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VILLA BORGHESE

F. I. L. MEYER

Villa Borghese

Il vasto parco di questa villa, sebbene alle porte della città, è in una posizione veramente romantica. A crearlo si è tratto profitto, nella maniera più felice, delle accidentalità del terreno. Non si vede punto altrove, nelle vicinanze di una città, il pino, la quercia, il platano crescere con tanto vigore, elevarsi con tanto orgoglio. A ogni nuova visita, si scoprono nuove bellezze, si scopre qualcosa di grandioso che non si era veduto prima; e non si abbandona mai questa villa senza il desiderio di ritornarci ben presto, per rivedere i boschi maestosi, i lunghi viali, i graziosi getti delle fontane, il lago pittoresco, le cui acque vanno a fermarsi sul dolce declivio di una collina.

L'imagine delle vecchie querce, che Io circondano, si riflette più bella ancora nello specchio delle sue onde tranquille, allorquando le cime di esse si tingono di porpora ai raggi del sole morente. Un gruppo di questi alberi venerabili si eleva al disopra della piccola isola che, posta al centro, par venir fuori dal fondo delle acque. Nulla è più commovente della vista di queste bellezze, quando, nelle prime ore del giorno o al tramonto, si passeggia soli in questo parco romantico, e ci si libera ai sogni del passato e dell'avvenire. Tutto prende una tinta più dolce; e l'effetto è più magico ancora, al pari dei riflessi delle vecchie querce sulla mobile superficie del lago... Ma è impossibile descrivere impressioni siffatte... La loro essenza stessa è di non potere essere comunicate. Solo chi non ha visto questi luoghi può disconoscerne l'influenza... Solo chi, come me, ha visto questi siti deliziosi, e chi, come me, li ha amati, solo egli può sentirli e farli sentire... e comprendermi.

Quando visitai questi luoghi. Marco Antonio Borghese, il famoso protettore delle arti e del buon gusto, viveva ancora;

egli dava lavoro a parecchi tedeschi e ad altri artisti stranieri, per abbellire la villa già celebre per il suo splendore e per la ricchezza delle opere di arte. Egli poneva della grandiosità e della profusione in tutto ciò che riguardava l'ornamentazione di questa sua delizia... Si sarebbe detto, vedendo l'ospitalità da lui esercitata verso gli stranieri, che il genio di un romano antico dirigesse le sue azioni. Amava incontrarli nel suo parco; cercava la loro conversazione, e ne sapeva mettere a profitto i consigli, dopo averli meditati.

Gli stranieri godevano nella villa di una libertà sconfinata; ed il principe aveva avuto cura

-di darne loro notizia mediante un manifesto, nel quale il suo ispettore così si esprimeva:

"Noi, Ispettore della Villa Borghese Pinciana, portiamo a conoscenza quanto segue:"

"Chiunque tu sii, o straniero, purché uomo libero, non temere qui punto le catene delle leggi. Passeggia dove tu vuoi, cogli ciò che desideri, ritirati quando ti aggrada. Tutto qui è disposto per il godimento degli stranieri prima ancora che per il proprietario. Nell'età dell'oro, che promette una sicurezza generale, il padrone di questa Casa non ha voluto imporre leggi di ferro. I suoi ospiti non ne conoscono altre che la loro volontà regolata dall'educazione. Ma se qualcuno, per premeditata malizia, sia per violare le leggi dell'urbanità, tema che l'ispettore irritato rompa i segni sacri dell'ospitalità oltraggiata ".

Da Darstellmgen aus Italien, 1792.