Affine di togliere l'usura, che specialmente veniva pratticata dagli Ebrei,diversi Cavalieri Romani circa l'anno 1539 improntarono una somma considerabile di danaro, che depositato in questo monte prestar si dovesse su i pegni di coloro, che ne avessero di bisogno. Quest'opera di pietà fu approvata da Paolo III. Sisto V concesse loro una casa,e Clemente VIII li munì di molti privilegi. Questo edifizio forma un'isola molto vasta, parte della quale serve a conservare i pegni, e parte per custodia del danaro, che vi si deposita. Monsignor Tesoriere della Camera Apostolica, e quaranta Cavalieri Romani presiedono a questo luogo. Evvi inoltre una cappella assai ricca incrostata di buoni marmi, ornata di statue, e di bassorilievi scolpiti da Domenico Guidi, da Mr. le Gros, da Mr. Teodon, dal Mazzolini, dal Cametti, dal Cornacchini, e dal Moderati.