore evvi un gran quadro di Carlo Maratta; in cui vedesi la Madonna, che presenta S. Carlo a Gesù Cristo, per la quale opera si cominciò a porre l'autore nel rango de' gran pittori. Osservasi ancora nella terza cappella a destra, un S. Barnaba, del Mola; e nella crociata, un bell'Altare di marmo, ornato di un bel quadro in mosaico, cavato dall'originale di Carlo Maratta, e delle statue di Giuditta e del Re David; la prima di Pietro Pacilli, e l'altra del Le Brun.

Il PALAZZO RUSPOLI, uno dei più grandi, e de' più belli edifizi che sul Corso vi siano, è situato fra la piazza Gaetani, che abbiamo nominata di sopra, e quella di S. Lorenzo in Lucina. Questo fu dai Gaetani fabbricato col disegno del celebre Bartolommeo Ammannato, Fiorentino. Sotto il portico del cortile vedesi una statua colossale di Alessandro Magno. La scala è la più bella che sia ne' palazzi di Roma. Vi sono quattro branche di 30 scalini l'una, ed è di una facilità e di una nobiltà sì grande, che rendesi nel suo genere singolare. Tutti gli scalini sono di marmo bianco, ciascuno di un solo pezzo 13 palmi lungo e 3 largo. Ella è ornata di molte statue antiche, che rappresentano Bacco, Apollo, Mercurio, l'Imperatore Adriano, un Console, Onfale, che porta in testa la pelle del Leone Nemèo, l'Imperator Claudio, Esculapio, dei Fauni, e Giulia Domna sotto la figura di Jole. Osservansi ancora in questo palazzo de' bei paesi; de' piedistalli di giallo antico; un gruppo delle tre Grazie di buonissima maniera; ora al Braccio Nuovo del Museo Chiaramonti al Vaticano trasportato, dodici busti moderni de' Cesari; delle statue di Adriano, di Antonino Pio e di un Sileno; ed un gran bassoribevo antico di marmo con Telefo ed altre figure, i di cui caratteri son belli ed i panneggiamenti bene accomodati.

Di là si passa al PALAZZO BORGHESE, che è uno de' più belli, de' più grandi e de' più ricchi palazzi di Roma. Fu incominciato dal Cardinal Deza nel 1590, e terminato sotto Paolo V, che era della Famiglia Borghese. La facciata principale, che ha 269 palmi di lunghezza, fu eretta col disegno di Martino Longhi; e Flaminio Ponzio ha fatto quella, che vedesi da Ripetta. La gran fabbrica, che rimane dall'altra parte della piazza borghese, la quale serve di comune abitazione per la gente di servizio, fu da Antonio de' Battisti architettata. Il cortile del Palazzo ha in tutto il suo contorno due piani di archi; sopra de' quali evvi un attico Corintio, e sono essi sostenuti da cento colonne di granito, Doriche e Joniche, le quali formano nel pian terreno e nel superiore due portici aperti. Fra le statue sotto di essi collocate, son degne di osservazione nel pian terreno un Apollo Citaredo, una Giulia Pia, sotto la forma della Musa Talia, ed un'altra Musa.

Dietro questo Palazzo trovasi il PORTO DI RIPETTA, dove approdano tutte le barche, che dalla Sabina e dall'Umbria scendono il Tevere, e portano a Roma mercanzie, che alla giornaliera sussistenza bisognano. Questo fu fabbricato nel 1704 da Clemente XI, ed ornato di architettura, d'iscrizioni e di fontane, con larghi scalini che ne facilitano l'accesso e lo sbarco. Il di cui colpo d'occhio per ogni parte è pittoresco.

Dirimpetto a questo Porto evvi la Chiesa Collegiata e nazionale di S. GIROLAMO DEGLI SCHIAVONI, la quale fu da Sisto V rifabbricata, essendo ancora Cardinale, col disegno di Martino Longhi il vecchio, e di Giovanni Fontana. La facciata è adorna di pilastri Corintj scannellati sopra un ordine di pilastri Jonici. La di lei forma è molto graziosa. Vi sono nel Coro belle pitture a fresco, che la vita del Santo titolare rappresentano. Quella del fondo è di Antonio Viviani; quelle de' lati furono dipinte da Andrea d'Ancona, e quella della volta da Paris Nogari. Le Sante donne al sepolcro di Gesù Cristo nella seconda cappella, ed il S. Girolamo nella terza, a cui un Angiolo suona la tromba, sono buoni quadri di Giuseppe del Bastaro.

Un poco più alto trovasi la Chiesa di S. Rocco, della Università de' Marinari, degli Albergatori, e de' Carrettieri, con uno Spedale per i malati della loro comunità, e per le donne gravide, che nella propria loro casa non hanno la comodità di partorire. La fabbrica della Chiesa verso la metà dell'ultimo secolo fu terminata col disegno di Gio. Antonio de' Rossi. Vi si veggono delle pitture del Calabrese, del Baciccio, di Baldassar Peruzzi, di Francesco Rosa e del Crecolini; ma sopra tutto si osserva il quadro dell'altar maggiore, fatto da Giacinto Brandi, che vi ha rappresentato S. Rocco sopra una nuvola, a cui G. C. porge la sua mano a baciare; e quello della seconda cappella a destra, rappresentante San Rocco e S. Antonio, che invocano la Madonna per ottenere la liberazione dalla peste: questo quadro è del Baciccio ben colorito. Presentemente questa Chiesa è divenuta una delle 44 Parrocchie di Roma.

Lateralmente a questa Chiesa, dietro il gran casamento nuovo dello spedale di S. Rocco, si vedono gli avanzi del magnifico MAUSOLEO DI AUGUSTO, che questo Imperatore aveva fatto inalzare nel tempo del sesto suo Consolato. Questo è una specie di gran torre rotonda, la di cui parte superiore è stata distrutta e di tutti gli ornamenti spogliata, di cui era già arricchita.

Presentemente si è ridotto il giro più ristretto ad un'arena di Anfiteatro, in cui si danno i publici spettacoli delle giostre de' tori, e de' fuochi artificiali notturni; e sotto vi sono ancora molte camere dove le ceneri della famiglia di Augusto furono anticamente deposte.

Seguitando sempre la strada di Ripetta, verso la porta dal Popolo, si trova a sinistra il magazzino per i legnami da fuoco, e a destra la piccola Chiesa di S. Maria della Porta del Paradiso, che dipende dallo spedale di S. Giacomo degl'Incurabili, la quale prima si chiamava S. Maria in Augusta per la vicinanza del Mausoleo di Augusto. Ella fu rifabbricata nel 1628, e vi si osservano tre belli altari di marmo, buone pitture e due graziosi sepolcri. Il Conservatorio delle Zitelle della divina Provvidenza, la di cui cappella è dedicata a S. Michele, anch'esso sulla medesima strada si trova.

Dalla piazza Borghese, di cui abbiamo di sopra parlato, si prende una strada, che passa avanti la piccola Chiesa di S. Cecilia e S. Biagio, della confraternita de' Materazzari, la quale conduce verso Mezzogiorno al palazzo di Firenze, il di cui cortile, ornato di colonne antiche, fu architettato dal Vignola. Vedesi vicino a questo palazzo, l'antica Chiesa Parrocchiale di S. Niccola de' Prefetti, uffiziata da' Domenicani; che ora ha cessato di essere Parrocchia; ed un poco più basso, verso il mezzogiorno, si trova il Monastero della Concezione in Campo Marzo, che deve il suo principio ad alcune Religiose Greche dell'ordine di S. Basilio, venute a Roma intorno all'anno 750, per fuggire la persecuzione dell'Imperatore Leone Isaurico, nemico dichiarato del culto delle Immagini. La regola e l'ordine di S. Benedetto sono state sostituite dipoi a quelle di S. Basilio, e le Religiose hanno fatto fabbricare una nuova Chiesa, col disegno di Gio. Antonio de' Rossi. L'altar maggiore ornato di prospettive del P. Pozzi Gesuita; e si veggono ancora in questa Chiesa altre pitture degne di stima.

Di là si passa alla strada della Scrofa,vicino a cui è la galante Chiesa di S. Antonino de' Portoghesi, rifabbricata circa l'anno 1695 col disegno di Martino Longhi il giovane, e di belle cappelle e di buone pitture ornata; e la piccola chiesuola di S. Ivo de' Brettoni, che nel 1456 fu conceduta ai Francesi della Provincia di Brettagna, ed è stata unita da Gregorio XIII alla Chiesa di S. Luigi de' Francesi. Ella è ornata di colonne di granito e di alcune pitture, fra le quali evvi S. Giuseppe, di Carlo Maratta. Ancor questa non è più Parrocchia.

Un poco più alto, nella strada che conduce al Ponte S. Angiolo, trovasi la piazza Nicosia ed il Collegio Clementino, così chiamato da Clemente VII, che nel 1596 fondò per educarvi la nobile gioventù sotto la direzione de' Cherici Regolari Somaschi. Questo Collegio è uno de' più accreditati che siano in Roma. Vi si vede un teatro assai bello per gli esercizj della gioventù ed una cappella con pitture di Luigi David.

Nella strada, situata alla sinistra di questo Collegio, evvi la piccola Chiesa di S. Gregorio, fondata nel 1527 da una Confraternita di Muratori; ed in quella, che è a destra, S. Lucia della Tinta, Chiesa Colleggiata e una volta Parrocchiale, che sulle rovine del Tempio di Plutone e di Proserpina si crede fabbricata.

Stefano Piale - La città di Roma - 1826 - fonte Avirel