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Chiesa di San Crisogono

Chiesa di San Crisogono
Chiesa di San Crisogono

Nel viale del Re, in Trastevere. Risale probabilmente al periodo delle basiliche costantiniane, ma se ne ha un primo documento certo nel Sinodo del 499 al quale parteciparono tre dei suoi preti. Nel 731 Gregorio III ne riparò il tetto e adornò l'abside di pitture. Nel 768 vi fu eletto il papa Stefano, che era uno dei suoi monaci. Nel 1123 fu restaurata da quel Giovanni da Crema, cardinale titolare di S. Crisogono, che arrestò l'antipapa Baudino e fu legato in Inghilterra o in Scozia alla corte di David I. Nel 1157 il cardinale fiorentino Guidone Bellagio l'arricchì di un nuovo altare. Nel primo ventennio del secolo xiii ne fu titolare il cardinale Langton, vescovo di Canterbury, illustre per le sue lotte sotto il regno di re Giovanni. Nel 1480, i canonici di S. Salvatore, che fino allora avevano abitato il convento vicino, dovettero cederlo ai Carmelitani, i quali vi rimasero fin sotto il regno di Pio IX (1847-78 Mastai-Ferretti) epoca in cui vi furono sostituiti dai Trinitari. Nel 1623 il cardinale Scipione Borghese rinnovò; la chiesa dalle fondamenta, con architettura di Giovanni Battista Soria. Nel 1866 fu restaurata un'ultima volta da Pio IX.
Interno. - È a tre navi, sorretto da 22 Colonne di granito egiziano d'ordine jonico. Il soffitto fu fatto sui disegni del Soria, ma il quadro centrale è una copia del S. Grisogono in Gloria del Guercino, che esisteva quivi e che fu venduto in Inghilterra nei primi anni del secolo xix. Navata a destra: sulla parete quadro a olio, rappresentante Santa Caterina e Santa Barbara di uno scolaro del Guidotti. Sull'altare: La Madonna e S. Giovanni a piè del Crocifisso, di Paolo Guidotti, lucchese. Sepolcro di Pasquino Corsi, tribuno dei militi (l567). - Cappella in fondo all'abside. Questa cappella fu edificata con disegno del Bernini; ai due lati sono i sepolcri di Monsignor Gaudenzio Poli (1672) e del cardinale Augusto Poli (1653) con busti usciti dalla bottega del Bernini. Sull'altare l'Angelo Custode, di Ludovico Gemignani, figlio di Giacinto Gemignani che dipinse la volta di questa cappella. Navata centrale: pavimento cosmatesco del secolo xiii. A destra: fonte battesimale, con una pittura di un ignoto del secolo xix. A sinistra: monumento funebre del cardinale Giacomo Milli (1757) eseguito con disegni di Carlo Marchionni e con sculture di Pietro Bracci. L'altar maggiore è composto da un Ciborio sostenuta da quattro colonne d'alabastro listato. Nel soffitto: immagine di Nostra Donna con Gesù Bambino che le dorme in grembo, del cavalier d'Arpino. Nell'abside, restaurata nel 1866: un mosaico di Pietro Cavallini, rappresentante la Vergine fra S. Sebastiano e S. Grisogono. Navata a sinistra: sulla parete: S. Giovanni Matha di un anonimo del secolo xviii - Cappella di Nostra Donna, dipinta a fresco con le storie della Madonna da Giovanni Liveruzzi - Cappella in fondo all'abside, restaurata e decorata a stucchi e dorature nel 1855 - Sepolcro di Eugenia Caetani (1853) - Coro di legno intagliato, eseguito nel 1862.