Che sia il Pincio nell'ora che sul ponente color di arancio si dipinge la gigantesca ombra del San Pietro e del Vaticano, non c'è lingua che possa dire.
È un incanto, un'estasi, un sogno; è un confuso viavai d'immensi pensieri, è un tumulto di memorie grandiose e di speranze arcane, in cui la mente si perde, come in un mare senza confini.
Guardando il Gianicolo e Monte Mario, che stanno in faccia, par di vedere in fondo dell'augusta vallata passar silenziosi i secoli fra le nebbie della sera, e un brivido corre per le ossa, come se da quel fondo si rizzassero taciturni e cupi gli spettri dei grandi che resero temuta e sacra alle genti questa terra fatale.
Questo piccolo spazio, che lo sguardo abbraccia senza fatica, è il più storico di tutto il mondo.
Tutta la civiltà antica s'è condensata fra questi colli, e di qui, risalendo il Tevere, s'è distesa a conquistare la maggior parte della terra conosciuta.
Di qui mossero gli eserciti invasori, qui ne furono celebrati i trionfi, di qui si propagarono le leggi e la lingua che fecero di gran parte dello sterminato impero un popolo solo.
Da: Roma e i Romani.