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Terza saletta del Caffè Aragno

Terza saletta del Caffè Aragno

EDITO DA PERONI-ARAGNO, ROMA 1923

La decorazione, formata di diversi pannelli, si ispira alla tradizione ed al carattere della terza Saletta di Aragno, ritrovo preferito di artisti, letterati, giornalisti e di personalità del mondo intellettuale di Roma e di fuori, palestra di discussioni, luogo di convegno per iniziative civili e patriottiche, sede d'informazioni durante il periodo ansioso della guerra, magnifica cassa di risonanza per l'esaltazione della Vittoria.
La decorazione prende lo spunto dal periodo del nostro Risorgimento Nazionale illustrandone simbolicamente le fasi e le vicende più significative per finire con l'apoteosi della grande Vittoria di Vittorio Veneto.

PRIMO PANNELLO

Come nasce e come si matura l'idea del Risorgimento nazionale: pensatori e patriotti, seduti al caffè, meditano e discutono; nello sfondo un torchio rappresenta la stampa che conforta e aiuta l'opera dei fautori del movimento patriottico.

SECONDO PANNELLO

I primi canti risvegliarono con la poesia eroica il sentimento di nazionalità.
Nel primo piano un poeta scrive sotto l'ispirazione patriottica, mentre attorno a lui echeggiano canti e suoni. Sembrano rievocate le note del Nabucco;
«Va', pensiero, su l'ali dorate...».
Nello sfondo la campana a martello che chiama a raccolta; un giovane affila la spada...
È il periodo della preparazione.

TERZO PANNELLO

Una figura di donna rappresenta la Patria.
La giovinezza italica ne spezza le catene, mentre un bimbo le porge l'elmo di Scipio rievocando gli echi dell'inno di Mameli.
In un angolo una giovane vigila, tendendo l'arco verso un serpente che raffigura l'Insidia.
Nel fondo i Geni d'Italia (Dante, Leopardi, Colombo, ecc.) guardano mentre si scoprono le tombe...

QUARTO PANNELLO

Dei due lottatori uno raffigura la forza bruta e barbara, l'altro la forza luminosa, prestante della Nazione. Svolazza nello sfondo, sul dorso di un cavallo, un lembo di rosso mantello ; le trombe sembrano rievocare il motivo dell'Inno di Garibaldi.

QUINTO PANNELLO

Nel quinto pannello, in alto, figure di eroi innalzano il vessillo ; nel centro scorre un fiume (l'Isonzo) ; in basso un concerto di violini pare debba accompagnare il ritmo del fiume.

SESTO PANNELLO

La Canzone del Piave: ecco l'ara del sagrificio; a sinistra le Regioni d'Italia, le quali, mentre si preparano per la Vittoria intrecciando festoni di alloro, ascoltano giulive ed estasiate la Canzone; dall'altro lato il Piave, raffigurato da un vecchio con una mano appoggiata ad un istrumento che ricorda la sagoma di un ponte gittate e rotto fra le due rive ; ai suoi piedi gli affluenti che versano acqua da orci; in fondo la Vittoria che incorona il Piave.

SETTIMO PANNELLO

La gloria di Venezia simboleggiante la Vittoria nel mare : la figura di Venezia seduta con ai piedi il Leone e Nettuno; nel fondo galee veneziane e la bandiera di S. Marco.

OTTAVO PANNELLO

II trionfo di Roma. Una figura di donna rappresenta Roma e s'avanza per la Via Sacra ; ha l'egida come manto e con la dèstra tiene uno scettro con i simboli (Vittoria, Mondo e Lupa), mentre con la sinistra addita la via della gloria agli eroi e al legionario romano.

NONO PANNELLO

Giovani donne e bambini spargono fiori sulla Vìa Sacra precedendo il Corteo trionfale.

DECIMO PANNELLO

Completano la decorazione due piccoli pannelli nelle due sopraporte: uno di essi è in prosecuzione a quello raffigurante la Poesia e la Musica e rappresenta una donna che tende una mano e resiste al fuoco di un braciere e simboleggia la Costanza ; l'altro rappresenta la Storia che incide sulle colonne i gloriosi avvenimenti della Patria.

In piedi Forina. E poi, tragli altri: Girus, Frosàli, Peràli, Bettini e, in anglo, il prof. Cervelli, il qualeandava - nei tempi preistorici - con Oriani, Gregorovius, Venturi, il generale Trombi, Momsen, Gallòri, Tribiciano, l'autore dei bassorilievi dell'Aragno e del monumento al Belli, ecc. - "Foto Fontana"

Da sinistra a destra: Architetto Mancini, R. Cantalupo, A. Nosari, Nicola Pascazio, Giuseppe Rosati, il pittore Trombadori, Ermanno Amicucci, Carlo Scarfoglio con pipa; e gli ultimi tre: Vittorio Mariani, l'arch. Cesare Bazzàni e, nicchiante, Rosario Jàvicoli.