Tesori di Roma: foto di Roma gratis

Altri Monumenti del Foro Romano

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Il cosidetto Templum Sacrae Urbis

Dietro il tempio rotondo è situato un edifizio rettangolare, la cui parete ad oriente, bellissima costruzione di grandi blocchi tufacei, è stata recentemente messa alla luce fino al livello antico. Nel centro della parete si vede una porta con sopra un arco cieco, e con gli stipiti di travertino: il tutto di esecuzione eccellente. La parete posteriore dell'edifizio invece è di mattoni: sulla superficie si vedono numerosi buchi per le grappe che tenevano lastre di marmo, nelle quali era incisa la grande pianta di Roma (Forma Urbis). Questa fu eseguita sotto Settimio Severo, probabilmente in sostituzione di un'altra più antica; i frammenti trovati nel 1560 e nel secolo XIX che si sono potuti ricomporre, ora sono esposti nel giardino del palazzo dei Conservatori. L'edifizio aveva il suo ingresso principale a occidente, ove fino al secolo XVII era conservato tutto il muro di tufo simile a quello del lato opposto, e un portico di otto colonne. Nel 1640, Urbano VIII fece demolire questo lato e dei blocchi si servì per costruire la chiesa di Sant'Ignazio. All'edifizio rettangolare si è dato il nome (che non si trova nelle fonti antiche) di templum Sacrae Urbis: e lo si è considerato come una specie di archivio in cui fossero conservati l'originale della Forma Urbis su papiro o pergamena, i libri del catasto ed altri simili documenti; l'edifizio avrebbe avuto anche una cappella della Dea Roma. Ma la pianta dell'edifizio non si attaglia punto ad un tempio, e la Forma Urbis, come decorazione della parete esterna, sarebbe anche conveniente se nell'interno vi fosse stata la "Biblioteca del Tempio della Pace" menzionata da Gellio (2. sec. dopo Cristo). Inoltre è poco probabile che un edifizio dedicato al culto pagano fosse stato transformato già nel principio del sesto secolo in una chiesa cristiana. La chiesa dei Ss. Cosma e Damiano aveva fino al secolo XVI pareti figurate con musaici di marmo (opus sectile) distrutte soltanto nei restauri di Urbano VIII. Nell'abside, che fu aggiunta da papa Felice IV, sono ben conservati i mosaici che debbono annoverare fra i più belli esistenti in Roma, e che rendono la chiesa meritevole d'una visita (l'ingresso è dalla via in Miranda).

La piazza dietro il tempio, che ha un bel pavimento di grandi lastre marmoree, apparteneva già al Forum Pacis. Vi si nota un grandissimo macigno caduto dal vertice della vicina Basilica di Costantino, e vedendo come nell'interno sia ben conservata una scale di dodici gradini e altresì l'enorme altezza dalla quale quel macigno è caduto, si ha una prova dell'eccellente qualità del cemento romano. Il masso quando fu rinvenuto, giaceva ad un'altezza di m. 1,50 sopra il livello antico (ora è sostenuto da muri moderni): da ciò si può conchiudere che esso crollò a causa di uno dei grandi terremoti nel secolo XII o XIII. Sotto l'angolo NO della basilica passa una galleria antica, la quale serviva come via di comunicazione durante tutto il medio evo, e fu chiusa soltanto nel 1563. La galleria allora si chiamava Arcus Latronis, forse a cagione di misfatti ivi accaduti; all'autore delle Mirabilia questo nome fornì occasione ad inventare un templum Pacis et Latonae.

Templum Iovis Statoris

Al di là dell'Arco di Tito, a destra della Sacra Via, si vedono gli avanzi di una grande sostruzione, di carattere arcaico con massi di peperino e di opera a sacco, composta quasi esclusivamente di frantumi di basalto. Probabilmente questa sostruzione appartiene al tempio di Giove Statore, il quale secondo la tradizione romana, fu eretto da Romolo fuori dell'antico recinto della Roma quadrata, non lungi dalla Porta Mugonia. In questo luogo nella guerra dopo il ratto delle Sabine, i Romani furono gravemente attaccati dai Sabini; Romolo promise a Giove un tempio, se il dio volesse ristabilire l'ordine nelle scomposte file dell'esercito romano, e Giove esaudì la sua preghiera. Il tempio, restaurato (o secondo altri costruito) dal console Attilio Regolo (294 avanti Cristo), è rappresentato sul rilievo della tomba degli Aterii, a destra dell'Arco di Tito, e sempre secondo questo rilievo, il tempio aveva quattro colonne sulla facciata, rivolta verso il Clivo Palatino. Il tempio esisteva ancora nel IV secolo dopo Cristo; nel medio evo sopra le sue fondamenta fu eretta la Torre Cartularia, nella quale si conservava l'archivio della Chiesa Romana. Questa torre si vede sopra molti disegni ed incisioni dal XVI al XVIII secolo; gli ultimi avanzi rimasero fino al 1828. Nè allora, nè in altri scavi sono venuti alla luce notevoli frammenti architettonici del tempio.

Tratto da: Il Foro Romano - Storia e Monumenti da Christian Hülsen pubblicato da Ermanno Loescher & Co Editori di S. M. la Regina d'Italia 1905

Foro Romano

Piantine del Foro Romano