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Il Pantheon di Roma

descritto da G. A. Guattani - 1805

Il Pantheon di Roma
Il Pantheon di Roma

Oggi Chiesa di Santa Maria della Rotonda.

Quanto si è finora scritto dagli eruditi sull'origine, destinazione, ristauri di questa fabbrica, sulle Cariatidi Siracusane, su i bronzi ed altri suoi ornamenti, non giunge, né può giungere a soddisfare il genio di quei curiosi che, anche nell'antiquaria esigono l'evidenza, o l'evidente probabilità. Quantunque nel fregio dei portico vi sia a chiare note scritto:

M. AGRIPPA. L. F. COS. TERTIVM. FECIT.

Si dubita se quel fecit riguardi solamente il portico, o tutto l'edifizio. Né basta a tale effetto che Plinio dica Pantheon Jovi Ultori ab Agrippa factum; mentre si vuole che sia stato fatto non già dai fondamenti, ma che avendo questa sala rotonda servito in origine per le Terme dallo stesso Agrippa fabbricate d'appresso, sia stata poi dal medesimo convertita in Tempio. Finalmente non manca chi pretende da Cesare qui eretto un Tempio a Marte con semplici nicchie, detto Mars accola Campi, perché in faccia al Campo Marzo, abbellito poi da Agrippa che avea in animo di dedicarlo ad Augusto: ma avendolo egli ricusato, fosse dedicato a tutti gli Dei, d'onde glie ne venisse il greco nome di Panteon; che poi per migliorarlo, siccome fece al Tempio di Nettuno, gli aggiuntasse il Portico, quale riescì miglior cosa. Di fatto il Tempio ed il Portico sono due cose separate e diverse: il cornicione d'uno non ribatte con quello dell'altro: ciascuno ha il frontespizio da se; l'architettura del primo si ravvisa differente e di molto inferiore a quella del secondo. Il Tempio ha difetti, il Portico no, o almen piccoli, come vedremo. Nulladimeno gl'intendenti Architetti riconoscono le stesse modinature si nell'uno che nell'altro, e la maggior parte de' letterati convengono che il fecit dell'iscrizione, e il Pantheum ab Agrippa factum di Plinio uniti insieme lo decidono in tutto e per tutto per opera di quel Romano. Lasciando il problematico da parte consiste questo Tempio in una magnifica cella rotonda, ed in un portico sostenuto da 1 6. colonne di granito orientale, tutte di un sol pezzo.

Stampa antica del Pantheon di Roma

Esaminalo nella pianta Tav. I. lett. 4. Otto sono le colonne di fronte, e tre da ciascun lato con un pilastro al muro. Il loro diametro è di 4.3 e mezzo, il fusto 38.10., i capitelli e le basi sono di marmo bianco, l'altezza totale giunge a 45., gl'intercolunj sorpassano di qualche cosa, il diametro. Alle due colonne di mezzo non corrispondono altre colonne; ma a ciascuna delle altre succedono altre due: così il portico viene ad esser diviso in tre parti grandi; quella di mezzo la più spaziosa ribatte alla porta del Tempio, e le due laterali ai due nicchioni di cotto ricoperti di stucco, in uno de' quali era la statua di Augusto, e nell'altro quella di Agrippa, Nota che la colonna angolare all'occidente è più grossa delle altre; l'altra dalla parte opposta con la sua vicina furono surrogate alle mancanti da Alessandro VII.; che perciò vedesi nel suo capitello l'arma Chigi. Sostenevano le colonne suddette il tetto con travi fasciate di metallo, di cui per ordine di Urbano VIII, ne furono fatte dal Bernino le belle colonne torte alla Confessione di San Pietro, ed alcuni Cannoni in Castel Sant'Angelo. Le pareti esterne ed interne di questo portico sono rivestite, tra un pilastro e l'altro, di lastra di marmo con più ordini di fregi, ne' quali sono eccellentemente scolpiti de' fulmini, delle patere, de' candelabri, degli elmi, ed altri simboli delle Divinità adoratevi. La porta (unica del tempio) ha le stesse dimensioni delle nicchie, cioè alta 36., larga 13.4. Essa è di legno foderata di bronzo, come lo sono altresì i suoi pilastri, capitelli, e basi. E' antica ma non sua. Fu la vera (lavorata a bassorilievo e molto meglio) tolta da Genserico Re de' Vandali: ma il mar di Sicilia la tolse a lui, avendo naufragato in quell'acque. Osserva alla lett. B, la non ricorrenza de' due cornicioni. Osserva il frontespizio uno de' più ben proporzionati. Nel timpano si vedono quantità di buchi che reggevano per certo ornamenti di bronzo, e di bronzo erano le lettere nel fregio e nell'Architrave. Sotto la breve iscrizione d'Agrippa evvì in caratteri più minuti quella degl'Imperatori Settimio e Caracalla ristauratori

IMP. CAESAR. SEPTIMIVS. SEVERVS. PIVS. PERTINAX. ARABIC.

ADIABENIC. PARIIC. PONTIF. MAX.

TRIB. POT. XI. COS. III. PP. PROCOS. ET

IMP. CAES. MARCVS. AVRELIVS ANTONINVS PIVS, FELIX. AVG, TRIB,

POT V. COS. PROCOS.

PANTEVM.VETVSTATE. CORRVPTVM. CVM. OMNI.CVLTV. RESTITVERVNT.

Al luogo Stesso segnato B, vedesi che all'antica facciata dei Tempio è un avancorpo di marmo bianco con pilastri scannelati, ma non rastremati, e suo frontespizio; il quale sembra anch'esso un'aggiunta fatta posteriormente al corpo rotondo; poiché il suo cornicione non va ad incontrare alcuna linea della fabbrica, e non fa coi fianchi alcun legame; cosicché in alcuni siti trapassa la luce. Intorno al gran muraglione appariscono in basso alcune porte lettera C, le quali mettono a de' vani corrispondenti ai tribunaletti interni, o siano piccole cappelle. Sono essi semicircolari, dentro la grossezza del muro, a tre piani uno sull'altro: quelli del pian terreno hanno, come abbiam detto, delle porte, quelli di mezzo hanno scalette interne, e quelli di sopra hanno porte sulla seconda cornìce. Finalmente alla lettere D, merita osservazione l'attacco delle famose Terme di Agrippa che furono indubitatamente qui d'appresso.

Stampa antica del Pantheon di Roma

Osserva nella Tav. II lett. A. il prospetto esteriore di tutto l'edifizio, il bel portico, il doppio frontespizio, le tre cornici che circondano il Tempio, le porticine in basso, il gran muro circolare, e finalmente la sua calotta senza i due campanili, quali Bernino vi dovette fare, cred'io per quieto vivere di qualcuno che la volle a suo modo. Il muro della cella è di prodigiosa grossezza, fabbricato d'opera incerta, e fermato ogni quattro palmi con un letto di tegoloni, reso vieppiù stabile da una arcuata costruzione parimente di tegoloni, ed investito all'esterno di tegoloni triangolari. Questo suo esterno ha tre grandi divisioni, le quali con le loro cornici di pietra Lo ricingono tutto all'intorno: Palladio lo ha rappresentato a bugne, e nella seconda e terza divisione ha delineati pilastri Corintii, senza però dire se gli abbia veduti così, o se li abbia congetturati. Queste divisioni scemano gradatamente di altezza a misura che s'innalzano: la prima è circa piedi 39., la seconda 29., la terza 27. La cuba coperta di piombo per contraforti, ha gradi ben alti in tirata per l'altezza di circa 23: e nell'apice lascia un grand'occhio del diametro di 37. - unico finestrone per illuminare l'interno, il quale conserva ancora una corona di quercia all'intorno, di metallo dorato. Osserva adesso B, il prospetto interno del portico. Nella nicchia a destra, ho posto in piccolo la famosa urna di Agrippa che vedesti a S. Giovanni Laterano.

Qui è una scala di 190. gradi per ascendere alla cima della cupola, C: ordine del Portico, D: ordine del tempio, E: l'urna suddetta in grande. Questa viene creduta da taluno un vaso termale da bagnarsi: ma non ne ha la menoma somiglianza; si vede priva di quella inclinazione dall'alto al basso che costituisce un labro e non ha alcun foro per lo scolo dell'acqua.

Entrandosi ora nel Tempio, esso consiste in un area circolare pel diametro di 133. così largo che alto. Venuti lo dice alto palmi 200. architettonici, largo 218. la scala per cui si ascende di 190. gradini, l'apertura dell'occhio 32. Il piano è più basso di quello del portico, costume usato dagli antichi per rendere l'entrata grave e maestosa: ma non così basso come lo pretesero il Demonzjoso, ed il Desgodetz. Vi sono due arconi uno all'ingresso, e l'altro dirimpetto Tav. I. lett. G, Tav. III. lett. A, dov'è la Cappella principale sfondata in semicircolo dentro la grossezza del muro. Altre sei cappelle così incavate ricorrono intorno, tre da una parte e tre dall'altra: di questa le due di mezzo sono curvilinee, le altre rettangolari, come Tav. I. lett. H. Tav. III. lett. E. Ciascuna di esse cappelle ha nel muro i suoi pilastri corintii scanalati non però rastremati, e nel mezzo due colonne Corintie scanalate di giallo antico di un sol pezzo del diametro di 3.5. atre 32.5 con capitello di marmo bianco, e con cornicione alto 7. L'intercolunnio è di due diametri: le facce de' plinti tendono al centro. Fra le sudette cappelle sono de' tabernacoli addossati al muro Tav. I. lett. i. Tav. III. lett. P. formati da due colonne Corintie del diametro di 1.4 che sostengono un frontespizio alternativamente curvo e triangolare. Quattro di essi hanno colonne di giallo antico striate, due liscie di porfido, e due similmente liscie di granito. Le due colonne della gran cappella escono fuori della circonferenza, e dissonano. Sono differentemente scannellate, e i membri del sopra ornato non accordano con gli altri del rimanente. I capitelli però sono bellissmi, come abbiam detto altrove.

Stampa antica del Pantheon di Roma

L'interno del Tempio Tav. III. lett. R. mostra nel suo circondario tre partizioni grandi. La prima tutta impelliciata di marmi è alta 40... 2. vale a dire meno alta del portico: a questa corrisponde la prima divisione esterna. La seconda, alta circa 27, e corrispondente alia seconda divisione esteriore, è una specie di Attico, anticamente diviso in pilastri di marmo, siccome dicemmo Tav. III. lett. B, lett. C, pilastri, lett. D. cornice del medesimo, oggidì pitturato non senza meschinità d'idea, e di esecuzione. In esso vedonsi 14. fenestre e tutte con frontespizj, le quali aperte, dal gran foro circolare tramandano il lume entro le cappelle sfondate. Qui credo stassero le famose Cariatidi di bronzo, tanto decantate da Plinio, opera dì Diogene Ateniese; verificandosi quivi meglio che altrove l'esser collocate in columnìs Templi ejus, nulla ostando, a parer mio, che fra la Cariatide e la colonna s interponga il cornicione, subito che l'una all'altra soprappone e corrisponde. La terza divisione è la volta in pieno centro, alta circa 66., corrispondente alla terza divisione esteriore. Essa ha 23. bande o costoloni, traversate da altre 4, onde ne risultano cinque ordini di cassettoni sfondati a gradi, dentro de' quali si legge essersi trovati de' pezzi di lastre d'argento, e che vi sia ancora qualche pezzo di stucco e di lamina di piombo. E qui è naturale che stassero quelle figure, chiamate signa, collocate in fastigio, e delle quali si faceva minor conto propter loci altitudinem, secondo il passo allegato di Plinio.

Sotto la Chiesa passa un antica cloaca, emissario probabilmente de' bagni adjacenti, la quale comunicando col Tevere fa sì che il Tempio nelle innondazioni resti facilmente allagato. Nell'ultimo cavo incominciato dal lato occidentale del Panteon, e precisamente ove il Portico si unisce alla parte esterna del corpo rotondo, si è recentemente scoperto un ambulacro circolare, che gli girava intorno, largo palmi 14, formato da gran lastroni di travertino, grossi circa un palmo; restava questo al livello stesso del piano del Portico, e i travertini posavano sopra un piano di gran tavoloni di cotto, retti da una sostruzione arcuata, composta di rottami e scaglie di marmi e travertino con calce e pozzolana nera, che ha formato un masso durissimo; la porta esteriore della sostruzione dell'ambulacro è un muro di cotto, grosso palmi 4. fatto a cortina con la massima diligenza, e che mostra con altrettanti archi di mattoni esternamente le interne piccole arcuazioni, che non sono tutte eguali, essendovene dalli sei alli undici palmi di larghezza. Questo ambulacro circolare poggia sopra un ripiano quadrato, parimente di travertini, che gli forma come un basamento, e fa l'istesso effetto del plinto delle basi delle colonne che ne accresce la grandiosità, e la solidità in apparenza.

L'ambulacro suddetto continuava ancora retto, tanto ne' lati del Portico, formando un ripiano largo palmi 10, quanto nella parte della facciata, ove aveva forse la stessa larghezza in origine, ma sembra che fosse ampliata posteriormente, perchè qui, alla distanza di palmi 22 circa, si è trovata una sostruzione di gran pezzi di tufo, parallela alla facciata medesima, tagliata obliquamente dall'alto al basso per addossarvi de' gradi, ma la qualità del cemento è cattiva e diversa da quello di tutto l'edifizio. Il ripiano tanto de' lati, che della parte anteriore del Portico, non posava sopra arcuazioni, ma sopra il masso durissimo di rottami di marmi e travertino cementati con calce e pozzolana nera, che è la sola qualità che sì vede aver servito in tutta la fabbrica. Si è osservato ancora che tutto il Portico è fondato sopra gran pezzi di travertino, e che al contrario il corpo rotondo prosiegue la sua cortina di cotto per undici e più palmi sotto terra, dopo de' quali il fondamento è fabbricato a sacco.

Si è trovato ancora il residuo di un muro parallelo al lato occidentale del portico di tempi posteriori, benché antico, che tagliando l'ambulacro investe la parte circolare, a cui è addossato, e termina passata la prima porticella esteriore, e riattaccando nuovamente dopo il mezzo, prosiegue innanzi, ove non si è ancora giunto a cavare, perché per la stagione contraria è restato sospeso il detto cavo. Questo muro non ha fondamento proprio, ma posa indistintamente ora sopra i travertini ora sopra, i tavoloni, e dove gli uni e gli altri mancano, sopra il masso della sostruzione. I mattoni sono triangolari ed antichi, ma men buoni ed il cemento è della cattiva qualità di pozzolana rossa, diverso da tutto il resto. Sinora non si sono trovati altri gradi, che quello, il quale dall'ambulacro circolare scendeva ai sottoposto ripiano quadrato: sembra però, che ve ne dovessero essere ai lati dei portico almeno tre dei grandi, che componessero insieme l'altezza di più di palmi 5. che suddivisi in due l'uno, come soleva praticarsi, ove si sale, formassero sei scalini, che combinerebbero con l'altezza di qualche frammento dì scalini di marmo, che si sono trovati fuori di luogo. Nella parte anteriore poi ove lo scolo delle acque esigeva un piano un poco più basso, non potevano esservene meno di sette.

Per replicate osservazioni fatte con ogni diligenza e perizia, è indubitabile che il corpo rotondo esteriormente non è mai stato isolato, né dalla parte anteriore, né dalla posteriore; avendo da ambedue le parti muri retti, che s'internano e sono attaccati al muro circolare,, benché tutti i marmi che formano l'ornamento del Portico sieno semplicemente addossati, ad eccezione di qualche travertino, il quale s'interna, e regge qualcuno de' marmi.

Dal presidente delle antichità Sig. Avv. Fea, si sta tessendo accurato lavoro sulle dette escavazioni fatte e da farsi, mediante il quale, potremo risapere il preciso di questo il più bello, e conservato edificio del Secol d'oro.

ROMA - DESCRITTA ED ILLUSTRATA DAL L'ABBATE GIUSEPPE ANTONIO GUATTANI, ROMANO - M D C C C V - 1805