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PIAZZA DEL POPOLO

Piazza del Popolo
Piazza del Popolo

Chi decide di farne una piazza è Papa Sisto V, alla fine del '500. Sino allora non è che uno slargo, circondato da fienili e granai,una polverosa periferia. Il Papa, oltre alla passione per l'urbanistica, ha quella per gli obelischi, ed il 25 maggio 1589 incarica Domenico Fontana d'innalzarci l'obelisco Flaminio, un'impresa che, a quei tempi, è anche uno spettacolo.

Se l'architetto non riesce ad alzare l'obelisco nel tempo massimo di 12 ore gli viene tagliata la testa. Se invece riesce, ci sono 10 anni di indulgenza per quei spettatori che si sono confessati e non hanno disturbato i lavori. Naturalmente, come si può vedere anche oggi, l'impresa riesce. Domenico Fontana, per non perdere la testa, fa le cose un grande: usa 140 cavalli, 14 bufali, 40 giganteschi argani, mille operai e spende una bella cifra, 40 mila scudi. Da quel giorno la Piazza diviene palcoscenico. L'obelisco, alto 24 metri, 36,50 col basamento, il più antico di Roma dopo quello lateranense, era innalzato a Eliopoli, davanti al Tempio del Sole, al tempo dei Faraoni Ramses II e Mineptah, suo figlio (1232-1200 a.C.) ai quali si riferiscono i geroglifici, fu portato a Roma da Augusto come bottino e posto al Circo Massimo.

Nel 1811 Giuseppe Valadier, su invito di Napoleone, le conferì in chiave neoclassica l'aspetto definitivo accentuandone i caratteri di teatro all'aperto e rendendola veramente scenografica. Ne delimita l'area con due emicicli laterali e costruisce sulle pendici del PINCIO una serie una serie di scalee e terrazze, ornate da statue, che sono un'ideale balconata per vedere ciò che succede in Piazza. Lo spettacolo della vita, come dicono i romantici viaggiatori dell'800.

Nel 1823 Leone XII fa ornare la base dell'obelisco con le quattro vasche e i leoni di marmo.

Nel 1825 vi furono decapitati , da Mastro Titta, il più famoso boia di Roma, i carbonari Montanari e Targhini che si oppongono al governo del Papa.

Agli inizi del '900 si aprono, uno di fronte all'altro, agli angoli della Piazza, due celebri caffè: Canova e Rosati. Per una di quelle piccole ironie della storia, la piazza diventa il posto preferito di chi lo spettacolo non lo guarda ma lo fa. Ai tavoli di Rosati sono nati decine di film e non c'è attore od attrice, italiana o straniera, che non si sia fermato, almeno una volta, nella piazza per sentire "che aria tira".

Alla Sinistra della scalea si apre, agli inizi del '500, il Tridente, formato da: Via di Ripetta che raggiunge Lungotevere in Augusta e Via dell'Ara Pacis con il Mausoleo di Augusto, Via del Babuino che raggiunge Piazza di Spagna, ed al centro Via del Corso, con il suo rettifilo fino a Piazza Venezia, inquadrata da due seicentesche chiese gemelle, Santa Maria dei Miracoli, costruita nel 1675-81 da Carlo Rainaldi e Carlo Fontana, e Santa Maria di Montesanto, del 1662-79, su cui operò anche Gian Lorenzo Bernini.

La Fontana della Dea Roma è la fontana collocata nell'emiciclo destro, verso il Pincio, disegnata dal Valadier nel 1823 ed il gruppo scultoreo in marmo, che fu eseguito da Giovanni Ceccarini, rappresenta la Dea Roma armata di lancia e con l'elmo, con ai lati le statue giacenti del Tevere e dell'Aniente e della lupa che allatta i due gemelli. La vasca di travertino a forma di ampia conchiglia raccoglie l'acqua proveniente da una piccola tazza collocata alla base del monumento.

Porta del Popolo

La contigua porta Flaminia, ora detta del Popolo, si crede architettura di Michelangelo Buonarroti, ma i più la credono del Vignola. Vi sono due statue dei santi Pietro, e Paolo scolpite dal Mochi. Alessandro VII in occasione, che venne la Maestà della Regina di Svezia in Roma, ornò la detta porta ancora dalla parte di dentro col disegno del Bernini. La guglia fu alzata nella piazza per opera del cavalier Domenico Fontana.

Chiesa di Santa Maria del Popolo

Santa Maria in Montesanto

Santa Maria de' Miracoli