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Chiesa di Santa Maria sopra Minerva

Chiesa di Santa Maria sopra Minerva
Chiesa di Santa Maria sopra Minerva

Piazza della Minerva, 42, 00186 Roma, Italia

Orario
Aperta da lunedi a sabato ore 7.10 - 19.00 Domenica ore 8.00-12.00 / 14.00-19.00
Orario Messe: Festivi: ore 10.00; 11.00; 12.00; 18.00; Feriali: ore 7.15; 18.00; Prefestivi: ore 18.00;

Periodo Medioevo

Possedevano questa chiesa in forma assai più piccola le monache di Campo Marzo, colonna convento contiguo, dov'era qualche antichità, e memoria del tempio dedicato dagli Antichi a Minerva. Al tempo di Gregorio XI le dette monache la concederono alli PP. Domenicani, che vi fabbricarono una chiesa di quella grandezza, che oggi si vede, con l'elemosine di persone pie, ed ultimamente vi fece una grande spesa il cardinal Antonio Barberino.
La tribuna grande, minacciando ruina, fu rifatta dai signori Palombari con architettura di Carlo Maderno, che vi aggiunse il coro. Nella prima cappelletta a man destra, entrando in chiesa, è il Fonte battesimale fatto col disegno di Filippo Rauzzini, e il bassorilievo di stucco è di Paolo Benaglia, che rappresenta il battesimo di Cristo.
La seconda cappella con s. Ludovico Bertrando è opera di Baciccio Genovese, e diversi fatti di s. Domenico, dipinti a olio nelle mura, sono di Gaspero Celio.
La cappella di s. Rosa ha la tavola di Lazzaro Baldi Nella seguente il martirio di s. Pietro Martire, ferito in testa da un colpo di spada, è opera di Ventura Lamberti, detto il Bolognese.
Nella cappella contigua sono dipinte diverse azioni di Cristo, e di Maria Vergine da Batista Franco Veneziano, fuori di quella dell'altare, e delle superiori. L'arco, e i pilastri furono coloriti con figure finte di bronzo da Girolamo Muziano.
Passata la porticella di fianco è la cappella architettata da Carlo Maderno, dedicata alla santissima Annunziata, tutta colorita con diversi fatti di Maria Vergine da Cesare Nebbia. La statua d'Urbano VIII, di Casa Castagna Romano, è scultura assai buona d'Ambrogio Buonvicino.
D'ordine di Clemente VIII, di Casa Aldobrandini, fu fabbricata la cappella, che segue, in memoria di suo padre, e di sua madre di Casa Deti, con li loro sepolcri, e le loro statue. L'architettura dalla cornice in giù, dei depositi, e delli altri ornamenti, è di Giacomo della Porta; e dalla cornice in su di Carlo Maderno.
Il quadro della Cena di nostro Signore, posto nell'altare, è bella pittura, ed ultima, che mandasse a Roma Federigo Barocci, tinta più oscura dell'altre sue opere: e la pittura nella volta affresco, e un gran profeta da una delle bande, e dall'altra una Sibilla, sono di mano di Cherubino Alberti.
Le due statue dei ss. Pietro, e Paolo ali all'altare sono di Cammillo Mariani. I due angioli sul frontespizio son del Buonvicino: il Papa Clemente è d'Ipolito Buzzi: il s. Sebastiano a dirimpetto è di Niccolò Cordieri: le statua del padre, e della madre del Papa son dello stesso, come anche la Carità. La statua della Religione è del Mariani: il s. Bastiano, e in figura piccola la Carità con puttini son lavori del detto Cordieri Lorenese, gli altri due putti sopra la sepoltura del padre di detto Pontefice sono di Stefano Maderno Lombardo; ed il resto di diversi scultori.
Più oltre nella cappella contigua già dedicata a s. Agnese da Montepulciano, ora a s. Raimondo, il cui quadro dipinse Niccolò Magni d'Artesia, si vedono nel muro figurate le sante Caterina, ed Agata a olio da Girolamo da Sermoneta, come dice il Baglioni a cart. 24 della edizione del 1642.
Poco più avanti è il deposito d'Ambrogio Strozzi, dove sono due puttini di metallo con fiaccole nelle mani, opera di Taddeo Landini Fiorentino; ed il Cristo Crocifisso, che è nella cappelletta a questo sepolcro vicina, si dice di Giotto Fiorentino.
La cappella dei signori Caraffi, che è nella crociata, è dedicata a s. Tommaso d'Aquino. La dipinse, con istorie del santo, Filippo Lippi Fiorentino, dove è mirabile per quei tempi una gran lunetta in cornu epistolae. La volta è di Raffaellino del Garbo, pur Fiorentino, e fu tenuta allora in gran conto. La tavola dell'altare, dov'è dipinta un'Annunziata, si crede opera del B. Gio. da Fiesole. Alcune di queste pitture, fuorchè la lunetta, sono state ritocche, pel solito errore di rifiorirle, e perciò guaste.
Anche li scultori con varj colori di pietra cercarono quì d'imitar la pittura nella statua di Paolo IV. Fu bella invenzione di Giacomo, e Tommaso Casignola, facendole di pezzi un manto, che rappresenta broccatello, ed il fregio con altre cose di mischi di diversi colori, che rendono questo sepolcro maraviglioso, di cui Pirro Ligorio fece il disegno
Il quadro nella cappella vicina a quella del Rosario era di Niccolò Pomarancio, e rappresentava la gloria di tutti i Santi. Questa cappella, anticamente di Casa Latieri, è stata in tempo di Clemente X ridotta, benchè in sito angusto, in magnifica forma, per li ornamenti, che vi sono di pietre, sculture, e pitture; e l'architettura della medesima fu ideata dal cardinal dei Massimi.
Il quadro dell'altare rappresenta s. Pietro, che conduce avanti alla Vergine Maria li inque Santi canonizzati da Clemente X, opera di Carlo Maratta, tenuta in molta stima. Le pitture di sopra sono di Baciccio, e li busti di marmo da i lati sono di Cosimo Fancelli.
Le pitture della volta dalla contigua cappella del Rosario, con li 15. Misterj con gran diligenza fatti a olio, sono opere di Marcello Venusti; e l'istorie di s. Caterina da Siena, dipinte dalla cornice in giù, sono di Giovanni dei Vecchi dal Borgo. Quella però della Coronazione di spine di nostro Signore con diverse figure a olio, è lavoro di Carlo Veneziano; e l'immagine di Maria, che sta sopra l'altare, si tiene di mano del detto B. Giovanni da Fiesole Domenicano, detto Fr. Gio. Angelico.
La Madonna santissima con Gesù, e due altri puttini, che si vedono scolpiti in marmo fuori di questa cappella nel pilastro, che corrisponde all'altar maggiore, è opera di Francesco Siciliano. Le sepolture, e i depositi di Leone X, e Clemente VII nel coro dietro all'altar maggiore sono sculture di Baccio Bandienlli: la statua però di Leone è di Raffaello da Monte Lupo, e quella di Clemente è di mano di Giovanni di Baccio Bigio.
Il Cristo di rilievo di marmo, che sta dall'altra parte dell'altar maggiore, è opera mirabile, e di tutta perfezione, scolpita da Michelangelo Bonarroti.
Alla porticella, che va al collegio Romano, sono tre bellissimi depositi: uno del cardinal Alessandrino, nipote di s. Pio V, architettato da Giacomo della Porta, con la statua a giacere, scultura di Silla Lungo da Vigiù nel Milanese.
L'altro incontro è del cardinal Pimentelli con la sua statua, altre figure, e putti, fatto con disegno, e bizzarra architettura dal Bernini, e scolpito da diversi; cioè la Carità da Antonio Raggi; l'altra figura piangente dal fratello di Francesco Mari; ed il resto da Ercole Ferrata, ed altri.
Il sepolcro fatto sopra la detta porticella, che è del cardinal Bonelli, è architettura del cavalier Carlo Rainaldi. La scultura di mezzo è d'Ercole Ferrata: la Carità, di Filippo Romano: la Religione, di Monsù Michele: l'altra di Francesco Mari, allievi del Ferrata: e quelle, che seggono, sono del Fancelli, e del Rossi.
Il busto del cardinal d'Aquino sopra il suo deposito, posto avanti alla seguente cappella, è del Mochi.
Nella cappella dei Signori Maddaleni, seguitando il giro, è dipinta s. Maria Maddalena con s. Francesco d'Assisi, e s. Francesca Romana da Francesco Parone Milanese.
Passata la porta della sagrestia è la cappella di s. Domenico , era architettura del Padre Paglia Domano, ma poi è stata rifatta da Benedetto XIII col disegno del Rauzzini. La tavola dell'altare è di Paolo de Matteis, e la pittura della volta è del cavalier Roncalli. Il sepolcro del detto Pontefice è disegno di Carlo Marchionni, che scolpì il bassorilievo, e li due angioli in alto, che reggono l'arme. Pietro Bracci scolpì la statua del Papa, e quella altresì a man destra; e Bartolommeo Pincellotti quella che è alla sinistra.
Nell'altare, che segue è dipinto s. Giacinto con Maria Vergine, ed il Figlio dal cav. Ottavio Lioni Padovano.
Il quadro di s. Girolamo nella cappella seguente dei signori Porcari era opera assai buona d'Avanzino Adesso però ve n'è un altro di s. Pio V opera d'Andrea Procaccini, e il laterale dalla parte dell'epistola è di Lazzaro Baldi. La volta è dipinta da Michelangelo Cerruti. Il quadro, che sta appeso sopra la porta, che va nel claustro, ove in aria è una Madonna, e li santi Pietro, e Paolo ai piedi, è di Marcello Venusti assai bello.
Il deposito dell'Ubaldini nel gran pilastro, ultimo della navata di mezzo, ha in un tondo un bellissimo ritratto di mosaico fatto da Gio. Batista Calandra, e dirimpetto nel pilastro di questa stessa navata è il sepolcro di suo Maria Raggi fatto dal Bernini; e quello in un pilastro, un poco più avanti, con due nicchie, è disegno di Pietro da Cortona, e vi sono le teste di marmo di due della famiglia de Amicis. I due putti al deposito d'Antonio Strozzi sono sculture di Taddeo Landini.
S. Giacomo Apostolo, maggiore del vivo nell'altra cappella, è di mano del Venusti; e nella cappella, che segue, è il quadro, che fece venir da Genova il cardinal Giustiniani, che rappresenta s. Vincenzio Ferrerio, che predica alla presenza del Papa, e dell'Imperadore, colorito da Bernardo Castelli Genovese.
Le due statuette di marmo, che sono da i lati dell'altare nella seguente cappella del Salvatore, sono di Mino da Fiesole; e la penultima cappella è tutta dipinta con varie istorie di s. Giovanni Batista, e molti altri Santi, fuori, e dentro la medesima, lavoro creduto del Nappi. Nel pilastro opposto è il deposito del celebre Monsig. Fabbretti, il cui busto fu scolpito dal Rusconi.
Nell'ultima cappella il quadro sopra l'altare con nostro Signore, quando apparve alla Maddalena, è opera di Marcello Venusti. Nella muraglia vicino alla porta è il sepolcro di Francesco Tornabuoni, col busto fatto dal detto Mino; la sepoltura però della sua moglie è di Francesco d'Andrea Verocchio.
Appresso è il sepolcro del cavalier Pucci. Fu fatto con architettura di Giacomo della Porta. Una testa nel deposito a mano destra di detta porta è scultura di Donatello Fiorentino.
Il quadro, e le pitture nell'altare della sagrestia, dov'è Cristo Crocifisso, è di Andrea Sacchi. Il conclave dei cardinali, dipinto ad affresco sopra la porta per di dentro, è di Gio. Battista Speranza Romano; e la volta fu colorita da un Fiammingo.
La statua di s. Domenico, fatta di stucco in un ovato d'un dormentorio, è opera condotta con buona intelligenza dall'Algardi: ed in diversi altri luuooi del convento si vedono altri quadri coloriti da nuova mano.
Appresso di essa chiesa è un grande, e magnifico convento, in cui è di notabile un chiostro tutto dipinto, la facciata del quale, che resta a man dritta dell'ingresso, contiene nella prima arcata s. Domenico, che dorme, dal cui petto sorgono i 15. Misterj del Rosario, ed è d'incerto autore. Nella seconda cappella si rappresenta la Nunziata dipinta da Gio. Valesio Bolognese. Nella terza la visitazione di santa Elisabetta di Giovanni Antonio Lelli Romano. Nella quarta il Presepio di mano incongnita. Nella quinta la presentazione del Signore di Giuseppe Paglia del Bastaro. Nella sesta la disputa dei Dottori di mano incerta. Nella settima la battaglia navale fatta sotto gli auspici di s. Pio, opera del detto Valesio. Nell'altro braccio di questo chiostro alla prima arcata, che rimane allato alla porticella, che va in chiesa, è un deposito, e sopra di esso una Madonna col B. Andrea Ansideo, di cui non si sa l'autore. Nella seconda è la Madonna con una santa Domenicana, e il B. Giovanni Unghero, pittura di nessun conto. Nella terza è compresa la porta, che mette in convento. Nella quarta è la Madonna con due Santi, pittura moderna, e poco buona. Nella quinta l'Orazione nell'orto. Nella sesta la Flagellazione, e nella settima la Coronazione di spine di Gesù Cristo, tutte e tre di mano incognita. Nel terzo braccio del chiostro medesimo alla prima arcata è il portar della Croce, e nella seconda Gesù crocifisso, delle quali pitture non si sa l'autore. Nella terza son le scale, che conducone all'Ospizio. Nella quarta s. Domenico sopra una porticella, ma di poco pregio. Nella quinta l'Ascensione, e nella sesta la venuta dello Spirito santo, e nella settima l'Assunta della Madonna tutte e tre di Francesco Nappi Milanese; ma queste tre storie sono state tutte guaste e rovinate, perchè nel bel mezzo di ciascheduna è stata aperta una fino alla. Nel quarto braccio sotto la prima arcata è la Coronazione della Madonna dello stesso Nappi. Il Baglioni nella Vita di questo pittore dice, che vi dipinse ancora la Coronazione di N. S., e il Risuscitamento del medesimo; ma queste istorie non vi son più, e saranno state facilmente nell'arcate seguenti, che sono stte ridipinte modernamente. Nella seconda si veggono s. Domenico, e s. Francesco, che si abbracciano, pittura sul gusto Caraccesco, ed è a migliore, che sia in questo claustro. L'altre, che seguono della vita di s. Tommaso, non si registrano per esser molto infelici. Le volte di questo claustro son dipinte di grotteschi con molta bizzarria, e franchezza. Dentro al convento è la copiosissima, e celebratissima libreria pubblica lasciata dal cardinale Casanatta con grandissimi fondi, in cui è una statua di marmo del medesimo cardinale, opera di Monsù Le Grò.