Tesori di Roma: foto di Roma gratis

IL CIELO, LA TERRA, L'ACQUA DI ROMA

GIANLUIGI VAUDOYER

San Pietro

Sotto questo diluvio di vita moderna, i bei monumenti di Roma sembrano diminuiti. L'armonioso San Pietro soffre accanto al palazzo di Giustizia, il Quirinale accanto alla Banca d'Italia. Si comprende che gli eventi creano queste esigenze, ma ci si consola mal volentieri. Per fortuna, queste prosperose costruzioni non restano nella memoria; basta una settimana perché non si pensi più ad esse. A poco a poco una nuova Roma si ricompone in voi. Si riuniscono ad una ad una le perle della sua collana spezzata, e, se alcuni gioielli sono definitivamente perduti, il monile è ancora magnifico. Infine ci si accorge di ciò che non è cambiato: il cielo, la terra e l'acqua.

La parte del cielo, a Roma, è preponderante: esso sta sopra alla città come la cupola sopra a San Pietro. La completa con la sua immensità. Ed è anche alla cupola di San Pietro che si può ricorrere per stabilire la gradazione dei suoi colori. Questa cupola ora rosa, ora lilla, ora azzurra, e talvolta evanescente come un sospiro, è preziosa e sensibile come un fiore. E così, se la imagine non sembri ardita, del viso del cielo romano. Non ne conosco di più delicati. L'ho visto fine e verginale, fremente e carezzevole. L'ho visto ancora misterioso e ferito. L'ho visto, infine, drammatico e appassionato, minaccioso di grandi nuvole fosche che pure talvolta possono essere così pacifiche. Ogni giorno il cielo racconta alla città un brano del suo passato. Celebra e rammemora la rudezza del guerriero Grazio, il languore della ninfa Egeria; spande il sangue dei martiri e spiega la porpora degl'imperatori; evoca il calmo grave sorriso di Raffaello, l'amara collera di Michelangelo. Questo cielo variabile, costante ed eterno, è uno specchio che riflette il passato.

La terra e l'acqua, qui, anch'esse sono lo specchio del passato. Il Tevere, oggi, scorre sul letto della sua nascita, e le sette colline, sotto la maschera degli edifici, conservano alla città un viso che Remolo riconoscerebbe. Gli elementi sono più fedeli degli uomini. La vera imagine di Roma è un pino d'Italia che ombreggia il Celio davanti all'orizzonte dei monti Albani.

Da Les delices de l'Italie, Paris, Librairie Plon, 1925.