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Piazza Esedra
Piazza Esedra

Chiesa di Santa Caterina da Siena a Monte Magnanapoli

Con l' ajuto della signora Porzia de' Massimi fu dato principio l' anno 1563 in circa a questa chiesa, che è nel medesimo monte, col monastero di monache dell' Ordine di s. Domenico, ed ultimamente rinovata tutta con un portico d' avanti, architettura di Gio. Battista Sorìa, dove sono due statue di stucco fatte da Francesco de' Rossi, che nella Roma antica, e moderna è detto per isbaglio Francesco Rosa.

Nel primo altare sulla destra è effigiata santa Maria Maddalena di mano di Benedetto Luti, che dipinse anche la volta. Nel secondo, che segue, è il quadro con varj Santi del Garzi; nell' altro della terza il s. Domenico, che risuscita un fanciullo, è di Biagio Puccini, e le pitture a fresco sono del Vasconio.

L' altare maggiore è disegno di Melchiorre Casa Maltese; come anche è sua opera la santa Caterina scolpita in marmo d' alto rilievo. I due bassirilievi laterali sono del Bracci.

Dalle bande è dipinta s. Caterina, che presenta una rosa al Bambino, e la Madonna portata dagli Angioli, pitture di Francesco Rosa, come anche il Dio Padre, ed altre figure nel cupolino. I due tondi sopra le porte della sagrestia, e del confessionale sono di Luigi Garzi, e la Madonna del Rosario nella cappella seguente è del Passeri.

La volta della cappella, che è vicina alla sagrestia, è di Giovan Batista Speranza con varie istoriette di Maria Vergine; il sott' arco però della medesima è di Gio. Batista Ruggieri Bolognese, che nel mezzo figurò santa Maria Maddalena, e santa Caterina; e da un lato s. Domenico, e s. Gio. Batista; dall' altro s. Gio. Evangelista, e s. Filippo Neri.

Tre Angioli in piedi, dipinti nell' altare della cappella contigua, sono di mano di D. Fabio della Corgna: le pitturine a fresco nella volta sono lavoro di Gio. Paolo Tedesco: e nell' ultimo altare è effigiato s. Niccolò da Pietro Nelli.

La volta della chiesa, fatta di nuovo, è stata dipinta dal medesimo Luigi Garzi.

Chiesa di San Vitale

Chiesa dedicata a Vitale marito di S. Valerla e padre dei SS. Protaso e Gervasio martiri. Arruolatosi nelle milizie salvò molti cristiani; saputosi che era cristiano fu straziato con pettini di ferro l'anno 62.

La chiesa fu eretta nel 405 dalla matrona Vestine, su l'area della casa di Pomponio Attico. Vestina, per le spese di costruzione, assegnò una parte del dazio della Porta Nomentana che aveva in appalto. Dalla fondatrice, la chiesa nel primo medioevo aveva il titolo di Vestina, Ebbe vari restauri e l'ultimo fu di Pio IX che, per la sistemazione dell'allora tracciata V. Nazionale, vi fece costruire la scalinata d'accesso. Gli affreschi sulla parete di destra sono del Poussin.— La porta è adorna da un intaglio del sec. XVI.— Presso la chiesa nel sec. XVII fu rinvenuta, entro un ricettacolo accuratamente murato, in una casa romana, la Venere Capitolina. (Blasi 1923)

Le schede informative sono tratte da- Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte in Roma di Filippo Titi - stampato da Marco Pagliarini in Roma 1763

Chiesa di San Domenico e Sisto

Chiesa di Sant'Agata dei Goti