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Mausoleo di Santa Costanza

Mausoleo di Santa Costanza
Mausoleo di Santa Costanza

Anteriori di qualche anno a quelli di Santa Pudenziana sono i mosaici di Santa Costanza sulla via Nomentana. Essi adornano la volta di un edificio rotondo, e rappresentano scene di vendemmia, la qual cosa ha indotto molti a credere che si trattasse di un antico tempio di Bacco trasformato più tardi in oratorio cristiano. Ma l'ipotesi non ha fondamento, e oramai e accertato che si tratta di un mausoleo, costruito secondo le norme adottate per i mausolei romani, e destinato alla figlia di Costantino, Costanza. Un curioso equivoco, e la riconoscenza esagerata verso l'imperatore del cristiani, indusse a santificare quella sua figlia che fu bellissima e corrottissima, esperta in ogni voluttà e in ogni amore, da vera matrona romana della decadenza. Si vuole che, contemporaneamente a lei, vivesse a Roma una pia donna del suo stesso nome, la qual cosa indusse in errore la Chiesa, che desiderosa di onorare la famiglia di Costantino, non esitò ad aprire le porte degli eletti a sua figlia che veramente non aveva fatto nulla per meritare un simile onore. L'edificio nel quale ella riposa e di forma circolare con la volta sorretta da colonne di granito grigio e murata da mosaici rappresentanti genietti alati in atto di vendemmiare. Essi appariscono finemente disegnati sopra un fondo bianco, quasi a imitare l'intonaco degli affreschi, e ripetono forme e concetti intieramente pagani. È noto infatti come questi annettessero un senso funebre alle scene di vendemmia — quasi a significare l'opera costante della morte che taglia i buoni e i cattivi grappoli dal ceppo della vite — senso che i cristiani trasformarono in un concetto mistico, ripetuto spesso nelle parole di Gesù. Anche il sarcofago nel quale riposava Costanza — che è di porfido come quelle di sua madre Elena — riproduce le stesse scene e le stesse decorazioni della volta. Questo monumento porfiretico rimase nel centro del mausoleo fino all'anno 1595, epoca in cui il cardinale Sfondrato, restauratore della chiesa vicina di Santa Costanza, non lo mise da un lato sostituendolo con un altare. Ma nel 1519 Pio VII lo tolse definitivamente di là per trasportarlo nella rotonda del museo Vaticano di fronte a quello simile di Sant'Elena. Il che dimostra almeno che il papa Braschi non aveva un rispetto troppo profondo per quei due antichi personaggi della cristianità.

Roma - DIEGO ANGELI - ISTITUTO ITALIANO DARTI GRAFICHE — EDITORE - 1914

Mausoleo di Santa Costanza
Mausoleo di Santa Costanza

SEPOLCRO DI COSTANZA

Narra Ammiano Marcellino che sulla via nomentana era il suburbano di Costantino dove furono sepolte Costantina moglie dì Gallo cesare, ed Elena moglie di Giuliano poi imperadore l'anno 360 della era volgare:

Inter quae Helenae coniugis defunctae suprema miserat

Romam in suburbano viae nomentanae condenda,

ubi uxor quoque Galli quondam soror ejus sepulta

est Constantina:

la una e l'altra erano figlie di Costantino avute da Fausta figlia di Massimiano Erculio, come ancora Costanza che consacrossi a Dio, e morì vergine nel monastero da lei fondato presso la chiesa di s. Agnese, e che non dee confondersi con Flavia Valeria Costanza sua zia, moglie di Licinio. Anche Costanza giuniore fu sepolta nel sepolcro della famiglia, e siccome le sue virtù, cristiane la promossero all'onore degli altari, perciò il sepolcro poscia fu dedicato in chiesa che oggi s. Costanza si appella. Questo monumento sulla via nomentana, è presso la chiesa di s. Agnese, cioè poco meno di 2. miglia fuori della porta Pia a sinistra. Come chiesa ne parlerò trattando questo articolo nella Parte Moderna, come sepolcro antico è questo il luogo di ragionarne. Negli atti di s. Asgnese si legge che Costanza, da altri delta pur Costantina, rimasta vergine venne sepolta in un sarcofago prezioso di porfido, e che le fu edificata dal padre una chiesa, e dai fratelli fu questa ornata di colonne e di musaico: asserzione che va intesa con qualche criterio, poiché Costanza morì dopo Costantino onde questi non poté edificarle una chiesa, ma sibbene edificò a sua insinuazione la chiesa prossima di s. Agnese: i fratelli poi possono avere ornato con colonne e musaici il sepolcro della famiglia nel quale essa venne deposta; nè lo stile di architettura, quello dei musaici oppongonsi affatto per accogliere questa opinione. Tutto questo però è in opposizione diretta col nome falso di tempio di Bacco dato a questo edifizio ne' tempi passati, ma che non si è potuto ancora sradicare dalla mente del volgo. E la ragione di questo nome falso procedette dalla forma rotonda un tempo creduta esclusiva de' templi, e dal soggetto dei musaici che ne adornano la volta, e che fra altri ornamenti rappresentano la vendemmia. Ma circa la forma, oggi si conosce di fatto quanto più rari fossero presso i Romani i templi di forma rotonda, che quelli di forma rettilinea, a segno che in Roma meno quelli di Vesta che per rito doveano aver quella forma gli altri riduconsi difficilmente ad una diecina. Quanto poi alla vendemmia rappresentata sulla volta, questo soggetto è ripetuto sul sarcofago di porfido oggi nel museo vaticano trasportato da questo monumento sul finire del secolo passato per ordine di Pio VI. in quella reggia delle Arti: ora certamente sarcofagi non si ponevano ne' templi e quelli emblemi della vendemmia incontransi ad ogni passo sui monumenti cristiani, come in questo da cesari cristiani edificato ed abbellito; e se ne trova facilmente la spiegazione nell'evangelio dicendo Gesù Cristo

Ego sum vitis vera:

e la vite è simbolo della Chiesa sua, leggendosi nella tribuna della chiesa di s. Clemente

Ecclesiam christi viti similabimvs isti:

è la vendemmia il simbolo della pressura di questo mondo, de' patimenti, delle penitenze: e di queste il risultato simboleggiato nel vino è il frutto immortale che se ne ricava. Quindi si vede con quanta convenienza i Cristiani avessero scelto questo simbolo per fregiarne i loro monumenti, e perché vedasi egualmente nella volta, e nel sarcofago di questo sepolcro. La fronte di questo edificio è rettilinea, il rimanente è circolare : la costruzione laterizia nella sua irregolarità presenta il tipo del secolo constantiniano, ed i marchi col nome di Costantino frequentemente s'incontrano a testimonio della epoca CONSTANTINI AVG. Un portichetto formato da due colonne fra due pilastri, e due nicchioni ne' fianchi, e due nicchie ai lati della porta costituiva l'ingresso: le colonne ed i pilastri insieme colla volta sono perite: rimangono le nicchie di fianco: quelle laterali alla porta sono state murate. Un corridore, del quale rimangono traccie girava intorno esternamente al corpo circolare. Internamente è un peristilio di 24 colonne accoppiate di granito varie per diametro e per altezza, con capitelli compositi di lavoro rozzo: queste sostengono archi, anche essi di forma molto goffa, e sopra questi ricorreva il muro che reggeva la volta centrale, caduta ne' tempi bassi e rifatta come oggi si vede da papa Alessandro IV. circa l'anno 1256. Le pitture che l'adornano sono moderne, non così i musaici che coprono la volta del peristilio, rappresentanti arabeschi, ornamenti di varie forme, animali, e vendemmie, e due ritratti nel mezzo della crociata da oriente ad occidente, ritratti muliebri di figlie, o mogli di cesari, poiché sopra una stola, o tunica d'oro hanno una palla, o manto di colore purpureo; quindi non sarà strano di ravvisare in essi quelli di Elena moglie di Giuliano , e di Costantina moglie di Gallo. Intorno al muro sono dodici nicchie, che avranno contenuto le statue de' dodici apostoli, divise fra loro da quattro nicchie maggiori, una corrispondente alla porta, e le altre tre per i sarcofagi, e quella di queste che è incontro alla porta contenne il gran sarcofago di porfido trasportato per ordine di Pio VI. al Vaticano. Le nicchie maggiori della crociata da oriente ad occidente sono ornate di musaici cristiani molto inferiori: esse sono state aperte ne' tempi passati onde entrare nel corridore esterno.

ROMA - NELL'ANNO MDCCCXXXVIII - DESCRITTA - DA ANTONIO NIBBY - ROMA - TIPOGRAFIA DELLE BELLE ARTI - 1839

Mausoleo di Santa Costanza
Mausoleo di Santa Costanza

Il Mausoleo di Santa Costanza

Il mausoleo di S. Costanza sulla via Nomentana, fu anticamente creduto edifìzio de' tempi pagani ridotto all'uso cristiano: lo si volle un antico tempio di Bacco. L'ipotesi è erronea giacché la costruzione fu innalzata per le donne della famiglia di Costantino Magno fra il 326 ed il 329. Fu restaurato una prima volta alla metà del secolo XV; il cardinale Alessandro de' Medici ne fece mettere a nudo le mura esterne onde preservarlo dall'umidità. Un secondo restauro lo subì per opera del Cardinale Varallo nel secolo XVIII, e papa Pio VII nel 1819 ne fece rimuovere i sarcofaghi. Il tempio si presenta come una rotonda a deambulatorio, con doppia fila di colonne abbinate, dai fusti di granito grigio sormontati da capitelli con trabeazioni a mo' di pulvini, reggenti i peducci degli archi su cui posa la vòlta emisferica. Sono a notarsi alcuni fra questi capitelli che hanno le foglie appena sbozzate e non portate a finimento. Lo spazio anulare fra il giro delle colonne e il muro esterno è coperto da una vòlta a botte adorna di musaici fra i più belli dell'epoca paleocristiana, con rappresentazioni vendemmiali,genietti alati, intrecci di pampini e viticci. Sono disegnate su fondo bianco ; di spirito completamente pagano, per le forme e per la tecnica, si riattaccano alla migliore tradizione classica. Il sarcofago di Costanza ripete in scultvura i medesimi motivi: sino al 1595 esso rimase al centro del mausoleo, e solo in quell'anno fu messo da un lato per far posto ad un altare. Oggi si trova nel Museo Vaticano.

L'ITALIA MONUMENTALE - COLLEZIONE DI MONOGRAFIE - Le Chiese di Roma - Sotto il patronato del Touring Club Italiano - 1910

Il Mausoleo di Santa Costanza

Primieramente per la Via Numentana , lungi dalla porta oggi detta Pia forse un miglio e mezzo , è l'antichissima Chiesa di S. Agnese , fabbricata da Costanlino ai prieghi di Costanza sua sorella (1); a lato di cui è un Tempio di forma sferica dedicato a Santa Costanza, ma comunemente creduto, che prima fosse Tempio di Bacco. Non da altro si argomenta, che da un musaico antichissimo rappresentante, come dicono, la vita di Bacco, e dalla bella sepoltura di porfido, in cui parimente viti, putti, pampini, e graspi d'uva si veggiono; onde sepoltura di Bacco scioccamente si dice dagli imperiti, ma le viti, i graspi, i pampini, i putti essere state pitture o sculture solite porsi ne' Tempi de' Cristiani anticamente mostra il Bosio nella Roma Sotterranea, e conferma il Martinelli nella Roma Sacra; né la bella sepoltura di porfido, benché adorna di viti, si può dir di Bacco, che non v'era sepolto, né d'altra persona Gentile, perchè i Gentili, altrove si seppellivano, che ne' Tempi. Sia i mosaici , che le sculture dell'urna oggi posta nel Museo Vaticano mostrano i tempi di Costantino, egualmente che le 24 colonne raddoppiate che decorano il suo interno.

(1) Questo antico edifizio cristiano è degno di essere osservato essendo il solo che dia una idea delle antiche basiliche profane, ed è il solo che conservi il doppio ordino dei portici interni . Non essendo mio scopo fare la storia di questa fabrica mi limiterò a notare, che nel fare la scala di marmo per cui vi si scende si trovarono tutte le statue che già adornavano il cortile Verospi, una quantità di urne sepolcrali, un vaso di cristallo di monte, e i belli bassorilievi esistenti nel pianterreno del Palazzo Spada.

ROMA ANTICA DI FAMIANO NARDINI - EDIZIONE QUARTA ROMANA - RISCONTRATA, ED ACCRESCIUTA DELLE ULTIME SCOPERTE, CON NOTE ED OSSERVAZIONI CRITICO - ANTIQUARIE DI ANTONIO NIBBY - ROMA - STAMPERIA DE ROMAMIS - MDCCCXVIXI.

Il Mausoleo di Santa Costanza

Là sorge una rotonda affatto costantiniana. Per sua figlia e sua sorella il figlio di sant'Elena ha eretto il battistero di Costanza; ne fa fede Ammiano Marcellino. Il gran sarcofago di porfido di santa Costanza deposto nel Vaticano per ordine di Pio VI ha, dal quarto secolo sino alla fine del decimottavo, reso in questo luogo una testimonianza non meno formale. Alessandro IV, quando nel 1256 eresse questo battistero in chiesa, fece deporre , sotto l' altare che occupa il centro , il corpo di santa Costanza e quello di santa Emerenziana, che vi sono ancora. « Una chiesa cristiana non può avere origine in epoca anteriore a questa, e fra le basiliche dello stesso tempo non ce n'è una la cui conservazione sia più soddisfacente. Questo battistero ove san Silvestro battezzò le due Costanze offre, tra gli edifizi della decadenza romana, il più antico esempio delle colonne accoppiate. Esse sono di antica provenienza, in numero di ventiquattro; i loro fusti di granito portano, su capitelli variali, fregi rigonfi molto singolari, sopra i quali s'innalza una cupola. « Le vòlte dell'ambulatorium che forma il circuito sono ornati di mosaici, a fondo bianco, della prima metà del secolo quarto, esemplare che sarebbe unico se non fossero stati conservati ugualmente quelli di santa Pudenziana. I preziosi mosaici del Battistero hanno per soggetto disegni correnti formati da pampini e tralci di vite diversamente cotornati e carichi di grappoli maturi. De' genii pagani in disponibilità, angeli, ultimi nati della madre degli amori, vendemmiano di ramo in ramo. Alcuni vani sono guarniti di mascheroni; de' cassettoni incorniciano rosoni connessi a intrecciature che formano croci ». Questo soggetto aveva fatto credere codesto un antico tempio di Bacco, ma tutti sanno oramai qual mistico significato dessero i primi cristiani alla vendemmia.

Roma La Capitale d'Italia - Vittorio Bersezio - 1872