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Chiesa di Santa Barbara dei Librari

Chiesa di Santa Barbara dei Librari

Periodo Barocco
Per la strada dei Giubbonari, seguitando il camino sulla mano destra, è s. Barbara, che anche si chiamò ultimamente s. Tommaso d'Aquino, e s. Gio: di Dio per essere avvocati della confraternita de i Librari. Questa chiesa fu consagrata nel 1306. Clemente VIII la diede alli PP. Gesuati, che poi la rinunziarono alli sudetti del 1610; ed ultimamente Zannobi Massotti Libraro l'ha ristorata con l'architettura di Giuseppe Passeri, ed abbellita di pitture.
In una nicchia della facciata della chiesa è scolpita nel travertino s. Barbara da Ambrogio Parisij.
Entrando in chiesa nella prima cappelletta è una immagine antichissima di Maria Vergine; e nell'altare, che segue, vicino alla sagrestia, dove è il Crocifisso, le figure laterali ad affresco sono di Luigi Garzi.
Il quadro dell'altar maggiore, dove è figurata s. Barbara, è opera del medesimo Garzi, e sono anche sue tutte le pitture ad affresco, che si vedono e nelle volte, e da i lati della chiesa, dove vi ha espresso s. Francesco, s. Antonio di Padova, s. Filippo Neri, e s. Teresa.
Nell'altare, che segue, vi è dipinta Maria Verg. col Bambino, s. Tommaso d'Aquino, e s. Sabba, creduto di Francesco Ragusa, e s. Gio: di Dio, coloritovi di nuovo, dove era s. Barbera, fu fatto da un giovane, e ritoccato dal suddetto Garzi; e nella cappelletta ultima dei Signori Specchi, vi è dipinto s. Sabba, opera di Gio: Battista, allievo di Baciccio.
 

Le schede informative sono tratte da
Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte in Roma di Filippo Titi stampato da Marco Pagliarini in Roma 1763

Chiesa di Santa Barbara dei Librari

In via Giubbonari. L'origine di questa chiesa è ignota, ma si sa che esisteva nel secolo xii quando Giovanni de Crescenzi e sua moglie Rogata (che fu senatrice dei Romani) la donarono al Salvatore emancipandola da ogni servitù. Fu restaurata e riconsacrata nel 1306, una prima volta; una seconda sotto il pontificato d'Innocenzo XI (Odescalchi) verso il 1680, a spese del libraio fiorentino Masotti e finalmente, minacciando ruina, fu un'ultima volta riparata nel 1858 sotto la direzione dell'architetto Bonoli e per cura della confraternita del Librai, a cui questa chiesa apparteneva fino dal 1600. La facciata - del secolo xvii - è di Giuseppe Passeri, ma la statua di Santa Barbara fu eseguita da Ambrogio Parisi.

Interno. - a croce greca, con la volta dipinta da Luigi Garzi, e il pavimento eseguito nel 1860 su disegno di Pietro Martinori, gli affreschi delle pareti, dell'arcone e delle lunette, rappresentanti scene della vita di S. Barbara sono di Domenico Monacelli.

A destra:

1. Cappella: antica immagine della Madonna, in legno, che era un tempo nella basilica lateranense. -

2. (Del Crocifisso).

Le due pitture laterali, S. Giuseppe e la Madonna sono del Garzi -

Altar maggiore: S. Barbara, quadro ad olio del medesimo Garzi - Sepolcro del libraio fiorentino Zenobi Masotti che restaurò la chiesa e morì nel 1688.

A sinistra:

1. Cappella: S. Saba, di G. B. Bruchi, scolaro del Baciccio. -

2. La Madonna fra S. Tommaso d'Aquino e S. Giovanni d'Iddio di Francesco Ragusa.

Contiguo alla chiesa vi è un piccolo oratorio, costruito su disegni del Bonoli nel 1858. Il quadro dell'altare è di Domenico Monacelli.

Le Chiese di Roma. Guida storica e artistica delle basiliche, chiese e oratorii della città di Roma - Diego Angeli

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