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Area Sacra di Piazza Argentina

Area Sacra di Piazza Argentina
Area Sacra di Piazza Argentina

Area Sacra di largo Argentina

L'«area sacra» di largo Argentina e il tempio di via delle Botteghe Oscnre. II complesso archeologico nota come «area sacra» di largo Argentina e compreso tra Ie attuali vie Florida, di S. Nicola ai Cesarini, di Torre Argentina e il largo Argentina. La scoperta ebbe luogo nel corso di lavori edilizi, iniziati nel 1926 e proseguiti fino al 1928 (rna i saggi di scavo continuano ancora oggi). La zona del Campo Marzio in cui sorgono gIi edifici e ormai conosciuta abbastanza bene, soprattutto in seguito ad una serie di scoperte e studi recenti. Essa e delimitata a nord dall'Hecatostylum (il «portico delle cento colonne») e dalle Terme di Agrippa; a sud dagli edifici in relazione con il Circo Flaminio; a ovest dal complesso costituito dai portici e'dal teatro di Pompeo; a est da una grande piazza porticata, la Porticus Minucia Frumentaria. Nell'« area sacra» sorgono quattro templi, tutti di eta repubblicana, denominati con Ie prime quattro lettere dell'alfabeto. II più antico di essi e il tempio C, il terzo a partire da nord: si tratta di un edificio periptero privo di posticum (cioe il colonnato sul lato posteriore), sostituito dal muro di fondo della cella. L'alto podio di tufo e concluso in alto da una modanatura del tipo pill semplice e arcaico. I muri della cella, in mattoni, e il mosaico pavimentale bianco con riquadratura nera appartengono ad un restauro domizianeo, eseguito dopo il grande incendio che, nell'80 d. c., distrusse gran parte del Campo Marzio meridionale. Fu allora creato il lastricato di travertino (n° III della sezione).

Area Sacra di Piazza Argentina
Area Sacra di Piazza Argentina

L'aspetto dell'edificio, i frammenti della sua decorazione architettonica in terracotta e alcune iscrizioni permettono di attribuirlo ad un periodo piuttosto antico dell'eta repubblicana (IV o piuttosto inizi del III lSecolo ,a.c.). Immediatamente successivo nel tempo e da considerarsi il tempio A, il pill settentrionale, che si puo verosimilmente attribuire al III secolo a.C. II tempio subì nel corso dei secoli alcune radicali trasformazioni : nel suo aspetto attuale (forse attribuibile al periodo di Pompeo) esso si present a come un periptero canonico, con colonne di tufo e capitellii di travertino. Le colonne di travertino attualmente visibiIi sono da attribuire ad un pill tardo restauro. Segue cronologicamente il tempio D, il pill grande, che occupa l'estremita meridionale dell'area. Anch'esso si present a attualmente come un rifacimento tardo repubblicano, interamente in travertino, mentre la fase pill antica appartiene probabilmente all'inizio del II secolo a.C.

Ultimo cronologicamente e il tempio B, circolare su podio, con sealinata anteriore. Le eolonne, eorinzie, sono di tufo, Ie basi e i eapitelli di travertino. Aecanto a questa edificio, tra esso e il tempio C, furono rinvenute parti di una statua femminile di marmo greco, colossale (la sola testa e alta m 1,46). Si tratta eertamente di un acrolito: le parti vestite dovevano dunque essere metalliehe. Ora essa e conservata nei Musei Capitolini (Braccio Nuovo). E' questa la statua di culto del tempio B, che era quindi dedicato ad una divinità femminile. Anche questo tempio, che fu costruito su un livello nettamente più alto di quello originario del Campo Marzio, su cui sorgono gli altri, subì importanti rifacimenti: in un primo tempo, la chiusura degli intercolumni con un muro (le parti emergenti delle colonne assunsero allora l'aspetto di pilastri) e il conseguente allargamento della cella, con la costruzione di un podio più largo; in un secondo tempo, la chiusura completa della facciata esterna, certamente da attribuirsi anch'essa all'eta domizianea. La storia del complesso cultuale di largo Argentina è assai complessa e resa più difficile dalla mancanza di seri scavi stratigrafici. Si possono tuttavia riconoscere a1cune fasi principali, databili con relativa esattezza. I più antichi edifici furono eretti sul primitivo piano di campagna (I nella sezione), indipendentemente l'uno daIl'altro: il tempio C era separato dal più tardo tempio A da uno spazio abbastanza ampio, che solo in seguito fu colmato dalla costruzione del tempio B. Questo isolamento degli edifici era sottolineato dall'esistenza di aree antistanti ai templi, sopraelevate di a1cuni gradini rispetto al terreno circostante, al centro delle quali sorgevano le are. Si tratta quindi di complessi cultuali autonomi. Una totale trasformazione edilizia della zona si ebbe invece quando l'area venne sopraelevata di circa m 1,40, probabilmente in seguito a un incendio, che e forse quello che, nel 111 a.c., distrusse gran parte della citta. Fu allora creato un pavimento unitario di tufo (II), che incluse i tre templi esistenti in un unico complesso, probabilmente recintato gia allora da un portico colonnato (del quale restano tracce sui lati nord e ovest dell'area). I podii dei templi risultano quindi tagliati a mezza altezza: nel caso del tempio C non si attuò nessuna trasformazione, mentre il podio del tempio A fu rivestito con un nuovo paramento di blocchi nella sua parte emergente, e quello del tempio D notevolmente ampliato (forse un po' più tardi) nelle forme attuaImente visibili, e integralmente rivestito di travertino. Nello spazio vuoto tra i templi A e C, elemento di grave asimmetria in un'area così unificata, fu allora costruito, suI nuovo pavimento di tufo, il circolare tempio B. La cronologia di questa pavimento, che implica l'unificazione dei precedenti edifici isolati in un unico complesso, e di grande importanza anche per l'identificazione delle divinita aIle quali i templi erano dedicati. Un elemento capitale e fornito dall'iscrizione dell'altare collocato davanti al tempio C, suI pill antico liveIlo, sigillata dal pill tardo pavimento di tufo, e quindi ad esso anteriore. Si tratta non gia dell'altare originario, rna di un suo rifacimento, eseguito, in seguito ad una legge Plaetoria, da un Aulo Postumio Albino, figlio e nipote di Aulo, nel quale si deve probabilmente identificare il console del 180. Possiamo quindi esser certi che la creazione del pavimento di tufo e la conseguente unificazione dell'area furono realizzati dopo questa data, in un periodo abbastanza avanzato del II secolo a.C.

Area Sacra di Piazza Argentina
Area Sacra di Piazza Argentina

Tra gli edifici costruiti in quest'epoca nel Campo Marzio quello che meglio sembra rispondere aIle caratteristiche strutturali e cronologiche dell'area sembra essere la Porticus Minucia Vetus, costruita dal console M. Minucio Rufo dopo il suo trionfo sugli Scordisci (popolazione antica della Tracia) del 107 a.C. La recente scoperta, basata su di un frammento iscritto della Forma Urbis severiana, che l'area immediatamente, ad est di largo Argentina è da identificare connistrazione, alle dipendenze di un curator aquarum et Minuciae. Più tardi questo ufficio fu sostituito dalla statio aquarum, costruita (quando i due uffici furona separati) da un curator aquarum et Minuciae di eta costantiniana, accanto all'altro vetusto santuario di Giuturna: la fonte del Foro Romano. A est del largo Argentina era in antico un'ampia piazza porticata (circa 150x 115 m) che si identifica, come si e detto, con la Porticus Minucia Frumentaria. Questo portico fu costruito all'inizio dell'eta imperiale, probabilmente sotto Claudio, in una zona precedentemente occupata dalla Villa Publica, per servire alle distribuzioni gratuite di grano al popolo di Roma (frumentationes). Al centro di essa era un tempio più antico, di eta repubblicana, i cui resti furono scoperti nel 1938, al momenta dell'allargamento di via delle Botteghe Oscure. Un tratto del fianco destro del tempio e visibile lungo la via. il podio e rivestito di travertino, e su di esso sono state rialzate due colonne di peperino stuccato, con capitelli corinzi di travertino. Il muro della cella, in mattoni, appartiene ad un restauro domizianeo, successivo all'incendio dell'80 d.C. A lato del podio restano una colonnina e pezzi di architravi marmorei, appartenenti al portico circostante. All'interno e una base per sostenere i simulacri di culto. n tempio e probabilmente da identificare con quello delle Ninfe, che sorgeva nella Villa Publica, e nel quale era conservata una parte degli archivi dei censori. Si dovrebbe trattare della ricostruzione di eta cesariana, successiva all'incendio provocato da Clodio nel 57 a.C.

Guida Archeologica di Roma - Filippo Coarelli - Mondadori 1975