Piazza di S. Salvatore in Lauro, 15, 00186 Roma, Italia
Orario
Feriali ore 16.30-19.00 Festivi ore 8.00-13.00 / 16.30-19.00
Orario Messe Festivi 8.30; 10.00; 12.15; 18.00 Feriali 18.00
De lauro la chiama Cencio Camerario, che le
attribuisce sei denari di presbiterio ed in Lauro l' anonimo di
Torino ed il Signorili. Circa questo nome, il Nibby così
si esprime: "La denominazione in Lauro le viene dall' essere
ivi stato il famoso portico di Europa, in mezzo al quale eravi,
per quanto si crede, un boschetto di allori." Il Canina pure
sostiene e conferma tale opinione. Io, sebbene rispetti questi due
egregi topografi, pure mi par lecito l' averrtire che la chiesa
in discorso, essendo stata edificata dal cardinale Latino Orsini,
non doveva essere più circondata di allori, giacchè
tali boschetti erano scomparsi con la denominazione suddetta da
un pezzo. Però l' edificazione deve almeno rimontare al secolo
XIII, in cui troviamo Cencio Camerario che ne fa menzione; e deve
essere sempre anteriore al XV, in cui erroneamente la pone il Nibby.
Nei limiti di questa parrocchia molte case possedeva nel secolo
XIV la basilica vaticana, come dai libri catastali di quel' epoca
risulta, ove leggo per esempio: ai 13 di giugno 1395: domus cum
signo serpentis de parochia s. Salvatoris in Lauro.
Questa chiesa fu dunque edificata dal card. Latino Orsini, creato
da Niccolò V, che l' affidò ai canonici regolari di
s. Giorgio in Alga, i quali vi rimasero fino alla soppressione di
quell' ordine fatta da Clemente IX. Sisto V la eresse in titolo.
Nel 1591 fu arsa da un incendio, ma venne riedificata con i disegni
di Ottavio Mascherino: le fiamme distrussero i dipinti di Giovanni
d' Ascona, di Pierin del Vaga, di Pietro da Cortona, del Ragusa
ed un organo singolarissimo. L' anno 1669 fu data ai Piceni e il
monastero convertito in collegio per venticinque alunni di medicina
e legge. Il quadro dell' altar maggiore, opera di Giovanni d' Ascona
rappresentante la Trasfigurazione, fu tolto e donato a Cristina
di Svezia, ed allora vi fu posta l' imagine della santa Casa di
Loreto, lavoro di Giovanni Peruzzini d' Ancona. Vi è celebre
una imagine detta s. Maria delle Grazie, creduta opera del famoso
Antonio Pollaiolo, rimasta immune dall' incendio, ove si legge il
nome Antonius pinxit 1494. Dai marchegiani la chiesa fu dedicata
alla Madonna di Loreto. La facciata fu compiiuta ai giorni nostri.
Nel chiostro, che è un capolavoro dell' arte del rinascimento,
si osserva il deposito di Eugenio IV lavoro pregevolissimo del secolo
XV, ove si legge una iscrizione che ricorda il concilio di Basilea.
V' ha pure un oratorio, ora dissacrato, che servì per fratelli
della compagnia dei Marchegiani, adorno di ottimi affreschi: in
fondo si osserva un gran quadro rappresentante le nozze di Cana,
opera mediocre di Cecchino Salviati.