Tesori di Roma: foto di Roma gratis

FORO ROMANO

ARCO DI SETTIMIO SEVERO

Arco di Settimio Severo e Caracalla
Arco di Settimio Severo e Caracalla

Al principio del Clivo, nel punto dove, secondo Cicerone, Giuseppe Flavio, ed il panegirista di Costantino, si mandavano i rei prigionieri a mano destra nel Carcere, e a sinistra pel Clivo salivano contemporaneamente i trionfanti a render grazie a Giove Capitolino, l'anno 203. di G.C. il Senato, e Popolo Romano eresse questo Arco trionfale a Settimio Severo, Caracalla, e Geta fratello; essendo console la terza volta lo stesso Severo, per le vittorie riportate sopra i Parti, ed altre nazioni barbare, dopo l'uccisione di Pescennio Nigro, e Clodio Albino, amendue usurpatori dell'impero; onde ebbe esso Severo i titoli di Partico, Arabico, e Partico Adiabenico. E' fabricato di marmo pentelico, soggetto a sfaldarsi. Ha tre arcate, non della miglior proporzione per essere troppe alte; con rosoni alle volte tutti diversi, e non tanto cattivi. Otto colonne composite le fiancheggiano.

Fra queste sono i principali altirilievi con figure d'una stessa dimensione, cioè al solito senza prospettiva. Vi si scorge da tutte le parti una grande composizione di vari fatti, di attacchi di piazze, e di strumenti da guerra, di sagrifici, ad Ercole, e a Bacco fatti dagli imperatori, ai quali assiste col caduceo Giulia Pia, moglie di Severo; una Roma trionfante fra soldati romani, e prigionieri in ginocchioni, con una processione di costoro tra carri tirati alcuni da cavalli, altri da bovi. Vedonsi sopra la volta dell'arco grande dall'uno, e l'altro lato due Vittorie alate, le quali portano due gran trofei; e due geni delle rispettive quattro stagioni.

Vi sono parimente 4. fiumi per parte sopra gli archi collaterali con le loro canne; due imberbi, e due colla barba. Generalmente queste sculture dei quadri sono molto danneggiate. Chi amasse riconoscerle meglio, ricorra alla incisione fattane con diligenza da Pietro Sante Cartoli. Le figure ai piedestalli, perchè state fin al 1805. sotto terra, sono meglio conservate; e il lavoro ne pare più felice in quei prigionieri colle mani ritorte, che sono ripetuti alcuni. La iscrizione era in metallo dorato, eguale nelle due facciate. Barthelemy, ed altri antiquarj si sono molto affaticati nel rintracciare le parole cassate, e più basse in una linea, ove si crede con fondamento vi fosse il nome di Geta, rasato dal fratello dopo avere ucciso lui.

Con tutta la probabilità si tiene, che sopra vi fosse una quadriga di metallo colle statue degl'imperatori; in luogo della quale ne' bassi tempi fu costruito forse il campanile della chiesa de' ss. Sergio, e Bacco, e tutto intorno appoggiate delle casuppole. Dal fianco occidentale vi si può entrare fino in cima. Dopo varj tentativi inutili, e quasi disperati nei due ultimi secoli, nel detto anno 1803. la Santità di Pio VII. lo ha fatto ridurre isolato, e in grande da godersi per bene, e colla scala da girarlo, e disegnarlo da vicino. Dietro questa scala nel fare il cavo largo per il muro di recinto, si trovò una grande porzione del Milliare aureo, centro di tutte le strade dell'impero, posto nell'ombelico di Roma.

Era di buon muro, rotondo, della grossezza di più piedi, foderato di marmo, che per mal intesa degli operai non si lasciò scoperto con un arco. Nello sterrare quest'Arco vi furono trovati dei marmi attorno, cadutivi per rovine; molti ne furono cavati in varj scavi come nel 1568, e 1774, quando nell'angolo verso s. Martina furono trovati dei rocchi di breccia corallina, di granito, un frammento di statua egizia, una base con iscrizione di Diocleziano, dopo cancellatavi altra dei tempi di Lucio Vero. Più volte il Grutero riporta iscrizioni trovate presso lo stesso Arco. Non molto distante sulla strada dritta incontro al tempio di Saturno, ora s. Adriano, doveva essere l'Arco eretto a Tiberio per le ricuperate insegne di Varo da Germanico, mentovato da Tacito; non essendo verisimile, che fosse distrutto da Severo, per collocarvi il suo. Altri collocano questo Arco all'imbocco della strada, ora presso la Consolazione, che portava alla Rupe Tarpea; perchè da quella parte suppongono l'Erario di Saturno.

NUOVA DESCRIZIONE DE' MONUMENTI ANTICHI ED OGGETTI D'ARTE CONTENUTI NEL VATICANO E NEL CAMPIDOGLIO COLLE NUOVE SCOPERTE FATTE ALLE FABRICHE PIÙ' INTERESSANTI NEL FORO ROMANO E SUE ADIACENZE, COMPILATA PER USO DE' COLTI VIAGGITORI DAL SIG. AVV. D. CARLO FEA Presidente alle Antichità Romane, e socio ordinario dell'Accademia Archeologica Romana. ROMA MDCCCXIX. 1819

Foro Romano

Piantine del Foro Romano