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FORO ROMANO

Tempio di Vesta

 Tempio di Vesta
Tempio di Vesta

Merita una particolar attenzione la località di questo tempio, benché più non esista. Era qui veramente fondato da Numa accanto alla sua abitazione, con un collegio di 4, che in seguito crebbero a 6 Vergini, che vi custodivano il fuoco sacro a Vesta, e il Palladio, come cose fatali, in pegno della sicurezza dell'impero. Da Flavio Biondo in poi si era voluto trasferirne il titolo al tempio rotondo sul Tevere vicino al ponte senatorio; ma oramai questa opinione è smentita. Tutti gli scrittori antichi qui lo designano: si è detto, che Orazio vi trapassò davanti, per andare al Foro dalla Via Sacra; e che il Colosso di Domiziano lo riguardava: e sul fine del secolo XV. vi furono trovate accanto le 12. iscrizioni, non sepolcrali, ma onorarie, di altrettante Vergini Vestali Massime, che ora diremmo abbadesse, riportate dal Grutero, e da tanti altri. Era rotondo, perché Vesta figurava la terra. Arse nell'incendio Neroniano; lo ristaurò Vespasiano: arse nuovamente nell'anno 191. sotto Comnodo col tempio della Pace, e lo ristaurò Giulia Pia, come di femmine; quando il marito Settimio Severo riparava le altre fabriche. Hanno esistito le Vestali, ed è stato aperto il loro tempio sino a Teodosio il grande, il quale sull'ultimo della vita sua, che fu l'anno 395., proibì darsi loro i soliti alimenti, e fece chiudere tutti in generale i tempi gentileschi, secondo Zosimo. Quando ivi fosse eretta una chiesa cristiana, non e facile il provarlo. Il Martinelli, ed altri senza dato alcuno scrivono, che s. Silvestro lo dedicasse alla B. Vergine ; e che poi da lui prese il nome di s. Silvestro in lacu, per il vicino fonte, e laghetto di Giuturna. Fu detta la chiesa anche dell'inferno, forse prendendo origine dal fuoco delle Vestali. Dopo riparazioni di Gregorio XI li., e di Sisto V., il card. Marcello Lante nel 161 7. la rifece dai fondamenti, rialzandola per salvarla dall'umidità. Non vi sono cose interessanti le belle arti; ma è di molta divozione. Il bassorilievo di Mezio Curzio Sabino, che a cavallo s'ingolfa nella palude, ora alla scala del palazzo dei Conservatori, qui fu trovato.

NUOVA DESCRIZIONE DE' MONUMENTI ANTICHI ED OGGETTI D'ARTE CONTENUTI NEL VATICANO E NEL CAMPIDOGLIO COLLE NUOVE SCOPERTE FATTE ALLE FABRICHE PIÙ' INTERESSANTI NEL FORO ROMANO E SUE ADIACENZE COMPILATA PER USO DE' COLTI VIAGGITORI DAL SIG. AVV. D. CARLO FEA Presidente alle Antichità Romane, e socio ordinario dell'Accademia Archeologica Romana. ROMA MDCCCXIX. 1819

Foro Romano

Piantine del Foro Romano