Via dei Fori Imperiali, 1, 00186 Roma, Italia
Orario
Tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Orario Messe: Feriali: 7.15 (invernale)-8.00 (estivo) Festivi: 8.00-11.30
Questa chiesa fu stabilita nel 527 da Felice
IV negli edifici del Templum sacrae urbis dove si conservavano le
tavole del catasto e le mappe della città. Nell'aggiungervi
l'abside e nel dividerlo con un muro, il tempio primitivo fu scorciato,
ma vi si aggiunse come vestibolo il tempietto innalzato sulla Via
Sacra in onore di Romolo, figlio di Massenzio. Questo piccolo tempio
è rotondo e riceve la sua luce da una apertura nel soffitto,
come al Pantheon. Nelle antiche scritture, la chiesa viene indicata
coi nomi di S. Cosma e Damiano in via Sacra o in Silice o in Tribus
fatis e anche di Basilica beati Felicis, come la chiamò S.
Gregorio che vi disse la sua XIII omelia. Nel 695 Sergio I vi fece
costruire l'ambone e il ciborio, che oggi non esistono più,
e S. Leone III (795-816) restaurò il tetto. Durante tutto
il secolo xii il papa vi si recava solennemente alla domenica in
Albis per cantarvi i vespri e rimaneva a cena nel convento vicino,
dove gli veniva servito pane, vino, latticini e insalata. Nel 1503
cessò di essere collegiata e fu ceduta di Giulio II (della
Rovere) ai Francescani. Nel 1626 furono tolti i massi di travertino
che appertenevano all'edificio primitivo e furono venduti per la
fabbrica di S. Ignazio. Questo lavoro di sterramento aveva reso
la chiesa umidissima, così che Urbano VIII (Barberini) nel
1632 la rinnovà tutta, innalzando il pavimento, facendo la
nuova volta e decorandola di pilastri con architettura dell'Arrigucci
e di Fra Michele, cappucino.
L'ingresso di questa chiesa è attualmente dalla via in Miranda.
Interno. - Sulle pareti del corridoio: affreschi dell'Allegrini.
Anticamente questo corridoio faceva parte del chiostro, di cui oggi
non rimane che il giardinetto centrale, essendone stati chiusi gli
archi. Gli affreschi del soffitto e delle pareti, nella chiesa,
sono di un artista ignoto del secolo xvii. A sinistra (cominciando
dalla porta laterale che è nella parete di sinistra, guardando
l'abside): sepolcro del cardinale Tollamelli, con un busto in bronzo
del secolo xvii. - 1. Cappella: La Madonna coi Santi titolari di
Bernardino Cesari. - 2. Santa Barbara e affreschi laterali di Francesco
Allegrini. - 3. Affreschi sulle pareti, dello stesso.
Abside. - Musaico del vi secolo, rappresentante Il Salvatore fra
i Santi Pietro, Paolo, Cosma e Damiano, mentre Felice IV da un lato
presenta il modello della basilica. Questo mosaico ora originariamente
più grande, ma ne fu tolto via un pezzo nei lavori di Urbano
VIII. Nel 1660 poi fu restaurato, tanto che la figura di Felice
IV può dirsi moderna. Sotto il mosaico sono questi versi:
Aula Dei claris radiat speciosa metallis
In qua plus fidei lux pretiosa micat
Martyribus medicis populo spes certa salutis
Venit et ex sacro crevit honore loco.
Obtulit hoc Domino Felix Anthistile dignum
Munus, ut aetherea vivat in arce Poli.
(La stanza del Signore scintilla tutta bella di musaici, ma più ancora risplende in essa la luce preziosa della fede. Venne dai martiri speranza certa di salute per il popolo e da tale onore divino ne crebbe il pio luogo. Questa degna offerta fece l'Antistite Felice al Signore, affinchè viva nella celeste sfera).
L'altar maggiore fu disegnato dal Castelli, e sopra vi si venera
un'antica Vergine bizantina. A destra: 1. Cappella: Deposizione,
coi ritratti dei donatori, di Giovanni Roos. Ai lati: affreschi
di G. B. Speranza. - 2. S. Giovanni Evangelista e quadri laterali
del Baglioni, a cui appartiene la cappella e dove egli è
sepolto. - 3. Copia di Carlo Saraceni di un originale del Caracci.
4. S. Francesco, scuola di Gerolamo Muziano.
Sacristia (oltre la porta a sinistra che conduce al convento). -
La Samaritana dello Speranza.
Chiesa inferiore. - Le porte di bronzo, tolte a qualche edificio pagano, sono un importante esemplare di decorazione romana del buon periodo. Nell'interno si conserva ancora il pavimento e le tracce di affreschi arcaici appartenenti alla chiesa primitiva.