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Chiesa di Santa Maria della Vittoria

Chiesa di Santa Maria della Vittoria
Chiesa di Santa Maria della Vittoria

Via 20 Settembre, 17, 00187 Roma, Italia

Orario Apertura Chiesa;
Mattino: ore 7,00 / ore 12,00; Pomeriggio: ore 15,30/19,00
Orario per la visita alla Chiesa:
giorni feriali (08:30-12:00) e (15:30-18:00)
Domenica e festivi: al mattino nell'intervallo tra le celebrazioni delle Sante Messe.

Periodo Barocco

È la Madonna della Vittoria de' Padri Carmelitani Scalzi, fabbricata nell' anno 1606 con architettura di Carlo Maderno, ma la facciata è di Gio. Battista Sorìa.

Nel quadro della prima cappella a mano destra è dipinta la Maddalena penitente, colorita da Giovan Battista Mercati dal Borgo san Sepolcro; e in quella, che segue, è il quadro con la Madonna, che porge il Bambin Gesù a s. Francesco, opera del celebre Domenichino, come anche l' altre due istorie da' lati a fresco.

La scultura in marmo di mezzo rilievo, dell' altare nella cappella del card. Vidoni, con dentro l' Assunzione di Maria Vergine, e s. Girolamo, col ritratto del detto cardinale, sono tutte opere di Pompeo Ferrucci Fiorentino. Il s. Giuseppe scolpito nel quadro dell' altare della crociata è opera di Domenico Guidi, e i due bassirilievi laterali di Monsù Monot. Il s. Giuseppe in gloria dipinto nella volta è di Ventura Lamberti. L' architettura di questa cappella è di Gio. Batista Contini, e fu costrutta per un legato di Giuseppe Capocaccia mercante Romano. La cupola della chiesa fu dipinta da Gio. Domenico Cerrini Perugino.

Nel coro il s. Paolo con puttini è di Gherardo Olandese. In sagrestia era una Madonna mezza figura in atto di porgere una rosa al Bambino, opera del Domenichino della maggiore eccellenza; ma questo quadro fu trasportato fuori di Roma.

Dall' altra parte della crociata della chiesa è la sontuosa cappella dedicata a s. Teresa, fabbricata con grande spesa dal card. Federigo Cornaro, abbellita delle statue d' altri sei cardinali di questa nobile famiglia, e ornata tutta di marmi finissimi con architettura del cav. Bernino, che anche vi scolpì l' eccellente gruppo della Santa con 'Angiolo, che le trafigge il cuore.

La volta della medesima cappella, dove è dipinto lo Spirito santo con una gloria d' Angioli, è di Guid' Ubaldo Abatini da Città di Castello.

Nella cappella seguente tra pietre di valore, e stucchi dorati, è il quadro, che dipinse il Guercino da Cento. Il Cristo crocifisso da uno de' lati, in telo di quattro palmi, si dice di Guido Reni; come anche l' altro quadro incontro col ritratto d' un cardinale, e le altre pitture a fresco sono di Gio. Francesco Bolognese.

La cappella, che segue, di monsig. Bevilacqua fu dipinta da Giacinto Brandi, ma poi fu data a Monsù Niccolai Lorenese, che nel quadro dell' altare colorì s. Gio. della Croce con Cristo, e quantità di putti; come anche dipinse i quadri laterali.

(Filippo Titi 1763)

Santa Maria della Vittoria

Fu edificata nell' area e nel luogo di un' antica edicola dedicata a s. Paolo. Il Bruzio scrive che annessa alla chiesina v' era una casuccia per abitazione d' un eremita custode di quella, che serviva di rifugio in quei luoghi allora deserti ai viandanti sorpresi dal cattivo tempo. Sotto Paolo V la chiesuola di s. Paolo fu demolita e vi fu eretto un altro edificio più ampio che fu pure dedicato all' apostolo Paolo. Il Lonigo scrive: "S. Paolo alla fontana felice era molto antica, fu distrutta pochi anni sono e in quel luogo fabbricata la Vittoria." La chiesa di Paolo V era anch' essa di piccole proporzioni con i disegni del tifernate Bartolomeo Breccioli; solo vi fu aggiunto un collegio di catecumeni diretto dai pp. Carmelitani scalzi. Pochi anni dopo, allorquando il ven. p. DOmenico di Gesù e monaca carmelitano pose in questa chiesa la divota imagine che vi si venera ancora, portata di Germania dopo la vittoria di Massimiliano duca di Baviera contro gli eretici, la chiesa fu detta della Vittoria; può quindi considerarsi come un monumento storico della guerra detta dei Trent' anni. L' attuale imagine però, la quale era ricca di doni preziosissimi d' orientale e gemme in gran parte offerti dagl' imperatori austriaci, non è la primitiva; essa scomparve in un terribile incendio che distrusse lalk nella notte del 29 giugno 1833. Perita quella imagine nelle fiamme, vi fu sostituita la presente, la quale pure custodivasi in un oratorio dell' annesso convento, anch' essa portata di Germania dal ven. p. Domenico. Il fuoco guastò anche gli affreschi della volta dell' altare, opera di Domenico Perugino. In questa chiesa si ammira pure il capolavoro in scultura del Bernini, cioè il deliquio di s. Teresa innanzi all' angelo che le ha ferito il cuore con un dardo di amor divino. Nel vicino convento si conservano alcuni vessilli tolti dal duca Massimiliano agli eretici, e contro i Turchi. La chiesa fu allora modificata, e la divotissima imagine fu collocata nell' altare maggiore che di nuovo dalla munificenza del compianto principe D. Alessandro Torlonia è stato riccamente adorno di marmi preziosi: nell' abside poi vi è stato bellamente rappresentato il trionfo delle armi cattoliche contro i luterani. Nello scavarsi le fondamenta della chiesa vi si rinvenne la famosa statua dell'ermafrodito, che nelle vicende del principio del secolo passò da Roma a Parigi, dove nel museo del Louvre tuttora si ammira. Avendo i pp. Carmelitani donato quell' insigne monumento al card. Scipione Borghese, questi a sue spese fece erigere la barocca facciata attuale con architettura del Soria. La decorazione della parte interna della chiesa spetta al Maderno che ne sovraccaricò di stucchi la volta e le pareti, secondo il pravo gusto di quell' epoca. In questa chiesa è sepolto il valoroso Giovanni Giustiniani, morto all' assedio della Rocella espugnata da Carlo IX l' anno 1638: dirimpetto vi ha il monumento eretto da Silvano Giustiniani al famoso guerriero Enrico di Montmorency connestabile di Francia.

(Armellini 1763)

La Cappella Cornaro e la Statua di Santa Teresa di G. Bernini

Indice delle Chiese Barocche