Periodo Barocco
In questo luogo era anticamente una piccola chiesa detta s. Benedetto
in arenula che nel 1558 fu concessa da Paolo IV alla Compagnia
eretta da alcuni Sacerdoti, e Secolari insieme con s. Filippo
Neri per alloggiare i poveri Pellegrini e Convalescenti. Le diedero
il titolo della Ss Trinità, e la rifecero in maggiore, e
bella forma, e fu terminata del 1614 con l'architettura di
Paolo Maggi: la facciata
fu fatta a spese di Gio: Battista de' Rossi mercante, coll'architettura
di Francesco de Santis, e li quattro Evangelisti di travertino sono
di Bernardino Ludovisi.
Le figure nella prima cappella a mano destra, dov'è il Crocifisso,
sono della scuola di Gio: de Vecchi; e nell'altare che siegue un
divoto Sacerdote dipinse il quadro che rappresenta s. Filippo
Neri.
L'Annunziata a olio dipinta nella terza cappella colle altre pitture
ad affresco,
sono opere di Gio: Battista da Novara; il s. Matteo Apostolo
di marmo, che sta nell'altare della crociata, fu scolpito da Cope
Fiamingo; e l'Angelo pure di marmo, che porge al detto Santo il
calamaro, è opera di Pompeo Ferrucci Fiorentino. La pittura
dell'altar maggiore con la SSa Trinità è fatica i
di Guido Reni. Li due belli Torcieri di metallo sono opera di Orazio
Censore. Li quattro Profeti negli angoli della cupola
sono di Gio. Battista Ricci da Novara, come anche intorno alla Madonna,
che è nell'altare dall'altra parte, il s. Giuseppe,
e s. Benedetto a olio, sono del medesimo Novara.
Segue l'altra cappella, che nel quadro dell'altare ha effigiato
il Pontefice s. Gregorio con altre figure, e le anime del purgatorio,
tutta dipinta da Baldassar Croce. Nel quadro della contigua vi è
colorita a olio Maria Vergine a sedere con Gesù, s. Agostino,
e s. Francesco, dal Cav. d'Arpino; ed il resto da cappella
è di mano del suddetto Baldassarre.
L'ultima cappella, ha il suo quadro con s. Carlo, s. Filippo,
ed altri Santi, opera di Gulielmo Cortesi detto il Borgognone, e
le istorie ad affresco
dei medesimi Santi, sono di Gio: Battista Ferreri allievo del Maratta.
Unito alla chiesa è il grande Ospizio in cui si ricevono
in ogni tempo dell'anno i pellegrini e convalescenti di ogni nazione,
allogiandoli, ed alimentandoli per tre giorni. Vi sono nel refettorio
molte memorie di Pontefici, e Cardinali che hanno beneficato questo
luogo pio, fra i quali il busto
di metallo di Urbano VIII è modello del Cav. Bernini
gettato dal Laurenziano, ed i putti che tengono il Triregno sono
di Domenico Ferrero. Quello di Innocenzo X è dell'Algardi;
ed il Ritratto del regnante Pontefice Benedetto XIV è di
Pietro Bracci.
Nel dormentorio è un'Assunta di Maria Vergine dipinta da
Giuseppe Puglia del Bastaro.
Chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini
Sulla piazza omonima, dietro il monte di Pietà. Anticamente era chiamata S. Benedetto in Arenula e con questo titolo si trova nel regesto di Giovanni XXII (1316-34). Fu anche detta Scottorum dalle vicine case degli Scotti, baroni romani. Nel 1558, Pio IV (Medici di Milano) la Concesse alla confraternita della Trinità istituita da S. Filippo Neri. Nel 1614 questa confraternita fece abbattere la chiesa vecchia e riedificÚ l'attuale con l'architettura di Paolo Maggi. Nel 1853 fu restaurata sotto la direzione dell'architetto Antonio Sarti che ne curò l'andamento interno. Nel 1878 fu fatto il pavimento di marmo a spese di Domenico Michelini. La facciata Ë di Francesco de Sanctis. Le statue che l'adornano sono di Bernardino Ludovisi. Interno. - » a croce latina. La volta fu decorata dallo Zucchini, ma i tre quadri monocromi che rappresentano la storia della chiesa sono di Raffaele Ferrara. A destra. 1. Cappella del Crocefisso. Affreschi di uno scolaro del De Vecchi. - 2. S. Filippo Neri e affreschi relativi alla storia di S. Pietro di Filippo Biggioli. - 3. L'Annunciazione e pitture laterali di G. Battista Ricci da Novara. - 4. S. Mattia statua del fiammingo Cope, meno l'angelo che porge il calamaio al santo scolpito dal fiorentino Pompeo Ferrucci. Altar Maggiore: La SS. Trinità quadro a olio di Guido Reni, restaurato nel 1885 da Filippo e Lorenzo Principi sotto la direzione del Camuccini. I candelieri di metallo sono di Orazio Censore. Nella cupola: Il Padre Eterno di Guido Reni. Gli angeli che lo attorniano e i profeti dei peducci sono di G. B. Ricci. A sinistra: Sepolcro del medico Pier Gaetano Lupi (1852). - 1. Cappella: S. Carlo Borromeo ed altri santi di Guglielmo Courtois, affreschi della volta e delle pareti di G. B. Ferretti. - 2. S. Agostino e S. Francesco del cavalier d'Arpino. Affreschi laterali di Baldassare Croce. Sepolcri di Maddalena Radice (1868) e di Maria Radice (1869) del Granchelli. - 3. S. Gregorio e affreschi della volta e delle pareti di Baldassarre Croce. - 4. Immagine della Madonna che già esisteva sopra un muro del palazzo Capranica in via della Valle e che fu trasportata quivi nel 1562.
LE CHIESE DI ROMA GUIDA STORICA E ARTISTICA DELLE
BASILICHE, CHIESE E ORATORII DELLA CITTÀ DI ROMA
DIEGO ANGELI