Tesori di Roma: foto di Roma gratis

Chiesa di San Pietro in Montorio

Chiesa di San Pietro in Montorio
Chiesa di San Pietro in Montorio

Piazza di S. Pietro in Montorio, 2, 00153 Roma, Italia

Orario
Tutti i giorni ore 8.00-12.00 / 15.00-16.00
Messe Festivi ore 8.00 e ore 12.00

Ritornando indietro per la strada, che conduce al Gianicolo, dopo poca salita si giunge a s. Pietro in Montorio, chiesa ristorata da Ferdinando Re di Spagna, sotto Sisto IV con architettura di Baccio Pintelli, ed allora conceduta alli Padri Osservanti, ed ora Riformati di s. Francesco.

Nella prima cappella a mao destra, entrando in chiesa, Fra Sebastiano del Piombo Veneziano dipinse la Flagellazione di Cristo alla colonna con tutto il resto in sei anni, che per essere stata con disegno del Buonarotti benissimo fatta, si tiene, che anche la ritoccasse: e l'altre due cappelle, che seguono, furono esternamente colorite da' coetanei del Pinturicchio, che in quei tempi erano in qualche stima. Nella cappella della Madonna i due quadri sono s. Francesco, e s. Antonio sono di Gio. Maria Morandi.

La cappella passata la porticella di fianco ha l'altare tutto di marmo, e il quadro con la conversione di s. Paolo, dipinto da Giorgio Vasari Aretino, che non volendola far simile a quella del Buonarroti, ch' è nella cappella Paolina, fece il s. Paolo giovane, quando vien condotto da' soldati cieco ad Anania, che l'illuminò. È anche suo disegno la sepoltura del Card. del Monte, e di tutta la cappella, e le statue, che sono nella suddetta, furono mirabilmente scolpite da Bartolomeo Amannato, e specialmente sono degni d' osservazone alcuni bellissimi putti, che reggono la balaustrata.

Il quadro dell'altar maggiore, che rappresenta la Trasfigurazione di Nostro Signore sul monte Tabor, e da basso gli altri Apostoli, che esorcizzano un giovane spirtato con quantità di figure, è l'ultima opera, che facesse Raffaello d' Urbino, eccellentissima, e famosa per tutto il Mondo intagliata in rame dal Dorigny: e nel coro vi sono due facciate dipinte ad affresco con la crocifissione di s. Pietro, e la caduta di Simon Mago, fatte da Paolo Guidotti Lucchese, di maniera Fiorentina, che alcuni hanno creduto di Francesco Salviati.
Nella cappella, che segue dall'altra parte sono due statue di marmo, una di s. Pietro, e l'altra di s. Paolo lavorate a maraviglia da Daniello da Volterra, e da Lionardo Milanese suo scolare; la balaustrata è di giallo antico fatta di certe colonne ritrovate negli orti Sallustiani: e l'altare è dedicato a s. Giovanni Battista.

Nell'altra cappella, la deposizione di Croce, e l'altre pitture laterali sono di pennello Fiammingo, e d' un colorito stupendo, ed eccellente oltre ogni credere. Vi è chi ha stampato esser di mano di Francesco Stellaret, ma questi era paesista. Altri dicono di Ruggiero Salice, o Vander; o Angelo Vandernant.

Poco più avanti è la cappella rinovata dal Cav. Bernini, ed ha la statua di s. Francesco scolpita da Francesco Baratta, ed altre sculture con bassirilievi. Il s. Francesco dipinto nella volta, e tutti i medaglioni a chiaro oscuro, e quantità di puttini fatti con istudio singolare, sono dell'Abatini.

Il quadro dove è colorita l'istoria delle Stimmate di s. Francesco nella cappella contigua, fu dipinto da Gio: de' Vecchi con disegno del Buonarroti, e la sepoltura del Massa è disegno, e scoltura di Gio. Battista Dosio. Il tempietto di forma ritonda periptera sostenuto da sedici colonne di granito d' ordine Dorico, di piedi ventise di diametro, con la sua cupoletta, che è nel mezzo del claustro del convento, dove si dice fosse crocifisso s. Pietro, è architettura maravigliosissima di Bramante, ed uno delli due claustri lo dipinse Gio. Battista della Marca, e l'altro Niccolò dalle Pomarance.

Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte in Roma di Filippo Titi - 1763

Chiesa di San Pietro in Montorio

Tra le chiese del catalogo dell' Anonimo di Torino, nella serie dell' ultima partita abbiamo ecclesia s. Petri montis aureai (quae) habet fratres ordinis s. Petri de Morrone VIII.
Vi era annesso un monastero abitato nel secolo XIV dai monaci celestini. Dal Nibby e da altri è stato creduto che in origine fosse stata detta ecclesia s. Angeli; ma ciò è manifesto errore, perchè nel codice anzidetto di Torino ambedue le chiese gianicolensi sono con precisione distinte. Il Panciroli pretende che sia di origine costantiniana, ma veramente le ragioni che egli adduce non pesano troppo. Della chiesa si fa menzione fino del secolo IX da Agnello nel Libro pontificale di Ravenna. Nel secolo XV si favoleggiò fosse quivi stato crocifisso l' apostolo Pietro; opinione cui non deve concedersi neppure l' onore della discussione, come quella che non ha nemmeno il pregio dell' antichità; solo un archeologia scema di critica può sostenerla.

La tarda favoletta fu tuttavia feconda di felici conseguenze, poichè ad essa dobbiamo la gemma architettonica del Bramante, ossia il tempietto circolare edificato nell' atrio annesso alla chiesa, ove appunto si mostra il sito della crocifissione suddetta e persino il foro in cui fu piantata la croce dell' Apostolo!

L' antico monastero annesso appartenne alle venti principali abazie di dopo un abbandono secolre fu conceduto ai frati minori, in grazia dei quali il re cattolico Ferdinando IV ed Elisabetta sua moglie riedificarono la chiesa coi disegni di Baccio Pintelli. Sisto V la dichiarò titolo di cardinale e nel 1605 fino al III re di Spagna vi aprì innanzi una piazza, cingendo con grosse mura una parte del colle che minacciava ruina. La chiesa è ricca di opere d' arte e di memorie storich: vi si ammirano dipinti e sculture di frà Sebastiano del Piombo, di Giorgio Vasari, di Bartolomeo Ammannato, di Daniele di Volterra. Ivi fu sepolta, benchè niuna epigrafe ne indichi il sito, la povera Beatrice Cenci.

L' area per la riedificazione della chiesa e del convento fu concessa da Sisto IV con su bolla del 18 giugno 1472 al p. Amedeo spagnuolo e ai suoi religiosi chiamati amadeisti.

Armellini

Chiesa di San Pietro in Montorio

In tutte le grandi opere dal periodo medio in avanti, la luce guidata e spesso celata rappresenta una parte straordinariamente importante nel produrre un’impressione convincente di miracolo e di visione. Il Bernini risolse il problema prima nella Cappella Raimondi in San Pietro in Montorio (c. 1642-46). Stando nella penombra della cappella, lo spettatore guarda nella nicchia dell’altare e vede, avvolto da una luce sfolgorante, come per magia, l’Estasi di san Francesco, il rilievo di Francesco Baratta.

Giorgio Vasari a Roma, con l’Ammannati, decorò la cappella Del Monte in San Pietro in Montorio (Battesimo di Saulo e affreschi, 1550) per il nuovo pontefice Giulio III. In questi anni fu in stretto rapporto con Michelangelo.

Altri due capolavori, frutto dell’intesa con Michelangelo, risalgono alla seconda metà dello stesso decennio: la cappella Borgherini in San Pietro in Montorio a Roma e la Resurrezione di Lazzaro (Londra, ng), ad entrambe le quali devono essere riferiti disegni eseguiti da Michelangelo per Sebastiano del Piombo (Sebastiano Luciani). L’intervento di Michelangelo si avverte di piú nella decorazione della cappella Borgherini, di cui la composizione centrale, a olio su muro come le altre parti, e rappresentante la Flagellazione di Cristo, costituisce una tappa fondamentale per la pittura romana del sec. xvi.

David de Haen, nel 1617 ca. decorò una cappella di San Pietro in Montorio con numerose composizioni: Cristo che porta la croce, Deposizione nel sepolcro; quest’ultimo dipinto, che molto riprende da quello di Caravaggio, verrà spesso copiato, e resta una delle composizioni religiose piú celebri del xvii sec.

Ancor piú grave e ancor piú romano è Bramante nel suo successivo ed., il tempietto circolare di San Pietro in Montorio a Roma (in. 1502, ma probabilmente 1506-10), il primo grande monumento del medio Rinascimento, dotato di una sua maestosa solennità malgrado la piccola dimensione.
Cinto alla base da un colonnato dorico tuscanico, con una corretta trabeazione classica, non presenta decorazioni alla superficie, a parte le metope e le conchiglie nelle nicchie. Era concepito come fulcro di un peristilio circolare, che avrebbe offerto alla sua solidità il perfetto contrasto spaziale, in quanto esso è concepito piú in termini
volumetrici che di spazio, come un tempio greco. Il Rinascimento giunge qui, piú che in qualsiasi altro ed., vicino allo spirito dell’antichità classica.

Rudolf Wittkower - Arte e architettura in Italia. 1600-1750 - Storia dell'Arte Einaudi

Indice delle Chiese Rinascimentali