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Chiesa di Santa Francesca Romana

Chiesa di Santa Francesca Romana
Chiesa di Santa Francesca Romana

Al Foro Romano.
Intorno a questa chiesa è nata una fortissima disputa archeologica, che gli ultimi scavi del Foro Romano hanno risoluta definitivamente. Alcuni, con alla testa monsignor Duchêne, volevano che questa chiesa - chiamata nei primi tempi Santa Maria Nova - fosse tutta una cosa con la Santa Maria Antiqua, prima chiesa edificata sulle rovine del Foro; altri, con alla testa il padre Grisar, separavano le due chiese e attribuivano il titolo di Antiqua alla cappella di Santa Maria Liberatrice, oggi distrutta. Nei recenti scavi questi ultimi hanno avuto ragione perchè demolendosi la chiesuola delle Oblate, fu rinvenuta l'antica basilica palatina, adorna di ricche pitture (v. S. Maria Antiqua) degne in tutto della chiesa edificata come espiazione nel centro della paganità. La chiesa di Santa Francesca Romana fu edificata a quanto pare da S. Silvestro Papa (314) nel luogo ove era avvenuta la caduta di Simon mago. Nel 705 venne restaurata. Nell'850 San Leone IV la intitolò alla Madonna e fu allora che prese il titolo di Santa Maria Nova. Verso l'860 S. Nicola I la riedificò dalle fondamenta adornandola di pitture. Nel 1216 essendo stata distrutta da un incendio fu riedificata da Onorio III (Savelli) ed è in questo restauro che vi fu aggiunto il campanile adorno di formelle policrome di marmo. Nel 1615 i monaci Olivetani che abitavano il vicino convento la fecero restaurare e vi aggiunsero la facciata e il portichetto sui disegni di Carlo Maderna.

Interno. - È a una sola navata; il pavimento risale al restauro del 1216, il soffitto fu fatto fare nel 1615. A destra: 1. Cappella: del crocifisso. - 2. Il miracolo di San Benedetto del Soubleyras. - 3. La Madonna e S. Anna di un anonimo del secolo xvii. - 4. Dedicata a S. Francesco e decorata coi disegni di Francesco Ferrari. Altar maggiore, a destra: sepolcro di Gregorio XI (Roger) il quale ricondusse la sede pontificia a Roma dove morì nel 1378. Il sepolcro gli fu eretto nel 1574 a spese del popolo romano e ne fu autore Paolo Olivieri. Per terra: pietra tombale di Alamanno degli Adimari (1412). Gli affreschi sulle pareti dalle due parti dell'arco sono del Canini. I musaici dell'abside appartengono al secolo XII e più propriamente al 1161, anno in cui Alessandro III fece restaurare la chiesa. La madonna sull'altar maggiore fu portata nel 1100 da Angelo Frangipane al suo ritorno dalle crociate, dalla città di Troja dove l'aveva trovata. Ai due lati dell'abside, due angeli marmorei del secolo XVII. A sinistra: tabernacolo della scuola di Mino da Fiesole. Sulla porta della sacrestia: Paolo III e Reginaldo Polo, attribuito a Pierin del Vaga. Confessione: gruppo di marmo rappresentante S. Francesca con un angelo del Meli. Sotterraneo: tomba di S. Francesca il cui corpo è visibile dentro un'urna di bronzo dorato. Questa tomba era una volta adorna di un gruppo in bronzo del Bernini, che fu tolto di là e fuso all'epoca dell'invasione napoleonica. A sinistra: 1. Cappella: La Madonna fra due santi di Sinibaldo Ibi, scolaro del Perugino, quadro datato dal 1524. - 2. S. Gregorio di un anonimo del secolo XVIII. - 3. S. Emidio di Piero Tedeschi. - 4. S. Bernardo Tolomei del padre Pozzi.

Sacrestia. - Sulla parete di destra, fra diverse tele del secolo xviii, La Madonna fra S. Benedetto e S. Chiara, probabilmente di Sinibaldo Ibi - Busto marmoreo di Clemente XII (1740-58, Rezzonico).

Vestiboletto (porta laterale nella parete di sinistra). - Sepolcro del cardinale Vulcanio (l322) - Monumento equestre di Antonio Rido, comandante di Castel S. Angelo sotto Eugenio IV (Condulmieri) e capitano dell'esercito di Nicolò V (Parentucelli), morto nel 1475.

Diego Angeli